"I 2 soliti idioti", di Enrico Lando

i 2 soliti idioti

Se il primo I soliti idioti, con la sua marcata impostazione televisiva, poteva essere scambiato per un fortunoso esperimento, il secondo episodio invece lo conferma come un fenomeno con il quale è necessario fare i conti. Il trio Mandelli-Biggio-Valsecchi hanno infatti sfruttato gli stessi fondamenti dei cinepanettoni, con la loro trovata rivoluzionaria di lasciare che i propri terribili personaggi potessero fare quello che gli pare, senza restrizioni.

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Il Natale 2012 sarà ricordato come un momento chiave per il cinema italiano. Infatti, oggi, i figli (il duo Francesco MandelliFabrizio Biggio e il produttore Pietro Valsecchi) hanno ucciso i padri (De Laurentis e De Sica). Se il primo I soliti idioti, con la sua marcata impostazione televisiva, poteva essere scambiato per un fortunoso esperimento, il secondo episodio invece lo conferma come un fenomeno con il quale è necessario fare i conti. La loro forza, misurabile attraverso gli incassi, l’affetto del pubblico e il disprezzo della critica, li ha portati inesorabilmente a soppiantare in tutto lo stanco filone di Vacanze di Natale, straziato tra il desiderio di tornare alle origini e i goffi tentativi di seguire un modello “Love Actually”.

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I 2 soliti idioti, con metodi più facili ed immediati, hanno saputo sfruttare queste debolezze, portando all’estremo lo stesso discorso fatto da Neri Parenti per anni, ovvero la famigerata messa alla berlina del mal costume italiano. Prendiamo ad esempio il personaggio che De Sica ha interpretato per decenni.  Romano, ricco, sgradevole, furbo, feroce con la prole e sempre in cerca di qualche giovane amante. A mitigarlo c’era solo la bravura dell’attore che cercava con tutti gli sforzi di inserirlo nella tradizione dei mostri della commedia all’italiana. Adesso prendiamo il famoso Ruggero De Ceglie, il motore di tutto l’universo dei soliti idioti. Costui non è per caso l’esasperazione senza limiti del  “puttaniere” desicano? Non è forse un protagonista di un cinepanettone elevato all’ennesima potenza?

Il trio Mandelli-Biggio-Valsecchi hanno sfruttato gli stessi fondamenti delle produzione di De Laurentis ma senza tutti quegli “accorgimenti artistici” (un regista, degli attori, alcuni sceneggiatori) che comunque il produttore utilizzava. La loro trovata rivoluzionaria è, invece, lasciare che i propri terribili personaggi facciano quello che gli pare, senza restrizioni. Ciò porta, per forza di cose, ad una pellicola dove per un’ora e mezza si assiste ad una sequenza di turpiloqui, flatulenze e schifezze varie che, onestamente, castrano anche le poche idee gradevoli come il nonsense, le autoparodie e le citazioni cinefile (basti pensare che il leggendario “metti la cera, togli la cera” del maestro Miyagi diventa per l’occasione “mettilo ar culo, prendilo ar culo”). Nonostante ciò la saga de I soliti idioti andrà probabilmente avanti e continuerà a riscuotere successo, zittendo, quindi, tutte le nostre critiche. Allora non ci resta che dire: il cinepanettone è morto, evviva i soliti idioti.

 

Regia: Enrico Lando

Interpreti: Francesco Mandelli, Fabrizio Biggio, Teo Teocoli
Origine: Italia 2012
Distribuzione: Medusa
Durata: 90'

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