"Hot Chick – Una bionda esplosiva", di Tom Brady

Vogliamo solo ipotizzare il confronto fra il "Saturday night live" di Rob Schneider e l'osannato "Torno sabato" di Giorgio Panariello? Ci troviamo qui dinanzi ad una maschera che farà parlare di sé, forte della sua tendenza ad uno slapstick chiassoso ma passivo, come le sue recitazioni soggiogate da impulsi

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Il catalogo estivo suole svenderci questi film come avanzi scaduti. Lungi da noi l'idea, consunta per davvero, di un piedistallo che azzardi ribaltare un valore artistico indesiderabile. Ma il punto è un altro. Dove li troviamo più tra noi comici luridi, oscenici, capaci di infastidire il molle pubblico dei multiplex? Dove sono gli eredi della commediaccia amarcordiana (per non scomodare il premio Oscar Cioni Mario) che almeno aveva il coraggio dell'isolamento culturale e della disarmonia generazionale? Vogliamo solo ipotizzare il confronto fra il Saturday night live di Rob Schneider e l'osannato Torno sabato di Giorgio Panariello? Ci troviamo qui dinanzi ad una maschera che farà parlare di sé, forte della sua tendenza ad uno slapstick chiassoso ma passivo, come le sue recitazioni soggiogate da impulsi che non si sa riconoscere perché non ci dovrebbero appartenere. Vuoi gli istinti biotech di Animal, dove Tom Brady figura come sceneggiatore con l'attore, vuoi i disagi pruriginosi dei corpi-albergo di Hot Chick (e in entrambi ricordiamo due gustosi cameo di Adam Sandler, anche produttore esecutivo). Nella consueta cornice "collegiale" si duplica un tema già sfruttato (il gotico inglese Barbara, il mostro di Londra del '71 oltre che ovviamente Nei panni di una bionda col suo progenitore minnelliano Ciao Charlie del '64) della trasformazione nel corpo sessuale opposto. Brady segue gli invertiti Clive, goffo ladruncolo, e Jessica, bisbetica liceale mozzafiato, in un carnevalesco accumulo di gags ed equivoci. Ma mentre il corpo-Jessica mostrerà di ben resistere al mutamento usando le proprie sembianze come una merce utile ad accumularne altre, il corpo-Clive farà emergere proprie ed altrui confusioni adolescenziali che il finale, una mezza citazione da Some Like It Hot, vorrà esorcizzare. Manca lo sguardo paranoico e liberatorio dei fratelli Farrelly, utile antidoto al cattivo gusto di una società. Ma se è l'aspetto ludico ciò che conta (non a caso l'unico "inverso" accettato è il fratellino di Jessica perché si ritiene sia un travestito per gioco) poco importa se una pellicola come questa si presterà ad un fuoco incrociato. Anche questa è la serialità.

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Titolo originale: The Hot Chick
Regia: Tom Brady
Sceneggiatura: Tom Brady, Rob Schneider
Fotografia: Tim Suhrstedt
Montaggio: Peck Prior
Musiche: John Debney
Scenografie: Tom Frohling
Costumi: Alix Friedberg
Interpreti: Rob Schneider (Clive), Rachel McAdams (Jessica), Robert Davi (Stan Thomas), Ann Faris (April Thomas), Maritza Murray (Keecia "Ling-Ling" Jackson), Melora Hardin (Carole Spencer)
Produzione: Carr D'Angelo, John Schneider
Distribuzione: Buena Vista International Italia
Durata: 104'
Origine: Usa, 2002

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