Gray, Assayas, Audiard, Ramsay, Bong Joon-ho. I loro 50 film preferiti

La nuova piattaforma streaming francese Cinetek ha chiesto a 25 cineasti di rivelare, attraverso una lista di 50 titoli, i loro gusti cinefili.

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La nuova piattaforma streaming francese Cinetek ha chiesto a 25 cineasti di rivelare, attraverso una lista di 50 titoli, i loro gusti cinefili. Unica regola che sono tenuti a rispettare è che devono essere film realizzati prima del 2000. Nello scorrere le differenti liste si hanno consolidate conferme, ma anche strani guilty pleasure che possono sorprendere. Prendendo ad esempio alcuni degli autori interpellati, ecco i loro gradimenti cinephiles, che “rimandano” al loro cinema, ma che mostrano anche il loro gusto cinematografico ludico.

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bong joon-hoL’elenco stilato da Bong Joon-Ho sorprende perché vengono citati molti più film occidentali che orientali. Ad esempio “L’Imperatore” Akira Kurosawa compare con due soli titoli (Anatomia di un rapimento e Ran), mentre menziona tre volte il sudcoreano Kim Ki-young (The Housemaid, The Insect Woman, Iodo). Continuando a scorrere i suoi 50 titoli, tra le predilezioni occidentali compare moltissimo cinema americano. Ecco alcuni autori messi in rilievo: Martin Scorsese (Mean Streets, Toro scatenato e Quei bravi ragazzi); John Carpenter (La cosa e Essi vivono); Stanley Kubrick (Shining e Full Metal Jacket); Alfred Hitchcock (La donna che visse due volte e Psycho); Steven Spielberg (Incontri ravvicinati del 3º tipo); John Ford (Furore).

Sul fronte europeo si nota una adorazione per la nouvelle vague, attraverso due classici di François Truffaut (I 400 colpi e Tirate sul pianista) e due opere di Claude Chabrol (Ucciderò un uomo e L’amico di famiglia). Il cinema nostrano è rappresentato da due autori immaginifici: Federico Fellini (Le notti di Cabiria e Amarcord) e Bernardo Bertolucci (Novecento). In ordine sparso risaltano anche scelte un poco impensate. Ad esempio il biopic Ed Wood di Tim Burton; Il maratoneta di John Schlesinger; Operazione diabolica di John Frankenheimer; Profundo Carmesi di Arturo Ripstein; Fuga dalla scuola media di Todd Solondz. Bong Joon-Ho menziona addirittura il bistrattato Fuoco cammina con me di DUS director James Gray, member of the juavid Lynch.

James Gray stila ugualmente una variegata cernita di pellicole preferite, con una forte presenza di cinema italiano. Federico Fellini (La strada, Le notti di Cabiria, 8 ½, Amarcord); Vittorio De Sica (Ladri di biciclette e Umberto D.); Luchino Visconti (Rocco e i suoi fratelli e Il Gattopardo); Roberto Rossellini (Roma città aperta); Bernardo Bertolucci (Il conformista). Qualche classico giapponese: Akira Kurosawa (I sette samurai e Ran); Yasujiro Ozu (Viaggio a Tokyo); Kenji Mizoguchi (I racconti della luna pallida d’agosto). Qualche piacevole sorpresa autoriale europea: Fritz Lang (Metropolis e M – Il mostro di Dusseldorf); Carl T. Dreyer (Dies Irae e Ordet – La parola); Luis Buñuel (Bella di giorno); Jacques Tati (Playtime); Jean Renoir (La regola del gioco). Chiaramente, anche molto cinema americano, da quello classico fino alla New Hollywood. Orson Welles (L’orgoglio degli Amberson, Falstaff); Billy Wilder Wilder (La fiamma del peccato); John Ford (Sfida infernale e Sentieri selvaggi); Alfred Hitchcock con La donna che visse due volte; Stanley Kubrick (Il Dottor Stranamore, 2001: Odissea nello spazio e Barry Lyndon); Francis Ford Coppola (Il Padrino, Il Padrino – Parte II e Apocalypse Now); John Cassavetes con Una moglie. In questa variegata lista saltano agli occhi i titoli di La guerra lampo dei Fratelli Marx di Leo McCarey; Soy Cuba di Mikhail Kalatozov; L’inizio del cammino di Nicholas Roeg).

Lynne RamsayLynne Ramsay propende per film con tematiche femministe, oppure pellicole dirette da registe donne. Il cinema al femminile è variamente rappresentato, sia nelle storie, che dalle autrici: Persona e La fontana della vergine di Ingmar Bergman; Beau travail di Claire Denis; La donna che visse due volte di Hitchcock; Lo specchio di Andrej Tarkovsky; Senza tetto né legge di Agnés Varda; Il romanzo di Mildred di Michael Curtiz; Eva contro Eva di Joseph L. Mankiewiecz; Lo specchio della vita di Douglas Sirk; L’inizio del cammino di Nicholas Roeg); Repulsion di Roman Polanski; Mouchette di Robert Bresson; Il bacio nudo di Samuel Fuller); Pasqualino Settebellezze di Lina Wertmuller; Che fine ha fatto Baby Jane? di Robert Aldrich; Kes di Ken Loach; La passione di Giovanna D’Arco di Carl T. Dreyer; Occhi senza volto di Georges Franju. Anche qui, nella graduatoria della Ramsay, si rimane sorpresi di qualche titolo. Il già citato film della Wertmuller, ma anche la (ri)apparizione di Fuoco cammina con me di Lynch.

olivier-Oliver Assayas mostra tutta la sua vena cinefila, spaziando in le più varie cinematografie mondiali. I gusti italiani sono rappresentati da akcune pellicole inaspettate: Inferno di Dario Argento; L’inferno di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe de Liguoro; Sogni d’oro di Nanni Moretti; La caduta degli Dei di Luchino Visconti; Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini. Il cinema francese, invece, viene rappresentato in tutte le sue correnti storiche: Les vampires di Louis Feuillade; L’argent di Marcel L’Herbier; Le comédien di Sacha Guitry; French Cancan di Jean Renoir; Critique de la separation di Guy Debord; Solo di Jean-Pierre Mocky; La cicatrice intérieure di Philippe Garrel; I senza nome di Jean-Pierre Melville; il serial La casa nel bosco di Maurice Pialat; Le Pélican di Gérard Blain; Una gita di piacere di Claude Chabrol; Les naufragés de l’île de la tortue di Jacques Rozier; Adele H. – Una storia d’amore di François Truffaut; Chinois, encore un effort pour être révolutionnaires! René Viénet; La drôlesse di Jacques Doillon; L’argent di Robert Bresson; Je vous salue Marie + Le Livre de Marie di Jean-Luc Godard; La Désenchantée di Benoît Jacquot. “Guilty pleasures” rilevabili sono di provenienza statunitense, come ad esempio California Dolls di Robert Aldrich; Il Signore del male di John Carpenter; L’apostolo di Robert Duvall o Honkytonk Man di Clint Eastwood.

jacques audiard sul setIl fresco vincitore della Palma D’oro Jacques Audiard con Dheepan redige anche lui una classifica multiforme. Diverso cinema muto: tutti i film dei Lumière; The Golddigger di Michael Curtiz; The Essanay Comedies di Charlie Chaplin; The Keystone Comedies di Charlie Chaplin; The Mutual Comedies di Charlie Chaplin; ; La palla nº 13 di Buster Keaton; Entr’acte di René Clair; Tabú di Friedrich Wilhelm Murnau; Il vaso di Pandora di Georg Wilhelm Pabst. Il cinema francese anche da parte di Audiard è rappresentato in diverse forme: Il delitto della villa e La bella brigata di Julien Duvivier; Il diario di un curato di campagna e Mouchette di Robert Bresson; Lady Killer di Jean Grémillon; Il salario della paura di Henri-Georges Clouzot; Ho ucciso mia moglie di Sacha Guitry; Ucciderò un uomo di Chabrol; A Dirty Story di Jean Eustache; Carne di Gaspar Noé; Sombre di Philippe Grandrieux. Sul versate americano le opzioni cinefile sono rivolte molto ai B-Movies: La polizia bussa alla porta di Joseph H. Lewis; L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel; La notte del demonio di Jacques Tourneur; L’ultima riva di Allan Dwan; Gli invasati di Robert Wise. Audiard non inserisce nessun titolo di origine italiana, ma scorrendo anche la sua classifica ecco dei titoli inaspettati: Via da Las Vegas di Mike Figgis; Zombi di George A. Romero e Predator di John McTiernan.

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