Ghiaccio, di Fabrizio Moro, Alessio De Leonardis

Uno spaccato abbastanza sporco e cattivo che enfatizza eccessivamente alcuni momenti ma mantiene sempre la rabbia giusta. Convincenti Ferrara e Marchioni. In sala fino al 9.

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C’è la muffa sui muri nella parete della casa di Massimo che deve essere ridipinta. La stessa muffa che si è posata sul passato dei protagonisti che non si riesce a togliere. Innanzitutto da quello di Giorgio, giovane promessa della boxe che però è sempre ostaggio della malavita del quartiere e del suo boss Pisciasotto. E quella che si è posata sulla vita di Massimo, che è stato una promessa del pugilato ma non è riuscito a raggiungere i propri obiettivi. A Giorgio è stato ucciso il padre due anni prima mentre sullo sfondo si sente la cronaca di Roma-Lecce dove Totti ha appena segnato e ora vive con la madre, anche lei tormentata dai debiti che non riesce a pagare. Massimo invece sembra felice con la moglie e i due figli e decide di allenare Giorgio per un match decisivo puntanto prima di tutto sulla sua disciplina.

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Ci sono i fari puntati sulla periferia romana nel quartiere del Quarticciolo in Ghiaccio. C’è un’inquadratura davanti una lapide, dedicata ai combattenti del posto. In più Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis ambientano questo personale “romanzo criminale e sentimentale” nel 1999. L’anno prima uscito in sala L’ultimo Capodanno. Con la stessa cupezza ma senza la dimensione apocalittica del film di Marco Risi, i due protagonisti camminano su una corda che può spezzarsi all’improvviso.

Ghiaccio guarda al cinema criminale. Più che a Non essere cattivo, alcune influenze possono rintracciarsi in Suburra da dove arriva Giacomo Ferrara, qui nei panni di Giorgio, che sia nel film che nella serie ha interpretato il personaggio di Spadino. Ed è proprio la prova del protagonista assieme a quella di Vinicio Marchioni tra le cose più riuscite nel film. I loro personaggi risultano veri e credibili e sono autenticamente mossi dal desiderio di uscire dal fango della periferia (citando il film di Martin Ritt con John Cassavetes e Sidney Poitier) puntando tutto sulla boxe che diventa la strada del riscatto.

Il cantautore Fabrizio Moro, al suo primo film da regista e Alessio De Leonardis che ha diretto alcuni suoi videoclipoltre alla webseries Noi due (e gli altri), disegnano uno spaccato abbastanza sporco e cattivo, che si perde talvolta nelle inquadrature dall’alto e nei flashback di Giorgio durante il match decisivo di boxe mentre è al tappeto. Ghiaccio enfatizza alcuni momenti con soluzioni di montaggio, con la sottolineatura della colonna sonora e con frasi (Giorgio che urla “è tutta colpa tua” alla tomba del padre) davanti a scene che appaiono già autonome e che non sembrano averne bisogno. In più l’elemento simbolico (la felpa di Totti senza una T), così ricorrente, preannuncia troppo dichiaratamente che diventerà un elemento decisivo nella struttura narrativa. Il film trova però anche alcuni momenti coinvolgenti anche quando cerca di allentare la tensione, come nella serenata di Massimo alla moglie quando le canta “E tu” di Baglioni e mantiene spesso la rabbia giusta.

 

Regia: Fabrizio Moro, Alessio De Leonardis
Interpreti: Giacomo Ferrara, Vinicio Marchioni, Claudio Camilli, Beatrice Bartoni, Sara Cardinaletti, Emanuele Propizio, Lidia Vitale, Valerio Morigi, Mauro Aversano, Mauro Cremonini, Lorenzo Grilli
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 95′
Origine: Italia, 2022

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
3.39 (36 voti)
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