I Cassamortari, di Claudio Amendola

Amendola si conferma sempre più narratore di confine, capace di unire idee di cinema diversissime., ma ancora non riesce a lasciare davvero liberi i suoi personaggi. Da oggi su Prime Video.

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Al terzo film da regista, Claudio Amendola è sempre lì, sulla soglia, tra un immaginario tutto italiano ed il suo ribaltamento, caotico, esorbitante. Gli spazi del suo cinema li ha raccontati già bene La mossa del pinguino, al confine tra commedia all’italiana, parodia del cinema sportivo e meme culture; il successivo Il permesso – 48 Ore Fuori, ha invece cercato la sintesi tra neorealismo di periferia ed action hongkonghese, confermando di essere parte di un cinema sempre più convintamente composito. I Cassamortari non fa eccezione, è un altro film liminale, che scarta di continuo e dissimula la sua vera natura: il suo centro narrativo, le disavventure di quattro fratelli eredi di un’importante di pompe funebri della Capitale (l’arrivista Giovanni, la cinica Maria, Marco, tantatoesteta che parla solo con i morti ed il giovane Matteo), costretti a risollevare le sorti dell’azienda dopo che le loro frodi al fisco sono state scoperte è pienamente inserito nel nostro modo di intendere la commedia, ma l’atmosfera, gli spazi in cui si muovono i personaggi sono quelli, tutti americani, di seriosi progetti “dinastici” come Succession e, ovviamente, Six Feet Under.

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Punta al prodotto ambizioso, Amendola, attento a certe criticità del presente (qui l’attacco alla vetrinizzazione pervasiva di sé è palese, frontale, seppure a grana grossa) ma capace di strutturare un dialogo con certe dinamiche tipiche del cinema di cassetta italiano offrendone una versione straniata. Eppure non sembra accorgersi di quanto il suo immaginario sia ancora costretto nei suoi spazi, troppo rigido, per diventare lo strumento dirompente che cerca da sempre.

Amendola conferma il sincero affetto che nutre verso i suoi personaggi, ma impedisce comunque loro di esplorare le maglie della sceneggiatura, dichiara apertamente la sua fascinazione per i mondi narrativi alieni al contesto italiano ma si tira indietro un attimo prima di averne il contro completo. E così la regia intuisce, evidentemente, il potenziale straniante della comedy, l’affascinante impatto che si verifica quando una battuta della commedia popolare entra in collisione con le raffinate atmosfere del drama, ma non sviluppa il discorso fino in fondo. Piuttosto, la comicità sembra un rifugio per Amendola, che ne usa il linguaggio per alleggerire l’atmosfera quando si rende conto di aver spinto il film troppo oltre i suoi limiti.

I Cassamortari

I Cassamortari rinuncia lentamente dunque, senza particolari remore, al raffinato dialogo tra leggerezza e narrazione sofisticata che almeno inizialmente pareva aver impostato ma rimane tuttavia prigioniero di una sintassi paradossale, che vorrebbe essere tanto dirompente quanto rassicurante e che tuttavia fa girare inesorabilmente a vuoto il racconto.

È un film di atti mancati, I Cassamortari, che lascia intravedere personaggi affascinanti e inediti per il nostro cinema (loro si, davvero americani) ma li riduce a macchietta, destabilizza lo spettatore ponendolo di fronte a momenti da puro dramma borghese ma subito dopo fa rientrare tutto nei ranghi e permette al film di muoversi con il suo passo internazionale solo nell’ultimo atto. A quel punto però l’atmosfera generale non è stata settata a dovere e gli spunti più profondi, ragionati, non sono altro che interferenze che faticano a girare nel sistema del film. Lo spazio del racconto diventa particolarmente ostile per il cast. Solo la Ocone sembra in effetti reggere l’improvviso cambio di registro, gli altri navigano a vista, affidandosi al mestiere per sopperire ad un ritmo narrativo che sembra averli improvvisamente lanciati in contesti in cui non si aspettavano di poter arrivare.

I Cassamortari è un altro spiraglio su un cinema straordinariamente vitale ma insicuro della sua stessa natura, che ha troppa paura di lanciarsi nel vuoto, di giocare, quasi di maltrattare, i suoi elementi, per costruire nuove storie, nuovi racconti, nuovi sguardi nei confronti del cinema contemporaneo.

 

Regia: Claudio Amendola
Interpreti: Massimo Ghini, Lucia Ocone, Gianmarco Tognazzi, Alessandro Sperduti, Edoardo Leo, Alice Benvenuti, Sonia Bergamasco, Piero Pelù
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 99′
Origine: Italia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
2.55 (47 voti)
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