Heart Eyes – Appuntamento con la morte, di Josh Ruben
Uno slasher “meta” davvero troppo presuntuoso. Spreca una buona intuizione iniziale per incastrarsi in una rom com che ironizza su sé stessa e su formule che però sembrano già vecchie di anni
Ha forse già chiuso un primo ciclo di vita, il cinema di Christopher Landon? È diventato già qualcosa da imitare, seguire, replicare, magari equivocando quelle che sono le radici delle sue stesse immagini?
Heart Eyes. Appuntamento con la morte ha tutta l’aria di essere il prodotto di una sua idea di factory à la Blumhouse. Landon in effetti non solo lo produce ma collabora anche alla sceneggiatura, affidandone però la regia a Josh Ruben, che tuttavia pare equivocare il senso del suo cinema e delle sue ossessioni.
Le premesse sono però affascinanti: Heart Eyes è infatti il nome di un killer di innamorati che colpisce nella provincia americana da diversi anni nel giorno di San Valentino. Durante una delle sue cacce si imbatte però in Ally e Jay, due colleghi pubblicitari che il killer scambia per fidanzati. Impegnati in una fuga disperata da Heart Eyes, i due finiranno per innamorarsi davvero e cercheranno di interrompere la scia omicida.
Il film di Josh Ruben parrebbe dunque una sorta di commedia romantica con interferenza da slasher movie che di fatto racconta la convivenza dell’America col male e lo fa con un retrogusto da satira dell’American Way of Life tra consumismo (la campagna pubblicitaria gestita da Ally e tematizzata proprio sulle azioni di Heart Eyes) ed allarmismo paranoide (i servizi giornalistici che commentano l’operato del killer) nello spirito del cinema giocoso di Christopher Landon.
Si tratta però di un’illuminazione momentanea. Forse è davvero al passo, centrato, solo nel sanguinolento prologo. Poi sembra riposizionare il tiro delle sue ambizioni e ridireziona la sua satira, facendone una questione tutta linguistica, ripiegata sul genere, sull’immaginario, più che politica.
Cerca in sostanza un passo più leggero, punta ad un’operazione meta che guarda ovviamente al solito lavoro di Kevin Williamson ma che sembra soprattutto volerlo superare a destra, costruendo un racconto sfrontato che rimescola i detriti di un modo di declinare la rom com ormai stantìo, incastrato nei soliti cliché, sballottato tra formule stantie che implodono a contatto con lo slasher.
Corso di Montaggio con DAVINCI dal 28 novembre online

-----------------------------------------------------------------
Josh Ruben si limita a puntellare il suo film di stilettate ma non ha una visione a lungo termine, non ragiona in profondità sulle rotture, non fa discorsi politici. Anzi forse si diverte sempre meno con il suo film, che solo a tratti sembra trovare qualcosa di davvero interessante da questo contesto straniato (come con la perquisizione nel ristorante per coppie) e che per il resto è comunque arroccato nella reiterazione delle formule del genere, nella costruzione di un racconto dal piglio presuntuoso che sembra giocare un po’ troppo con il pericolo, ostinandosi a ritardare sempre più l’esplosione dello slasher, forse convinto, a torto, che la chimica tra i suoi due protagonisti, i loro capricci, il loro confronto con un mondo che pare respingerli, possano reggere tutto il film.
Heart Eyes. Appuntamento con la morte fatica davvero a guardarsi attorno. se lo facesse si renderebbe conto di lavorare su un’idea vecchia di anni, su un immaginario che il tempo ha già decretato “di risulta”. E forse prenderebbe coscienza di essere impegnato in una sorte di superflua operazione autoptica che lo vede impegnato a riportare in vita un cadavere per raccontarci quanto cadavere egli sia, a sminuzzarlo a misura di Gen Z (forse gli unici che conoscono meno un immaginario del genere e verso cui il film potrebbe avere una qualche attrattiva) ma di farlo come in un atto meccanico, senza rendersi conto che quel mondo ha già fatto il giro, è già da anni un meme. Ruben arriva sempre tardi, anche alla fine, quando cerca l’apoteosi di colpi di teatro à la Williamson, arriva a spararsi tutte le cartucce possibili in termini di slasher, emula il maestro Craven ma non si rende conto, forse, che non lo sta ascoltando più nessuno.
Titolo originale: id.
Regia: Josh Ruben
Interpreti: Devon Sawa, Jordana Brewster, Olivia Holt, Mason Gooding, Gigi Zumbado, Chris Parker, Latham Gaines, Alex Walker, Lauren O’Hara, Bronwyn Bradley
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 97′
Origine: USA, Nuova Zelanda 2025
























