HOME CINEMA: Il ritorno di Godzilla, di Jun Fukuda

Edizione molto felice sul versante audio/video, che ci permette di riscoprire uno dei capitoli della prima serie dedicata al re dei mostri, sempre in bilico fra un sense of wonder fatto di storie esagerate e un'estetica grezza, ma aperta alle contaminazioni

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IL RITORNO DI GODZILLA
("Gojira, Ebira, Mosura: Nankai no Daiketto" ovvero "Godzilla, Ebira, Mothra: Il grande duello nei mari del Sud")
REGIA: Jun Fukuda
INTERPRETI: Akira Takarada, Toru Watanabe, Toru Ibuki, Kumi Mizuno, Akihiko Hirata
DURATA: 80'
ORIGINE: Giappone, 1966
DISTRIBUZIONE: Dvd Storm
FORMATO VIDEO: DVD vendita
DVD EXTRA: filmografie di Jun Fukuda, Akira Takarada, Kumi Mizuno e Akihiko Hirata
AUDIO: Dolby Digital 5.1 in italiano; Dolby Digital 2.0 in italiano e giapponese
SOTTOTITOLI: italiano
FORMATO: widescreen 2.35:1

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Consegnato al mito il capostipite di Ishiro Honda, la saga di Godzilla si è successivamente articolata attraverso una prima e molto controversa serie di 14 film, realizzati fra il 1955 e il 1975. Il target prescelto era infatti quello infantile, in netta opposizione alla drammaticità del film originario, e in Occidente non sono mancate infamanti marchiature e ghettizzazioni che hanno relegato questi film nell'ambito del trash.


E' senz'altro vero che la fattura ingenua degli effetti speciali ha sempre avuto il sopravvento, ma è altrettanto esatto che bisognerebbe considerare questi prodotti secondo un'ottica meno severa, inserendoli nell'alveo della sensibilità orientale, dove diversi sono i metodi artistici e produttivi e il sense of wonder non è mai stato necessariamente legato a un'idea di cinema riccamente estetizzante.


Nel complesso questa parte della luga epopea del "Grande G" finisce così per riassumere toni e tendenze di un periodo particolare della storia del Novecento, dimostrando una porosità che l'ha portata a inglobare nel proprio DNA disco-music e psichedelia (Godzilla furia di mostri, 1971), un'estetica comic-pop (Godzilla contro i giganti, 1972) e un tono donchisciottesco che si ritrova nella nuova natura di supereroe conferita al sauro atomico, d'ora in poi impiegato a salvare il mondo da una infinita sequela di creature improbabili. Nel mucchio dei registi che hanno portato a termine l'impresa, Ishiro Honda svetta ancora come il più coerente e originale, mentre Jun Fukuda è certamente quello che più ha cavalcato l'indole ludica ed esagerata della saga, regalandoci pellicole spassose e pregne di una libertà che oggi molti kolossal dovrebbero soltanto invidiare.


Il ritorno di Godzilla (da non confondersi con l'omonima pellicola del 1984) è il primo film della serie che vede coinvolto questo autore ed è incentrato sullo scontro fra il re dei mostri e il crostaceo gigante Ebira, che infesta le acque di un'isola dove si ritrovano i buffi protagonisti mentre sono impegnati nella ricerca di alcuni naufraghi. Sull'isola però si nasconde anche una base di scienziati dalle folli mire nuclearistiche (leit-motiv inprescindibile nella serie) che sembra uscita da uno dei primi film di James Bond, e una tribù indigena che venera il dio falena Mothra (chiamato Matra nell'edizione italiana). L'avventura è sempre sul confine dell'autoparodia e in questo caso concede meno spazio del solito ai mostri, tanto da eliminare persino il consueto contesto urbano. Da segnalare le amene musiche, che incorniciano le sequenze più drammatiche creando un anticlimax narrativo simpaticamente spiazzante.


Il dvd della Storm è una sorpresa che non può non lasciare compiaciuti i fans dei kaiju-eiga (film di mostri) giapponesi: i titoli in italiano fanno sospettare che si sia operato a partire da materiali nostrani e l'esito ha dell'incredibile. Dopo anni spesi dietro scalcinate edizioni video o traballanti registrazioni da emittenti locali (per non parlare delle pessime edizioni digitali della Mondo H.V.), vedere il film riportato all'originario formato Tohoscope, con colori brillanti e pieni, in un quadro perfetto e privo di graffi, non può che riempire di soddisfazione. Davvero il film rivive, apparendo anche più spettacolare di quanto realmente non sia. E l'audio risulta preciso e potente, soprattutto nella traccia giapponese, mentre quella italiana presenta un po' di fruscio, ma ha il merito di non proporci un odioso ridoppiaggio.


Senza dubbio un lavoro svolto con passione e impegno, dinanzi al quale passa in secondo piano la mancanza di extra (limitati ad alcune incomplete filmografie). La speranza, ovviamente, è che questo esempio non rimanga isolato e anche altri capitoli della saga ricevano presto un simile trattamento sì da fornire a tutti la migliore occasione per la riscoperta di questi film.

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