
Alla stregua di un’opera, anche la voce può assurgere ad arte e congelarsi nel tempo. Poche le band, tuttavia, che hanno scosso le menti e le viscere, capaci di unire età e credi sotto un’unica corona: i Queen. Ancora oggi, le loro canzoni sono immolate in stadi, a manifestazioni, riferimenti imprescindibili declinati in consacrazioni ideologiche.
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PRODUZIONE DEL DOCUMENTARIO corso online con Raffaele Brunetti, dall’11 febbraio

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BANDO CRITICA DIGITALE, partecipa entro il 20 febbraio!
Corso Trimestrale di Montaggio in presenza, da 19 marzo
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Acting! Corso Trimestrale Recitazione Cinematografica, dal 4 marzo

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Molte band hanno segnato epoche, instillandosi nell’immaginario comune e contribuendo ad un patrimonio culturale che ne decreta anche l’immortalità. Molte hanno lanciato mode e influenzato stili di vita, divenendo simbolo per tante generazioni. Alla stregua di un’opera, anche la voce può assurgere ad arte e congelarsi nel tempo, incidendo profondamente un’eco indelebile capace di superare i confini di spazio/tempo. Poche le band, tuttavia, che hanno scosso le menti e le viscere, capaci di unire età e credi sotto un’unica corona. La corona dei
Queen. Ancora oggi, le loro canzoni sono immolate in stadi, a manifestazioni, riferimenti imprescindibili declinati in consacrazioni ideologiche. Al di là del successo planetario, le parole del celebre gruppo inglese risuonano nei cuori come inni di libertà, di protesta e di sensibilizzazione sociale. Il singolo
Killer Queen raggiunge il secondo posto delle classifiche in terra patria,
We Are The Champions e
We Wil Rock You rimbalzano tra striscioni e cori in ogni evento sportivo,
I Want to Break Free si fa emblema di libertà per i popoli sudamericani, mentre il video che la accompagna viene accusato di cattivo gusto e bandito dalle televisioni. Sperimentatori di suoni, i Queen spaziano diversi generi musicali, senza il timore di deludere i fan includendo sonorità disco e funk su una base hard rock con innesti di gospel, heavy metal, rock psichedelico e sinfonico, vaudeville, rockabilly e dixieland.

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Ispiratisi ai Pink Floyd, i Led Zeppelin, gli Who, Elvis Preasley, Jimi Hendrix, oltre a Liza Minnelli e Aretha Franklyn, la loro influenza tocca artisti con background e stili diversi, dal glam rock al progressive pop, tra cui i Dream Theater, gli Extreme, i Foo Fighter, i Guns’n’Roses, gli Iron Maiden, i Radiohead e gli Smashin Pumpkins per citarne alcuni. Composto da
Freddie Mercury,
Brian May,
Roger Taylor e
John Deacon, il gruppo tocca critica e pubblico divenendo una delle principali band sulla scena musicale internazionale di tutti i tempi. Lo studio delle armonizzazioni e la teatralità che connotano i Queen li impongono agli occhi di tutti come un fenomeno unico, spettacolare ed epico. La pianificazione del Magic Tour ne attesta definitivamente il successo strepitoso, con uno spettacolo a Budapest che li ha consegnati alla storia come la prima band occidentale in un paese dell’Europa dell’Est.
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LA SCUOLA DI DOCUMENTARIO di SENTIERI SELVAGGI

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I Queen si esibiscono davanti a 80mila fan. Era il 27 luglio 1986, e sarebbe stato l’ultimo tour a cui Freddie Mercury avrebbe preso parte. Nelle sale per un giorno,
Hungarian Rhapsody QUEEN Live in Budapest è il risultato di quell’evento. Su oltre due ore di girato, questo documentario seleziona i momenti più incisivi del concerto, riportando alla luce un momento straordinario, atteso sugli schermi italiani per il 20 novembre. Il regista Jànos Zsombolyai ridà vita a quello che fu un dispiegamento di autorità, cameramen e tecnici senza precedenti, a sottolineare l’importanza dell’occasione. Teatro di scena è il Népstadium, su cui si innalzano le note di
Tavaszi Szel Vizet Araszt, commovendo tutta la platea. Rimasterizzato in alta definizione, il documentario musicale compie piccole associazioni visive tra il concerto e gli attimi di vita da turista di ogni membro della band, ricordando la gloria mai offuscata che risplende sulla passerella finale di un trono regale.
Titolo originale: id.
Regia: János Zsombolyai
Interpreti: Freddie Mercury, Brian May, Roger Taylor, John Deacon
Distribuzione: Microcinema
Durata: 90'
Origine: USA, 2012
Sentieriselvaggi21st n.19: cartacea o digitale