HORROR & SF: "Feast", sotto assedio

Tutto in una notte: la paura, l'assedio, la lotta per la sopravvivenza. E' "Feast", diretto da John Gulager, splatter movie in cui gli avventori di un locale sperduto nel deserto degli States combattono contro mostruose creature giunte dal nulla, in un tripudio di sanguinolente frattaglie. Un film dallo spirito libero e scanzonato

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Under Siege. Sotto assedio. In una sola notte di paura, morte, sangue, brandelli di speranze e vite spezzate, nel tentativo di resistere all'assalto di mostruose creature affamate di interiora umane. In un bar come tanti, sperduto nel nulla di un polveroso deserto americano come tanti, in una nottata apparentemente normale che si trasforma all'improvviso, e senz'alcuna causa razionale, in una disperata lotta per la sopravvivenza.

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Tutta qui, in poche e semplici battute, la trama di Feast, splatter movie diretto dall'esordiente John Gulager, presentato in alcuni festival americani a fine 2005 (Chicago, Savannah), distribuito nelle sale degli States durante il 2006, e uscito in Dvd quest'anno. Il film nasce da un concorso, una sorta di reality show chiamato Project Greenlight ideato dalla Liveplanet, casa di produzione appartenente a Chris Moore, Matt Damon e Ben Affleck, che ogni anno dà la possibilità ad aspiranti sceneggiatori e registi di sfidarsi e proporre le loro idee; come premio, la realizzazione di un lungometraggio finanziato dalla medesima Liveplanet. Nell'ultima edizione i vincitori sono stati Marcus Dunstan e Patrick Melton (sceneggiatori), e Gulager (regista), i quali hanno potuto realizzare questo Feast.


Siamo decisamente sotto l'egida di un sotto-filone molto caro al cinema horror, quello appunto dell'under siege movie, che vede chiaramente il suo ineguagliato precursore ne La notte dei morti viventi di Romero, per poi giungere fino ai giorni nostri passando attraverso il raimimiano Evil Dead e, tra gli altri, Dal tramonto all'alba, della premiata ditta Rodriguez-Tarantino, l'esempio a cui Feast più si ispira e si avvicina.

E dunque i vasti spazi dell'America desertica, la polvere e i fucili, whisky e birra e sudiciume, un bestiario di umanità variegata e impotente, un manipolo di anti-eroi costretti loro malgrado ad affrontare orrende creature spuntate dal nulla, e l'unità di luogo e di spazio come parete di sostegno di 85 minuti di puro entertainment, in cui poco viene spiegato, in cui il prima e il dopo e il perchè contano praticamente nulla, perchè c'è solo il momento, e una notte lunga un secolo in cui sopravvivere all'assalto.


Gulager, figlio d'arte del caratterista cine-televisivo Clu (visto ad esempio in Nightmare 2 e ne Il ritorno dei morti viventi, e qui presente nel ruolo di un attempato barman), sbaglia la colonna sonora, esagera in schizofrenia visiva nelle scene di combattimento (in alcuni momenti la velocità d'azione e gli stacchi di montaggio sono talmente rapidi che è veramente arduo capire cosa stia accadendo), e in taluni tratti fatica a riempire i momenti di attesa tra uno scontro e l'altro, penalizzato da qualche caduta di ritmo nella sceneggiatura. Ma ci mette il cuore e la passione, lo si vede, cercando di portare all'interno della pellicola quello spirito libero e anarchico che ben si addice a un prodotto che pesca a piene mani nello splatter puro, in un profluvio di squartamenti, occhi strappati, sangue a fiotti e macelleria varia. Inoltre mette insieme un bel cast di attori navigati e sicuri di sè (tra cui il musicista/attore Henry Rollins), ci risparmia i soliti insopportabili adolescenti pompati, e indovina, soprattutto nella prima parte del film in cui descrive gli avventori del locale, il ritratto di un'umanità triste e disperata, squallida e (s)perduta, che si arrabatta con il poco che ha e che sogna una vita migliore che presumibilmente mai avrà.

Nelle sue caratteristiche scenografiche, fotografiche, e nel dipanarsi della sceneggiatura, siamo davvero a stretto contatto con l'attacco dei vampiri di Dal tramonto all'alba. Sembra di essere all'interno del Twitty Twister, o in un locale ad esso affiliato. Ma qui non c'è il glamour tarantiniano, siamo in una zona d'ombra più sporca e arruginita, e non ci sono vampiri, bensì mostri senz'alcuna precisa connotazione archetipica, feroci e sessualmente scatenati, che si riproducono partorendo istantaneamente e che nelle fattezze assomigliano vagamente alla creatura rambaldiana di Alien. Buoni gli effetti speciali, anche se il massiccio uso del digitale e del computer toglie paradossalmente un po' di genuinità e veridicità al tutto (ma d'altronde questo film è retaggio diretto di tanto cinema post-moderno). Divertenti alcuni dialoghi che affondano spesso nella trivialità. Realmente disgustose un paio di sequenze ad alto contenuto verminoso.


In definitiva un prodotto tutt'altro che trascendentale (che vede tra i produttori esecutivi anche Wes Craven), il quale va però a porsi come buon esempio di un certo cinema horror scanzonato e onesto, privo di ambizioni eccessive, in grado di divertire e divertirsi. Non a caso i fans hanno gradito, i passaggi nei vari festival hanno ottenuto buoni responsi (e il premio della giuria all'Austin Fantastic Fest), e Gulager ha recentemente annunciato la possibilità di un sequel.


Il film non è per ora uscito in versione italiana, ma è comunque facilmente reperibile in Dvd edito dalla Dimension Films, con diversi contenuti speciali tra cui un finale alternativo, che doveva essere quello ufficiale e che invece è stato poi successivamente cambiato.

Il trailer


 


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