"Hermano", di Giovanni Robbiano

In un'unica copia nazionale, (al Filmstudio di Roma), è uscito il film, girato nel lontano 2002 e realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Viaggio nel torbido precariato cinematografico italiano spezzato in due: da una parte ciò che è presente sullo schermo e dall'altra tutto ciò che non lo è…

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Ennesimo "capolavoro" nostrano, un nuovo caso di "dumping" cinematografico di cui il nostro paese deve andare ancora una volta fiero. In un'unica copia nazionale, (al Filmstudio di Roma), è uscito il film di Giovanni Robbiano, girato nel lontano 2002 e realizzato con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Premio Solinas per la migliore sceneggiatura nel 1996, è il terzo lungometraggio del regista genovese che ha lasciato dichiarazioni non certamente rincuoranti per il cinema di casa nostra: "Quello dei contributi statali è un terno al lotto in cui vige il meccanismo infernale del reference-system secondo il quale i fondi vanno a chi dimostra di aver fatto incassi". Il progetto ha fatto la trafila ministeriale per tre anni, suscitando l'interesse di alcuni produttori tra i quali Amedeo Pagani. Poi però sono arrivati solo la metà dei soldi, e per il film è cambiata la produzione. Denuncia Robbiano: "  L'autore non ha alcun controllo. I fondi vengono erogati ad altri, e lo Stato permette che vengano addebitate voci esterne all'opera, definite costi di sviluppo. Ho firmato un preventivo analitico al buio, e quando ho chiesto di conoscerlo nel dettaglio per poco non mi picchiano. E poi esiste un club di produttori sensibili ai film in difficoltà, allettati da quei fondi garantiti. E' uno scenario comune a decine di pellicole. E non è l'unico aspetto malfunzionante del sistema. Il fondo di garanzia copre una quota del 60- 80 %, al resto dovrebbe pensarci la produzione. Ma lo Stato non controlla che gli altri soldi ci siano, e alla fine il film viene fatto solo con i fondi ministeriali, tagliando su tutto. Aver finito Hermano ha del miracoloso. C'è poi il jolly ministeriale chiamato fondo di distribuzione, ma per il produttore l'uscita è un costo aggiuntivo. Ho scoperto su Internet che per Hermano sono stati "allocati" 194 mila euro, ma è uscito in una copia". È questa la dura realtà del film, quasi più dura delle vicissitudini che deve affrontare il protagonista del film. Antonio Sterni (Ignazio Oliva – Onde) è un giovane uomo al servizio di Don Eugenio (Paolo Villaggio), un boss locale, per cui lavorava anche il padre prima di venire assassinato a tradimento. In una delle tante missioni, consegnare una macchina a Stoccolma a un malavitoso russo, il ragazzo incontra Carlos Avileda (Rade Serbedzija – Prima della pioggia, Eyes Wide Shut) un ex pugile argentino che vive di espedienti. Superate le prime diffidenze, Antonio decide di dare un passaggio e un'opportunità a quell'uomo ruvido ma sincero, che cerca di riscattare le sconfitte subite sul ring e nella vita. Il viaggio da sud a nord alimenterà tra i due uomini l'affetto e il cameratismo, che sfoceranno per Carlos in un gesto d'amicizia estremo e definitivo, per salvare la vita al compagno. Road movie (quasi come il precedente 500, con una piccola utilitaria da Genova a La Spezia), attraversando il centro Europa, sembra essere l'immagine perfetta del precariato cinematografico italiano, che cerca spasmodicamente una storia, una sequenza, un posto al sole e trova spesso solo stentate approssimazioni, fugaci inclinazioni di genere, smorzati slanci di passione. Giovanni Robbiano imbastisce un buon film, non certamente un capolavoro (il sistema cinema è l'unico capace di realizzare opere indimenticabili), ma si trova a combattere, suo malgrado, con tagli improvvisi, superficiali caratterizzazioni, e sembra chiedere aiuto allo spettatore per ricordargli che il film è spezzato in due: da una parte ciò che è presente sullo schermo (talvolta ingenui intrecci, istantanee sovrimpressioni fotografiche) e dall'altra tutto ciò che non lo è. E proprio questa seconda parte pare essere quella più importante e indicibile.

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Regia: Giovanni Robbiano


Interpreti: Rade Serbedzjia, Paolo Villaggio, Ignazio Oliva, Emir Kusturica, Cristina Moglia


Distribuzione: Sharada Film


Durata: 96'


Origine: Italia, 2002

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