HOME CINEMA – "Nowhere To Hide", di Myung See Lee

In DVD da Elleumultimedia un bel poliziesco coreano

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Pellicola divertita, sentita, in qualche modo profondamente cinematografica, di quel cinema che devi in primo luogo sentire, provare, sbatterci contro, esserne avvolto. Myung See Lee è un maestro in questo; settantadue giorni nell'indagine e nella vita del poliziotto Woo, non animato da un 'codice cavalleresco' , ma piuttosto da un 'codice ad esclusione etica ', confesserà infatti : "mio padre diceva, se vai avanti così diventerai un criminale con i tuoi modi di fare, entra in polizia, almeno sarai dalla parte dei buoni". Settantadue giorni anche nella vita di Chang Sungmin, malinconico ma terribile signore della droga,   tutti presentati con la velocità, la decisione e la adamantina durezza di un treno: regia fatta di abili simmetrie, entrambi sono protagonisti "dannati" perché soli, senza un nucleo famigliare, entrambi quindi senza 'nessun posto dove nascondersi' o a cui tornare.

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Il regista Lee è un lucidissimo e scaltro utilizzatore di interni, basti pensare al primo ignaro faccia a faccia tra Woo e Sungmin in un ristorante il primissimo giorno dell'indagine, tutto ruotante su un accendino che il poliziotto infreddolito chiede in prestito al signore della droga. Il film naturalmente non è tutto in interni, respira, prende il suo tempo nella costruzione di scontri/incontri, fatti di pura forza cinetica, rappresentata in maniera sottilmente 'falsa' come nei manga e nell'animazione. Vi sono anche momenti malinconicamente e ineluttabilmente dilatati, descrittivi e di "ambientazione emotiva", come la scena sotto la neve tra i due poliziotti, o di Woo che va a trovare sua sorella, tutti incastonati perfettamente nell'organismo della pellicola, utili e integrati nel respiro sincopato del film, dando nuova linfa alle sperimentali scene d'azione, dove ci si scontra non tanto per una cattura, o per la salvezza, quanto per un bisogno inestinguibile ed atavico di lottare insito nella natura primitiva di ogni essere umano. Questi momenti sono elevati, e trovano la loro ragion d'essere, in un uso "fisicamente etico" del sonoro e di alcune musiche meravigliose come le 'calde' note di 'Holiday', cantata dai Beeges, che scendono  sottili, copiose e malinconiche insieme alle gocce del temporale che riempiono con calma zen ineluttabile quasi immediatamente l'inquadratura iniziale, quella dell'uccisione di un nemico di Sungmin costruita cinematograficamente in maniera perfetta e sublime.  Le stesse note si trasformeranno poi lentamente in una 'marcia militare/funeraria' nello scontro finale di Woo e Sungmin sotto una implacabile e battente pioggia: corpo a corpo, colpo su colpo, con la camera che riprende di tre quarti i volti devastati, macchiati, bagnati, ma non piegati, che segue gli spruzzi di sangue, di volontà, di vita, ed è proprio qui che si percepisce soffiare un po' di quel magico vento che esisteva nei film del nostro Sergio Leone (si sente anche per un paio di secondi l'incipit del pezzo 'Man with Harmonica'), per un cinema fatto di vita, desiderio, di sangue e fango.


Joong Hoon Park (Woo), attore quarantenne, è amato in Sud Corea,  ma in occidente è pressoché sconosciuto, eppure una certa somiglianza (neppure troppo vaga, e sicuramente calcata volutamente nelle movenze) con il mitico John Belushi, non sembra buttata lì a caso, il suo ineguagliabile sguardo, il suo modo di fare iconoclasta, inarrestabile, maleducato, un treno con una divertita e scostumata faccia da schiaffi, in parte è presente proprio in questo 'feticcio' coreano. Il regista invece, della nuova e promettente generazione della Sud Corea, aveva fatto già una pellicola prima di questa, il titolo era 'Their last love affair' del 1995 dove recitava l'attrice Kang Soo Yeon ospite al Far Est film festival di Udine nel 1999.  


Acclamato all'edizione 1999 del Sundance Film festival, arriva (cosa più unica che rara) anche in Italia con il titolo 'Nowhere to hide', distribuito dalla Mikado nell'estate del 2001 in qualche città italiana, ora è disponibile in un bel DVD, e anche in vhs, per la 'Elleu multimedia' da giugno 2002. L'edizione in DVD si presenta con un buon sonoro distribuito nelle casse anteriori, molto forte e cristallino nella versione in coreano, cosa che non è esattamente così per la versione doppiata in italiano invece, comunque di buona qualità (sarà forse la pista audio del doppiaggio italiano ad abbassare i rumori di fondo, rendendoli meno "ferrei" e "decisi" come il regista probabilmente voleva). Gli extra, piuttosto scarsi, si compongono di due schede, non troppo approfondite, dei due attori principali, e di una del regista.

 


Injong Sajong polkopt opta –


Corea del Sud 1999, di Myung See Lee.


Sceneggiatura: Myung See Lee, Fotografia:Jeong Kwang Seok, Song Haeng Li, Montaggio:Go Im Pyo, musica: Sung Woo Cho, durata: 111 minuti.


 


Dati DVD:


Formato video 1.85: 1


Lingua italiano (5.1)


Coreano (2.0)


Sottotitoli in Italiano.


 Prezzo euro 23,19

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