"Goal! 2: Vivere un Sogno", di Jaume-Collet-Serra

Serra riserva un’originale trattamento di esasperazione finzionale alle sequenze sul campo di gioco, con il film che perde ogni intento di verosimiglianza per farsi semplice gioco digitale: gioco di linee, colori e velocità. Un film costruito precisamente come un videogioco. Un esperimento riuscito

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A guardare oltre l’esile raccontino adolescenziale e lasciando perdere, per una volta, le pallide interpretazioni da soap opera, risulta evidente che questo Goal 2: Vivere un Sogno di Jaume Collet-Serra è in fondo un esperimento interessante e pienamente riuscito. Si tratta del secondo capitolo delle avventure sportive di Santiago Munez, giovane talento calcistico che – nel primo episodio Goal! – Il film diretto da Danny Cannon nel 2005 – abbandonava le miserabili e polverose distese messicane per trasformarsi in autentico fuoriclasse con la maglia del Newcastle.
Questa seconda puntata comincia con un deciso raddoppiamento del sogno: per Santiago arriva un’offerta di ingaggio nientepopòdimeno che dal Real Madrid. La squadra delle squadre, la società-leggenda, la terra promessa di ogni calciatore.
A questo punto – tra spogliatoi, partite, madri ritrovate e fidanzate imbronciate – comincia la solita scalata verso il successo: le prime soddisfazioni ed i passi falsi, i deliri di superbia e gli inciampi rovinosi, fino all’inevitabile trionfo personale: frutto puntuale di ostinazione e tanta buona volontà.  
Ma l’aspetto senz’altro più originale del film di Serra sta nell’idea stessa di ricorrere – dinanzi alla necessità di rappresentare sullo schermo il mondo-Calcio – ad un regime di finzione talmente sfacciato, patinato e grossolano da ricordare le sequenze di quegli spot in cui compaiono, sempre più spesso, gli stessi griffatissimi campioni del film.
A dirla meglio, molte delle “leccatissime” inquadrature sembrano addirittura far parte di un singolare “spot interno al film”: uno spot che vende il calcio stesso, l’opulenza glamour della sua industria e il gigantismo di una mitologia che coinvolge centinaia di milioni di ragazzini in tutto il mondo.
Serra, inoltre, riserva questo identico trattamento di esasperazione finzionale anche alle sequenze sul campo di gioco, con il film che perde ogni intento di verosimiglianza per farsi semplice gioco digitale: gioco di linee, colori e velocità. Questa volta però il registro stilistico scelto è precisamente quello dei videogiochi:  è come se – preso atto delle goffe difficoltà che la narrazione tradizionale ha fin qui incontrato nel registrare e restituire il dinamismo del gioco – Serra rinunciasse a qualsiasi realismo di raffigurazione, piegando, al contrario, quei pochi elementi “reali” al suo stile videogamico.
E’ così le “vere” stelle del Real Madrid che compaiono qui e lì nel film (Raul, Zidane, David Beckham) si limitano semplicemente ad alcuni sorrisi muti e ad una manciata di bovini sguardi in macchina. Proprio, appunto, come nei titoli di testa dei videogiochi.
Poi qualcuno potrà anche pensare che, per un film così, conviene starsene a casa a giocare alla Playstation, anziché chiudersi in un cinema. Certo: sempre che ci sia ancora una differenza, di qui in avanti.

 

Titolo originale: Goal! 2: Living the Dream

Regia: Jaume Collet-Serra
Interpreti: Kuno Becker, Alessandro Nivola, Anna Friel, Rutger Hauer, David Beckham

Distribuzione: Buena Vista International Italia

Durata: 105'

Origine: Gran Bretagna, 2007

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