How to tell a secret, di Shaun Dunne e Anna Rodgers

Il film va dritto in profondità sul tema dell’HIV esplorando l’intimità delle persone e ciò che ne consegue in termini di apertura verso gli altri e la società. Dall’Irish Film Festa in corso a Roma

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Uscito nell’estate del 2022, How to tell a secret si presenta come un progetto cinematografico totalmente irlandese diretto da Anna Rodgers e Shaun Dunne. Quest’ultimo è anche autore del testo teatrale Rapids, al quale il documentario è ispirato. La vicenda che è portata avanti nel film si basa sulla storia di giovani uomini, donne migranti, drag queen e attivisti alle prese con la propria sieropositività. Da una parte, i protagonisti sono spinti a rivelare il proprio deficit ma, dall’altra parte, tendono a nascondere il problema provando a mandare avanti l’esistenza quotidiana. Tutto il film segue un leitmotiv dove gli attori eseguono monologhi delle esperienze vissute dalle persone reali nell’apprendere di aver contratto l’HIV e comunicando la medesima informazione ai loro cari. I registi riescono in questa ricostruzione a donare un senso poetico a tutta la storia del documentario e quindi in termini di testimonianza umana.

Già nel 1993, il regista Jonathan Demme nel suo Philadelphia aveva toccato una chiara contraddizione all’interno della società americana. Un giovane avvocato, interpretato da Tom Hanks, viene allontanato dalla posizione lavorativa occupata dopo la scoperta della sua omosessualità e la successiva contrazione dell’HIV. Qui la dialettica è di carattere politico e sociale, ovvero come sia possibile che in una società totalmente libera e democratica alcuni cittadini debbano tenere nascosta la propria preferenza in termini di genere sessuale? Altresì, com’è possibile, che in una struttura sociale avanzata, come quella irlandese, molti cittadini debbano trovarsi in una condizione ambigua tale da nascondere la propria stessa intimità personale?

La contraddizione diventa un forte attrito quando si mettono in luce gli aspetti paralleli, quasi come se i cittadini si trovassero a vivere in due piani separati, uno che riguarda l’immagina pubblica, e l’altro, che riguarda l’immagina privata da nascondere. A tal proposito, How to tell a secret ricorda le performance dell’artista di strada Thom McGinty, che con la sua attività provava a sensibilizzare le persone nei confronti dei diritti civili e dell’integrazione delle differenze. Il ricordo di quest’attore e delle sue performance mette probabilmente in luce l’aspetto più incisivo del film, ovvero che l’idea dei diritti civili non sia solo una battaglia politica ma che dietro ogni persona ci sia sempre un essere umano che vede il logorare della propria esistenza con ciò che ne comporta.

Uno dei due registi, Shawn Dunne, che ha svolto un lungo tour con la versione teatrale del film, ha dichiarato:” Avverto molta responsabilità quando le persone vengono a vedere lo spettacolo”.

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