GUERRE DI RETE – Non si può star zitti sulla vicenda Paragon
Nella nuova puntata della sua cybernewsletter, Carola Frediani tiene vivo il caso Paragon e del suo software, che sarebbe stato utilizzato in maniera illecita dall’Italia a fini di spionaggio

Guerre di Rete – una newsletter di notizie cyber
di Carola Frediani
N.203- 30 marzo 2025
La vicenda dell’uso dello spyware Graphite (di cui avevo scritto in newsletter), prodotto dalla società israeliana Paragon, venduto all’Italia e ritrovato su telefoni di attivisti che salvano migranti nel Mediterraneo e del direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, ha avuto un nuovo, e a dire il vero, scontato, plot twist.
Scrive la stessa Fanpage: “Le audizioni davanti al Copasir sono segrete, ma alcune informazioni dal colloquio di ieri tra il sottosegretario Alfredo Mantovano (che ha la delega ai servizi) e il Comitato parlamentare per la sicurezza sono emerse. Tra queste c’è il fatto che il governo continua a negare ogni coinvolgimento nello spionaggio del direttore di Fanpage.it. Ma anche che l’esecutivo avrebbe effettivamente autorizzato le intercettazioni preventive ai danni di alcuni attivisti. È noto che quelli avvisati da Meta sull’attività di Paragon sono stati Luca Casarini, Beppe Caccia e altri membri della Ong Mediterranea Saving Humans.
La richiesta di intercettare i cellulari di diversi esponenti di Mediterranea con il software di Paragon sarebbe arrivata dai servizi segreti per un’indagine sull’immigrazione irregolare. Il governo avrebbe dato il via libera, e il procuratore generale della Corte d’appello di Roma avrebbe autorizzato il tutto, come da procedura”.
“Quello che ancora non è chiaro è semplice: chi ha spiato il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, utilizzando il software Graphite prodotto da Paragon?”, scrive anche Wired, che aggiunge come “il controllo sul cellulare di Cancellato non avrebbe nessuna giustificazione legittima e potrebbe figurare persino una violazione dei dettati costituzionali”.
Malgrado ciò la vicenda dell’uso dello spyware su attivisti e giornalisti italiani resta la storia in assoluto più sottovalutata, mediaticamente e soprattutto politicamente. Perché?
“Una storia che meriterebbe pagine e aperture dei tg, Il silenzio è fisiologico da parte della maggioranza”, scrive Giovanni Tizian su Domani. “Ma questa strategia funziona perché dall’altro lato non c’è un’opposizione in grado di mettere alle strette il governo”.
E allora bisogna ribadirlo: dobbiamo sapere chi ha spiato Cancellato.
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