Home, di Franka Potente

Un esordio sorprendentemente maturo e consapevole quello della regista e cantante tedesca dove riesce a tirare fuori il meglio dai suoi protagonisti

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Marvin Hacks, quasi 40 anni, gira da solo con lo skate. Ritorna a casa dopo molti anni. Parla poco e il tormento che ha se lo porta dentro. Franka Potente gli regala quell’inquietudine di uno dei personaggi più celebri che ha interpretato come attrice, quello di Lola corre di Tom Tykwer. Lui non corre forsennatamente per le strade di Berlino. Ma, in qualche modo, anche lui è in fuga dal posto dove vive. Quando ritorna nel suo appartamento, rivede la madre ormai gravemente malata. Poi scopre che a Clavis, la cittadina dove è nato, nessuno l’ha perdonato per l’omicidio che ha commesso 17 anni prima. Soprattutto è la famiglia della donna uccisa, i Flintow, che gliela vuole fare pagare. Uno dei suoi membri è Delta, 22 anni, che non ha mai dimenticato la morte della nonna. Ma dopo l’iniziale riluttanza, inizia a entrare in confidenza con Marvin.

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L’esordio nel lungometraggio dell’attrice e cantante tedesca è sorprendente proprio per il modo in cui riesce a filmare l’atmosfera malata della provincia. Mostra luoghi spaziali e mentali popolati da fantasmi (tra questi anche il fratello morto di Marvin) ma non ricorre mai ai flashback. Mostra solo il luogo dell’omicidio, in un muro dove ci sono i contatori. La potente ha appreso i tempi del thriller da Tykwer ma anche da Greengrass; ha infatti interpretato la parte di Maria in The Bourne Supremacy dopo che era stata diretta anche da Liman in The Bourne Identity. Ma lo trasforma in qualcosa di introspettivo, un viaggio all’indietro verso un passato visto come  vuoto abissale. In un dialogo tra il protagonista e Delta, la ragazza gli dice che in tutti questi anni si è perso The Waking Dead, The Bachelor e Games of Thrones. A tratti forse forza la mano come nella scena in chiesa. Ma trova sempre la nota giusta nell’entrare nell’intimità con i suoi protagonisti come nelle scena tra Marvin e la madre (ottima Kathy Bates) mentre giocano a carte e a calcio quando si passano una lattina di Coca-Cola.

La Potente tira fuori il meglio dagli attori a cominciare dal protagonista Jake McLaughlin (già visto in Nella valle di Elah, Warrior e soprattutto nei panni di Ryan Booth nella serie tv Quantico) e da Aisling Franciosi nei panni di Delta. Disegna un coinvolgente cammino cristologico di redenzione. Lo fa attraverso un film che è già di impressionante maturità che guarda quei thriller familiari di provincia degli anni ’80, in special modo James Foley. Probabilmente quello straordinario film del regista statunitense, A distanza ravvicinata, è stato un punto di partenza decisivo. Anche quello era, insieme, un film sul tempo perduto ma anche su quello che resta.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.8

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4 (1 voto)
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