GNX, l’ultimo disco di Kendrick Lamar
Il 22 novembre è uscito a sorpresa l’ultimo disco del rapper di Compton, un lavoro di 12 tracce che si muove tra la California e Los Angeles, gli omaggi agli idoli e le solite stoccate ai colleghi
“Only thing better right now is livin’ right now when I can’t spare no feelings” afferma Kendrick Lamar in GNX, videoclip che inaugura l’ultimo omonimo disco frutto di un lavoro personalissimo uscito a sorpresa venerdì 22 novembre a due anni dal potente “inno alla vita e alla cura di un’anima ormai lacerata” come Mr. Morale & the Big Steppers.
L’ultimo disco del rapper premio Pulitzer – prodotto quasi interamente da Jack Antonoff che del pop mondiale è il Re Mida – si articola attorno a dodici tracce e vede il suo manifesto proprio nel video (di un solo minuto) di GNX, pubblicato sull’account YouTube di Lamar. È un’immersione sonora e visuale che con dichiarata essenzialità riempie di senso il brano (e l’album) solo nel tu per tu con una vintage Buick GNX nera, proprio il modello che il padre guidava per portarlo a casa dall’ospedale il giorno della sua nascita.
Allora ecco, che il sound di GNX è un componimento accorato che penetra nella giovinezza californiana, regala omaggi a giganti del rap senza lesinare stoccate ai soliti Drake e Lil Wayne.
Senza mai dimenticare, però, il nodo che unisce Kendrick a Los Angeles, come testimonia la voce della mariachi di L.A. Deyra Barrera, apri-fila del disco in wacced out murals. E poi l’energia di squabble up, dalle cadenze istantanee e ballabili che rievocano l’asprezza delle radici WestCoastiane, oppure Luther, il lavoro più pop (e più ascoltato su Spotify) che unisce l’ondulante neo-soul di SZA e il flow arguto del re dell’hip-hop.
Ma Kendrick Lamar non è certo un artista che dimentica facilmente i maestri della vecchia scuola. E lo conferma l’omaggio in Reincarnated al Tupac più esistenzialista di Makaveli, dove il premio Pulitzer ne emula il rancore sprigionato dal racconto e quel succedersi di toni alti e bassi tanto caro al paroliere newyorkese. GNX è allora un lavoro intimista e selvaggio come il suo autore, per cui sembra accessorio chiedersi se sia un disco riuscito oppure no. È un album di Kendrick Lamar, e questo basta.