Guerra senza confini: Zaza Urushadze parla di Tangerines

Il regista ha presentato ieri il suo film ambientato nel 1992 durante il conflitto tra Georgia e Abcasia e che è stato candidato all’Oscar per il miglior film straniero nel 2015. In sala dal 26 maggio

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Ieri pomeriggio, alla Casa del Cinema di Roma il regista georgiano Zaza Urushadze ha presentato Tangerines – Mandarini, che è stato candidato all’Oscar per il miglior film straniero nel 2015. Ambientato nel 1992 durante il conflitto tra Georgia e la Repubblica separatista di Abcasia, il film si svolge in una zona praticamente deserta abitata soltanto da due estoni, Ivo e Margus, che hanno deciso di restare, malgrado gli scontri, per salvare il loro raccolto di mandarini. Un giorno però si troveranno ad avere a che fare con due soldati feriti di oppooste fazioni. Ivo decide di portarli in casa per curarli.

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Il film, distribuito da PFA, uscirà in sala il 26 maggio.

Nel corso dell’incontro, all’ipotesi del cinema come portavoce di una possibile riconciliazione, ha detto: “Non credo che questo film possa risolvere i problemi tra Abcasia e Georgia ma penso comunque che possa portare un messaggio umanitario. Tangerines non affronta solo una guerra locale ma parla di persone che vivono nel conflitto e cercano di conservare una loro umanità”. Tangerines non è stato girato sul territorio reale: “No, non è stato possibile. Per la Georgia, l’Abcasia è una terra persa e tutti i georgiani sono stati mandati via. Abbiamo girato comunque in una regione molto vicina all’Abcasia che è anche molto simile nella conformazione paesaggistica che è la Guria”. Infine si parla dell’assenza del personaggio femminile: “Aumenta la drammaticità del film. Si vede solo in una fotografia ed è la nipote di Ivo e uno dei personaggi si innamora di lei solo vedendola in quella cornice”.

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