GERMANIA 2006 – Sconfinamenti

L'immagine di Henry che esulta e quella di Ronaldo ripiegato su se stesso appartengono entrambe allo stesso mondo, dunque "ciascuno attinge all'altro, prende o sopravanza sull'altro, si incrocia con l'altro, è in chiasma con l'altro", proprio come l'esistenza in compresenza con il mondo di un'immagine che mette ancora una volta in gioco la nostra vita

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Vincitori e vinti. Quando ci si mette in gioco si può vincere, ma si può anche perdere; si può avvincere, affascinare e legare a sé, ma si può anche restare avvinti, affascinati e legati a/da ciò che ci circonda e che fa parte, come noi, di quel tessuto dell'esistenza "contesto" in un chiasmo indivisibile, in un intrico impossibile da sciogliere e nel quale palpitano forme sensibili e ricordi individuali; proprio come le tante immagini di questo Mondiale (di questo speciale…), legate tra loro alla maniera di in un racconto analogico in cui è difficile distinguere gli "stati" perché ogni momento trapassa nell'altro con una continuità ininterrotta. Ci sono cose che denudano e che teniamo a distanza più che per paura di esporci alla vita, per quella sensazione di immobilità che riuscirebbero a comunicarci; qualche volta sentirsi degli spettatori disincantati ci fa pensare di riuscire a cogliere, meglio degli altri, l'inesauribile e instabile movimento della vita; di poter catturare con lo sguardo l'offerta senza fine di quel flusso di "virtuali" occasioni, di sorprese percettive che essa stessa ci offre. Come si può partecipare ad un naufragio restando a guardare dalla riva? Non basta fissare lo sguardo. Non può bastare. Bisogna rivolgerlo "dentro" le cose, non per andare a fondo, eludendo la superficie, ma per abbandonarsi al viluppo dei flutti, senza  lasciarsi travolgere dall'onda della vita altrui. Soltanto accettando l'esilio si può avvertire la distanza che ci separa dalle cose, scoprirsi "estranei", liberarsi alla vita, rimettersi alla ricerca di una (altra) immagine "verginale" grazie alla quale ritornare a vedere il mondo. Soltanto rendendo attiva l'attesa si può evitare di essere assorbiti dall'ossessiva malinconia del tempo subìto e non vissuto. Forse ciò che qui si tenta di esprimere può apparire come un caos "romantico" con cui si cerca (invano…) di contenere i pensieri nella/con la linearità (?) della scrittura, o meglio con piccoli balzi di letteratura, che sono poco più che l'illusione di una danza con cui seguire il senso (già) assente del proprio sentire; forse il sovrapporsi della vita vissuta ad un'immagine vista può apparire un "tradimento" individuale, solitario e sterile, tuttavia ciò "che esiste e esisteva senza di me può continuare senza di me ed io senza di lui" (Serge Daney). Allora l'immagine di Thierry Henry che esulta e quella di Ronaldo ripiegato su se stesso appartengono entrambe allo stesso mondo e appunto per questo "ciascuno attinge all'altro, prende o sopravanza sull'altro, si incrocia con l'altro, è in chiasma con l'altro", proprio come l'esistenza in compresenza con il mondo di un'immagine che mette ancora una volta in gioco la nostra vita.

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Il resto è già storia. Sabato sera si sono conclusi i quarti di finale della diciottesima edizione dei Campionati del Mondo "Germania 2006", sono così rimaste quattro squadre: Germania, Italia, Portogallo e Francia, quattro semifinaliste europee, come non succedeva dal 1982; quattro squadre, ancora in gara, per la finale che si giocherà a Berlino domenica 9 luglio. Venerdì pomeriggio all'Olympiastadion di Berlino la Germania di Jurgen Klinsmann ha battuto, per 5 a 3 ai calci di rigore, l'Argentina (la partita si era chiusa sull'1 a 1 grazie alle reti di Ayala e di Klose). Nelle precedenti edizioni dei Mondiali le due squadre si erano incontrate due volte in finale, a Messico '86, quando gli albiceleste sconfissero i tedeschi per 3 a 2, e a Italia '90, quando la Germania si impose sulla nazionale sudamericana per 1 a 0, vincendo per la terza volta la Coppa del Mondo. In semifinale i padroni di casa giocheranno, martedì sera, contro l'Italia che, ad Amburgo, ha sconfitto per 3 a 0 (gol di Gianluca Zambrotta e doppietta di Luca Toni) l'Ucraina guidata da Andriy Shevchenko. Un'altra partita indimenticabile? Staremo a vedere; fatto sta che le due nazionali hanno disputato una tra le più belle semifinali della storia dei Mondiali, quella disputata proprio in Germania trentadue anni fa e vinta dall'Italia per 4 a 3 ai tempi supplementari; mentre l'ultima volta che si sono incontrate in una fase finale dei Campionati del Mondo risale alla finalissima disputata in Spagna nel 1982 e vinta dall'Italia per 3 a 1.

L'altra semifinale sarà disputata, mercoledì 5 luglio, tra il Portogallo e la Francia. I lusitani hanno raggiunto per la seconda volta nella loro storia la semifinale ai Mondiali, dopo quella giocata in Inghilterra nel 1966 e persa, allora, proprio contro i padroni di casa. I giocatori inglesi sono stati sconfitti ai calci di rigore. Il Portogallo aveva già eliminato l'Inghilterra, sempre ai rigori, nei quarti di finale degli ultimi europei, quelli vinti nel 2004 dalla Grecia. I transalpini, invece, dopo un inizio alquanto in sordina (i due pareggi consecutivi contro la Svizzera e la Corea del Sud, che avevano riacceso l'incubo di una possibile eliminazione, come quella subita nel Mondiale di quattro anni fa), hanno prepotentemente imposto il loro gioco (grazie soprattutto ad un redivivo Zidane), raggiungendo la semifinale ai danni dei campioni del mondo in carica del Brasile. La Francia ha così bissato, contro i giocatori della "Selecion", il successo conseguito nella finale del 1998, ma soprattutto battendo, ancora una volta, ai quarti di finale i verdeoro come era accaduto nel 1986 in Messico. Ci attendono due semifinali tutte europee con Germania e Italia lanciate verso una finale che permetterebbe loro di diventare campioni del mondo per la quarta volta; con una Francia alla ricerca di una riconferma in campo mondiale dopo l'ultima deludente prestazione del 2002 e con un Portogallo che aspira alla sua prima finale nel massimo campionato del Mondo.

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