Iraq 2003. E’ da poco iniziata la guerra e l’ufficiale Roy Miller (Matt Damon – Dogma, Ocean’s Eleven, Gerry, L’ombra del potere, Invictus) ha il compito di formare una squadra di combattimento per rintracciare le armi di distruzione di massa. Ben presto però lui e i suoi uomini si ritrovano coinvolti in operazioni ambigue ordite dai servizi segreti, che cambieranno a più riprese lo scopo iniziale della loro rischiosa missione e che coinvolgeranno il capo della CIA Brown (Brendan Gleeson – Gangs of New York, Le crociate, In Bruges) e Clark Poundstone (Greg Kinnear – Qualcosa è cambiato, Autofocus, Fast Food Nation).

Tratto da un libro scritto dal giornalista Rajiv Chandrasekaran, il film è sceneggiato da Brian Helgeland (Mystic River, Man on Fire) e, dopo la fruttuosa collaborazione in The Bourne Supremacy e The Bourne Ultimatum, vincitore di quest’ultimo di tre premi Oscar, vede ancora una volta Paul Greengrass (Bloody Sunday, United 93) dirigere Damon. La fotografia è del lanciatissimo Barry Ackroyd (The Hurt Locker, Il mio amico Eric), mentre al montaggio c’è il collaboratore fedele di Greengrass, Christopher Rouse. Costato ben 100 milioni di dollari, Green Zone almeno nei mercati americani ne ha incassati poco più di 30, complice, forse, un atteggiamento troppo critico nei confronti del coinvolgimento americano nella guerra in Iraq.