Goutte d’or, di Clément Cogitore

Presentato allo scorso festival di Cannes e ora ai Rendez-vous romani, il film del promettente regista di Colmar è un (riuscito) viaggio in una Parigi a metà fra il mistico e il criminale

--------------------------------------------------------------
CORSO SCENEGGIATURA CINEMA E TV, in presenza o online, NUOVA DATA DAL 27 MARZO
--------------------------------------------------------------

Il titolo francese dell’ultimo lavoro di Clément Cogitore è Goutte d’or e, per chi conosca un minimo la topografia della città di Parigi, il segnale è evidente: siamo davanti ad un film multietnico, che si pone l’obiettivo di raccontare una componente fondamentale di una delle città più grandi, visitate (e rappresentate al cinema) di tutta Europa. La qualità di Sons of Ramses è chiara da subito. Rispetto a tanti prodotti in cui l’aspetto culturale è connotato in maniera quasi stereotipata, ruffiana e lontana da una verità che viene adattata ai fini sensazionalisti e cinematografici, qui siamo davanti ad un’opera genuina e il più onesta con se stessa possibile. In un epoca in cui la confezione conta più del contenuto, gli spettatori possono quindi godere di un lungometraggio che riesce a combinare una buona qualità tecnica con una semplicità per nulla artificiosa.

--------------------------------------------------------------
IL NUOVO #SENTIERISELVAGGI21ST N.17 È ARRIVATO! in offerta a soli 13 euro

--------------------------------------------------------------

Sons of Ramses è un film di sensazioni, per lo più viscerali. Si sofferma infatti per più e più tempo sulle false sedute spiritiche organizzate da Ramses, il quale si serve di due aiutanti per creare l’inganno alla perfezione. Sfruttando la moderna tecnologia, il nostro protagonista riesce infatti a far cadere in trappola tantissime persone in cerca di un contatto con i loro cari defunti. Questo grande successo finisce però per scatenare le ire di tutto il sottobosco di medium che gravita intorno alla zona. Ed è così che nasce una delle scene più belle di tutto il film, nella quale si intrecciano tutte le etnie presenti nel quartiere, in un meraviglioso mix di lingue accenti, testimone di una città cosmopolita come Parigi (anche il continuo passaggio dal francese all’arabo rappresenta un segnale chiaro di contaminazione culturale, utilizzata per valorizzare pienamente il contesto del film). Tutti finiranno quindi per odiare Ramses, il quale sembra in qualsiasi modo voler evitare qualsiasi tipo di cambiamento nello status quo, sostenendo che ognuno può lavorare come preferisce.

La grande riuscita di Sons of Ramses è dovuta soprattutto all’ottima interpretazione di Karim Leklou, stropicciato al punto giusto, sempre nel personaggio, spaesato ma al tempo stesso pienamente cosciente, confuso ma deciso. Il nostro si muove dentro una città viscosa, quasi sempre inquadrata in notturno, dove si muovono personaggi a volte poco raccomandabili, ma sempre raccontati in maniera estremamente umana. Siamo davanti ad un’opera in cui il confine fra la menzogna e la verità si assottiglia sempre di più fino a confondersi ed è la maestria con la quale Cogitore riesce a rappresentare questa discesa in un turbine di confusione da parte del protagonista, a dare il tocco finale. Si scoprirà infatti che una parte davvero magica e mistica Ramses ce l’ha davvero, da qualche parte. E con lui, tutto il film.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
4 (1 voto)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE PRODUZIONE+DISTRIBUZIONE CINEMA. DAL 19 MARZO!

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative