Hotel Transylvania 2, di Genndy Tartakovsky

Brillante ma meno sorprendente del primo Hotel Transylvania, in cui un umorismo più sottile nasceva dal contrasto tra l’aspetto esteriore e minaccioso dei mostri e la loro innata tenerezza

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La guerra tra mostri e umani è finita. Dopo aver vissuto per secoli nel terrore gli uni degli altri e dopo essersi nutriti voracemente delle leggende che li descrivevano come assassini sanguinari e brutali inquisitori si sono finalmente riconciliati, e col tempo le creature della notte hanno abbandonato i loro cupi castelli per confondersi con la folla di umani, meno mostruosi nell’aspetto ma non nelle azioni. Questa ventata di pace e amore ha travolto anche la giovane vampira Mavis, unica erede del famigerato Dracula – detto Drac dagli amici – che ha sposato senza pensarci due volte l’hippy girovago Johnathan, dando alla luce il piccolo Dennis, un cucciolo di uomo tenero e boccoloso, che non aspetta altro che il suo quinto compleanno per trasformarsi in vampiro.

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Nonno Drac freme per la sorte di Dennis e non desidera altro che veder spuntare due piccole zanne sul suo tenero faccino, per poterlo considerare un mostro a tutti gli effetti invece che un umano smidollato. Nonostante l’intero popolo dei mostri ami i gli umani, Drac continua a rimanere abbarbicato alla tradizione che li vede nemici giurati e consacra vampiri, mummie e lupi mannari a un destino di spaventatori professionisti. Ma la realtà è ben diversa perché i mostri sacri delle leggende gotiche ormai si sono arrugginiti e, oltre a non fare più paura, sono salutati dal mondo come vere e proprie star. Così quando Drac parte con il Piccolo Dennis e i suoi storici amici per un viaggio di formazione alla paura, convinto di convertirlo all’orrore, l’impresa si rivela al limite dell’impossibile.

Per il secondo viaggio nella terra più mostruosa del mondo Genndy Tartakovsky porta con sé gli stessi personaggi che hanno animato il primo Hotel Transylvania, ma converte l’atmosfera surreale del castello isolato dal mondo in un’avventura cosmopolita in cui la leggenda lascia spazio in una narrazione estremamente attuale, intrisa di tecnologia e avvezza al linguaggio dei social media. I mostri sono saltati fuori dai romanzi gotici per integrarsi con il loro tempo, e si sono tolti di dosso i vecchi costumi polverosi in nome di uno smartphone di ultima generazione, e proprio in questo contrasto tra tradizione e innovazione Tartakovsky trova i suoi spunti comici, risultando brillante ma meno sorprendente del suo primo Hotel Transylvania, in cui un umorismo più sottile, ma anche più intelligente, nasceva dall’inevitabile contrasto tra l’aspetto esteriore minaccioso dei mostri e la loro innata tenerezza, così estranea ai tanto odiati umani.

Titolo originale: id.

Regia: Genndy Tartakovsky

Distribuzione: Warner Bros.

Durata: 89′

Origine: Usa 2015

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