Hacks, la pluripremiata serie poco nota in Italia
Vincitrice negli anni di 4 Golden Globes (di cui due pochi giorni fa) e di 7 Emmy, la serie che racconta il momento cruciale della carriera di due comiche è passata in sordina
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Una delle domande della settimana sui social in Italia per tutti gli appassionati di serialità sembra essere: ma cos’è Hacks? Aveva già ottenuto i riconoscimenti come Miglior serie commedia/musical e Miglior attrice in una serie commedia/musical (Jean Smart) ai Golden Globes del 2022, quando era ancora alla prima stagione. Era l’annus horribilis per i noti riconoscimenti, quello degli scandali, del boicottaggio di Tom Cruise e delle nomination annunciate grottescamente da Snoop Dogg. Era l’edizione che, di conseguenza, avrebbe portato allo scioglimento dell’Hollywood Foreign Press Association l’anno successivo. Per tutti questi fattori, può risultare comprensibile come Hacks allora fosse passata in sordina per l’audience nostrano. A soli tre anni di distanza e con la serie che nel frattempo è giunta alla terza stagione, i Golden Globes del 2025, che hanno quantomeno in parte recuperato la visibilità di un tempo, hanno decretato il successo dello show nelle medesime categorie del 2022, catturando definitivamente l’attenzione del pubblico italiano.
Hacks racconta le vicende di due comiche statunitensi, Deborah Vance (Jean Smart) e Ava Daniels (Hannah Einbinder), che si ritrovano al’improvviso ai margini del mondo dello showbusiness. Relegata a vecchia gloria da produttori in cerca di un rinnovamento nel pubblico la prima e vittima di cancel culture per un tweet infelice la seconda, decidono di unirsi per provare a rilanciare le proprie carriere, superando le iniziali reciproche antipatie e la differenza generazionale che le separa.
La serie, distribuita negli Stati Uniti da HBO Max a partire dal 2021, ha avuto in patria sin da subito un grande successo. Oltre ai già citati riconoscimenti ai Golden Globes, ha infatti ricevuto diversi ulteriori premi (tra cui spiccano 7 Emmy, di cui ben 3 per l’interpretazione della stessa Smart) e ottime recensioni da parte della critica. Ciononostante, Hacks è arrivata in Italia soltanto nel 2024, con Netflix che ha distribuito le prime due stagioni lo scorso febbraio.
Difficile comprendere le ragioni di tale disinteresse, che risulta peraltro paradossale se si considera che una dei tre showrunner della serie, nonché regista di 16 dei 27 episodi totali, vincitrice anche lei di 3 Emmy, si chiama Lucia Aniello ed è italiana. Provando ad andare più in profondità però, a spiegare la tardiva distribuzione dello show in Italia potrebbero essere diversi fattori. In primis, seppur banale, occorre pensare all’enorme quantità di serie che vengono annualmente prodotte proprio dagli Stati Uniti, che chiaramente non corrisponde al numero di quelle che vengono poi in seguito acquisite anche dal mercato italiano. E la mancanza di tale acquisizione potrebbe dipendere da uno scarso appeal che Hacks, rispetto a tanti altri prodotti contemporanei, sembrerebbe avere di base per un pubblico come il nostro. Il mondo della stand-up comedy, seppur crescente, non è ancora infatti tanto radicato nel nostro immaginario come lo è in quello americano, a cui la serie evidentemente si appoggia. Anche quelli della cancel culture e del politicamente corretto, sono temi che, per quanto chiacchierati anche da noi, non hanno avuto in Italia quell’effettiva grande influenza sul mondo dello spettacolo che hanno invece nel contesto USA.
Altro motivo: nonostante i premi ricevuti negli anni passati, le protagoniste della serie non risultano essere nomi particolarmente appetibili per l’audience. Hannah Einbinder è quasi un’esordiente e la stessa Jean Smart (apparsa recentemente in Babylon, oltre che nelle serie Fargo e Watchmen), nonostante una carriera quarantennale, è poco nota dalle nostre parti. Hacks è stata spesso paragonata a Il metodo Kominsky: ecco, è possibile pensare ad esempio che anche quest’ultima senza i volti di divi come Michael Douglas e Alan Arkin non sarebbe stata particolarmente appetibile per il mercato italiano.
Ovviamente l’interesse, dopo gli ennesimi riconoscimenti ricevuti, pare destinato ad aumentare, con la speranza che anche il pubblico nostrano possa scoprire una delle serie comedy più apprezzate degli ultimi anni, portandola a replicare il successo di cui è stata protagonista in patria, dove è stata rinnovata per un’ulteriore stagione. Se così non fosse, occorrerebbe riflettere sulla reale influenza dei premi nel mondo dello spettacolo e quindi sul loro stesso significato. Un tempo un Golden Globe era garanzia di visibilità anche al di fuori dell’industria statunitense; oggi? Ecco quindi che Hacks potrebbe essere un prodotto molto interessante da osservare per comprendere in che direzione si sta andando in tal senso.