Le campagne promozionali dei videogiochi di Hideo Kojima sono talvolta più criptiche ed enigmatiche dei prodotti stessi, come se il mistero (o l’anticipazione che esso innesca) fossero parte integrante dell’immagine e dell’identità del game designer più celebre del Giappone. E in occasione della promozione del suo nuovo lavoro – il secondo dopo la separazione forzata dalla Konami – il padre di Metal Gear non poteva certo disattendere le aspettative. Attraverso alcuni tweet ha diffuso sul suo account ufficiale due immagini intenzionalmente interlocutorie, che poco dicono sul tema o sull’approccio estetico/produttivo del gioco, ma che sanno già di una dichiarazione di intenti considerevole: il volto etereo di Elle Fanning, sovrapposto alle due tagline inquisitorie “Who Am I?” e “Where Am I?”.

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Come ci si poteva aspettare, all’alba dell’annuncio sono seguite numerose reazioni, tra esternazioni di stupore e speculazioni più varie. E proprio come ai tempi di Death Stranding, all’entusiasmo iniziale dei numerosi fan/sostenitori, Hideo Kojima replica senza mai offrire delle risposte realmente chiarificatrici. Al contrario, non appena la fanbase ha iniziato ad interrogarsi sulla natura produttiva del progetto, ecco che l’autore interviene diffondendo nuove immagini di Elle Fanning. Ritratta questa volta all’interno della cabina di ripresa per la Perfomance Capture, in attesa di essere digitalizzata prima della trasmigrazione virtuale nei mondi infografici dell’enigmatico videogame.

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Generalmente, data la natura volutamente ambigua dei materiali promozionali, è difficile – se non banalmente impossibile – trarre delle conclusioni certe e definit(iv)e su un progetto di Hideo Kojima, specialmente nella sua fase embrionale. Ma diversamente dalle precedenti occasioni, alcuni indizi sembrano confermare quello che in molti hanno già supposto da tempo: ovvero che l’autore giapponese stia attualmente lavorando al sequel di Death Stranding, l’opera che ha inaugurato un nuovo capitolo nella carriera del game designer e della sua neonata “Kojima Productions”. Proprio dagli ambienti interni allo studio sembrerebbero provenire le prime conferme “ufficiose” (ma è davvero così?) relative al progetto, al punto che in un tweet – immediatamente rimosso – di un producer compare l’hashtag con il titolo del precedente gioco, insieme allo slogan “Where am I?” con cui è stata lanciata sin da subito la notizia. D’altro canto lo stesso protagonista di Death Stranding, Norman Reedus, tempo fa aveva dichiarato in un intervista a Leo Edit di “aver appena iniziato a lavorare sul secondo gioco”. Quasi a sfatare le logiche del mistero che governano ogni azione di Kojima, tanto nella costruzione pubblica della sua immagine, quanto nelle strategie comunicative dei suoi prodotti-enigma. Come se la campagna promozionale di un suo progetto non potesse esistere senza la contemplazione delle sue contraddizioni interne. Forse, allora, è proprio qui che possiamo (ri)trovare la chiave di decodificazione dell’universo criptico dell’autore: nella configurazione di un messaggio che disvela i suoi significati a partire dalla sua stessa insondabilità.

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