Gifted – Il dono del talento, di Marc Webb

Niente più superpoteri per Marc Webb che, spogliando anche Chris Evans della tuta Captain America, torna a muoversi nei territori già attraversati in quel piccolo gioiello che è 500 giorni insieme

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Difficile non innamorarsi del broncio impunito e degli occhioni blu della Mary di Mckenna Grace, sette anni, una piccola mente geniale per matematica, dono ereditato dalla mamma suicida, anche lei prodigio matematico, e il piglio scontroso di chi deve fare i conti con la propria diversità, non sapendo ancora bene come poterlo spiegare al mondo.
Niente più superpoteri o uomini mascherati per Marc Webb che, dopo la promozione al timone del reboot della magnifica trilogia di Raimi con i non troppo fortunati The Amazing Spiderman e The Amazing Spiderman 2, sceglie ora di fare un passo di lato e, spogliando anche Chris Evans della tuta Captain America, torna a muoversi nei territori già magnificamente attraversati in quel piccolo gioiello che è 500 giorni insieme, ovvero la discesa fin dentro al cuore dei suoi personaggi, giù nelle profondità emotive di una relazione, lì la storia d’amore tra Joseph Gordon-Levitt e Zooey Deschanel e, qui, la relazione tra la piccola Mary e Frank, lo zio che ha rinunciato alla sua carriera di professore, trasferendosi in Florida per aggiustare barche e per cercare di regalare a Mary quella normalità del piccolo scorrere quotidiano delle cose, negata invece alla sorella suicida da una madre, Evelyn, disposta a barattare l’infanzia e l’adolescenza della figlia in nome dell’irrinunciabilità di un dono in bilico tra genialità e maledizione.

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giftedNonostante le premesse gettate dal terreno minato della sceneggiatura di Tom Flynn, con la sua storia, a metà tra Il mio piccolo genio e uno Black and White senza lo sfondo razziale, ritroviamo anche Octavia Spencer nel ruolo della vicina con aspirazioni materne, che parla di temi pesanti come macigni, le domande sulla responsabilità genitoriale e il confronto con le proprie fragilità interiori, mentre mette in scena i disastri sentimentali, tanto degli adulti quanto dei bambini, innescati da una guerra famigliare per la child custody, a contendersi l’affidamento di Mary sono la nonna e lo zio Frank, Gifted – Il dono del talento riesce miracolosamente a non cadere nella facile trappola del ricatto del film strappalacrime. Piuttosto, pur inciampando in qualche detour narrativo di troppo, il film di Webb attraversa le ferite che sanguinano sotto la pelle dei suoi protagonisti, senza mai esasperare i toni, senza alcun compiacimento melodrammatico, limitandosi ad una leggerezza, ironia e semplicità tutte di pancia, capaci di un’autenticità dove, non si cessa, ogni volta, di stupirsi, commuoversi e sorridere al cospetto di quei piccoli gesti quotidiani dietro cui si nasconde il battito di un intero universo affettivo. Con la sua macchina da presa che sporca l’immagine per inseguire e perdersi nelle traiettorie incerte degli sguardi, Marc Webb lavora sui corpi, senza mai perdere di vista quei piccoli magici sussulti che, nella girandola di sfioramenti, abbracci e separazioni, di compromessi, insicurezze e paure di cui è fatta la vita stessa, ne increspano continuamente la superficie.

Titolo originale: Gifted
Regia: Marc Webb
Interpreti: Chris Evans, Mckenna Grace, Jenny Slate, Lindsay Duncan, Octavia Spencer, Julie Ann Emery, Keir O’Donnell, Glenn Plummer, Joe Chrest
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 101′
Origine: USA, 2017

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