HOME CINEMA – Milano odia: la polizia non può sparare & Milano trema: la polizia vuole giustizia

In cofanetto due classici del poliziesco all'italiana: una operazione di recupero che, in virtù di un attento lavoro in fase di commento audio, fornisce allo spettatore uno spaccato preciso e puntuale dell'Italia degli anni di piombo e risarcisce i generi nostrani rispetto alle tante accuse che lo hanno sempre accompagnato

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MILANO ODIA: LA POLIZIA NON PUO' SPARARE
REGIA: Umberto Lenzi
SCENEGGIATURA: Ernesto Gastaldi
INTERPRETI: Tomas Milian, Henry Silva, Ray Lovelock, Anita Strindberg
DURATA: 95'
ORIGINE: Italia, 1974
DISTRIBUZIONE: Alan Young Pictures Home Video
FORMATO VIDEO: DVD vendita (euro 28,90 in cofanetto con "Milano trema")
DVD EXTRA: commento parziale dello sceneggiatore Ernesto Gastaldi; trailer italiano; recensioni d'epoca; galleria manifesti; biofilmografie
AUDIO: Dolby Digital 5.1 in italiano; Dolby Digital mono in italiano e inglese
SOTTOTITOLI: italiano
FORMATO: widescreen 2.35:1 anamorfico ottimizzato 16×9

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MILANO TREMA: LA POLIZIA VUOLE GIUSTIZIA
REGIA: Sergio Martino
INTERPRETI: Luc Merenda, Richard Conte, Martine Brochard
DURATA: 98'
ORIGINE: Italia, 1973
DISTRIBUZIONE: Alan Young Pictures Home Video
FORMATO VIDEO: DVD vendita (euro 28,90 in cofanetto con "Milano odia")
DVD EXTRA: commento del regista Sergio Martino per tutta la durata del film; secondo commento dello sceneggiatore Ernesto Gastaldi per tutta la durata del film; trailer americano; recensioni d'epoca; galleria immagini; biografie
AUDIO: Dolby Digital 5.1 in italiano; Dolby Digital mono in italiano e inglese
SOTTOTITOLI: italiano;
FORMATO: widescreen 2.35:1 anamorfico ottimizzato 16×9


Negli ultimi anni il poliziesco all'italiana sembra aver ritrovato quel contatto con il pubblico che lo aveva reso molto popolare all'epoca e che lustri di incomprensione e silenzio gli avevano poi negato. Da ogni dove fioriscono nuove iniziative legate al genere e il mercato del dvd non poteva certo restare insensibile al richiamo del prolifico fenomeno. Il cofanetto in questione, realizzato dalla Alan Young Pictures nell'ambito di una più vasta operazione di recupero delle pellicole prodotte dalla Dania Film di Luciano Martino, mette così a confronto due lavori esemplari del genere.


Milano odia: la Polizia non può sparare è un titolo che vive ormai di vita propria, idolatrato com'è dagli esegeti del "cinema bis" per la grande carica di violenza e l'interpretazione sopra le righe di Tomas Milian, sorta di "iena" ante-litteram, arricchita però da un surplus di miserabilità che rende il personaggio meno fumettistico e più vero rispetto agli epigoni anche americani. L'accostamento al meno celebrato Milano trema: la polizia vuole giustizia, del versatile Sergio Martino, è meno peregrino di quanto si potrebbe immaginare, poiché anche questo poliziesco fantapolitico mira a tratteggiare, sebbene all'interno di un meccanismo puramente di genere, una critica feroce nei confronti di un particolare momento della vita civile italiana, in bilico fra modelli autoritari, strategie della tensione e ribellismo giovanile.


L'ottimo lavoro svolto in fase di commento audio, dove giganteggia il deus ex machina del dittico, ovvero lo sceneggiatore Ernesto Gastaldi, mira proprio a fornire allo spettatore lo spaccato dell'epoca che faceva da sfondo a queste storie e degli intenti sociologici del caso (peraltro ammorbiditi dalla produzione), accanto alla puntuale analisi dei meccanismi narrativi, dei modelli americani dai quali questo tipo di cinema riprendeva molti stilemi e anche dei codici poi ripresi da registi più vicini alla nostra epoca. A discorrere con competenza e passione con Gastaldi e Martino, peraltro, c'è Giona Nazzaro, firma ben nota ai lettori di "Sentieri Selvaggi".


Alla fine il lavoro svolto dalla Alan Young ha il merito non soltanto di avere recuperato due tasselli importanti della tradizione cinematografica italiana, ma anche di fornire allo spettatore una serie di importanti elementi per una comprensione non superficiale del dittico. Un esempio felice di come dovrebbero essere realizzati i dvd, sempre più strumento nelle mani di affaristi con pochi scrupoli, privi di qualsivoglia interesse verso gli appassionati e lo stesso prodotto.


La qualità audio/video dei due film, infine, è molto buona e, anche se l'occhio più attento può notare fastidiosi sciami di pixel in alcune scene buie, la brillantezza delle immagini, unitamente al rispetto del formato Techniscope e all'integralità delle opere, riscuote un convinto assenso.

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