I cento anni della Titanus: un secolo di cinema in un film di montaggio

Compie cent'anni la mitica Titanus, e festeggia con una serie di iniziative tra le quali la presentazione di un film di montaggio delle proprie produzioni. Già: ma chi è il vero “padrone” della Titanus?

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La famiglia Lombardo celebra i cento anni di attività della Titanus con un film di montaggio, aggiornando un'idea che il suo storico addetto stampa Enrico Lucherini ebbe già trent'anni fa e che diede vita a Un sorriso, uno schiaffo, un bacio in bocca, antologia dei primi settant'anni della Titanus "commerciale" presentata, all'epoca, da Renato Pozzetto.
Giunta ormai alla terza generazione di produttori e distributori – il lavoro del capostipite Gustavo venne proseguito da suo figlio Goffredo: oggi è il nipote Guido a continuare l'impresa – la Titanus festeggia con una serie di iniziative che comprendono una serata di gala all'Auditorium di Roma il 23 giugno, la trasmissione su Rai Cinema di 66 titoli della produzione della casa cinematografica, la pubblicazione da parte di Medusa Video di 55 titoli Titanus in DVD e, soprattutto, un ciclo di proiezioni su grande schermo (a Roma e Milano) di 6 storici film, diretti da Fellini, Olmi, Pietrangeli, Monicelli, Zurlini e Rosi, con incasso totalmente devoluto in beneficenza all'Unicef; la quale – in concomitanza con i suoi trent'anni di attività in Italia – si gioverà anche dell'intero ricavato della serata di gala, della vendita del DVD del film "Un secolo di cinema e televisione" e dei due volumi celebrativi del centenario della casa.

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Ma di chi è veramente la Titanus? Sulla proprietà della famiglia Lombardo non si discute. Guardando i novanta minuti del film, però, qualche dubbio sulla titolarità del marchio Titanus si insinua: lo squillo di trombe che accompagna lo scudo luccicante, logo della società, innesta automaticamente un'associazione di idee che conduce la mente di ogni amante del cinema ad estivi ed assolati pomeriggi domenicali come a pigre serate d'inverno, trascorse davanti allo schermo, piccolo o grande che fosse, a vedere rivedere ricordare ripetere le battute dei colossi della comicità italiana, costruttori diretti ed indiretti di un linguaggio e di un immaginario collettivo fatto di battute, di sketch, di gag ai quali – consapevolmente o inconsapevolmente – continuano a rifarsi i comici attuali. Non c'è dubbio: la Titanus è irrimediabilmente, incondizionatamente, di proprietà di tutti gli appassionati di cinema che non frappongono – tra la visione e la percezione – gli schermi opachi della critica al cinema d'intrattenimento.

E nessuno dimentichi che lo squillo delle trombe Titanus introduceva anche ad altri mondi di immagini, "firmate" – si sarebbe detto un giorno – da Rossellini, Fellini, Antonioni, Rosi, Petri e via citando; il cinema italiano "impegnato", infatti, deve molto alla famiglia Lombardo, e al reimpiego del denaro accumulato con i film di cassetta: pensiamo a Viaggio in Italia, Il bidone, La ciociara, Rocco e i suoi fratelli, Il posto, Il Gattopardo, Anonimo veneziano, Il Casanova di Federico Fellini

Scorrono le immagini di questo "Secolo di cinema e televisione"; e scorre davanti agli occhi un'Italia che, da paese rurale, diventa una delle "grandi" nel consesso delle nazioni; passando per due guerre mondiali, una Ricostruzione, un boom, una stagione delle proteste, una del terrorismo, una delle stragi ed una del riflusso. E la Titanus lì, a documentare, a testimoniare, a percepire e rappresentare i cambiamenti sociali: sempre fedele all'amore per il cinema. Si va dalle immagini delle lanterne magiche ad Inferno, di Francesco Bartolini (1911), a Cabiria di Pastrone (1914); da Fermo con le mani! Di Gero Zambuto (1937; primo film di Totò) a Pane, amore e fantasia di Comencini (1953), Poveri ma belli di Risi (1957), L'audace colpo dei soliti ignoti di Loy (1959), passando per Catene di Matarazzo (1949) e Roma, ore 11 (1951) di Giuseppe De Santis; da L'assassino di Petri (1960) a Io la conoscevo bene di Pietrangeli (1965) a L'armata Brancaleone di Monicelli (1966), da L'uccello dalle piume di cristallo (1970) a Phenomena (1985) di Argento…

Fino ad arrivare alla stagione della tv pigliatutto. L'ultimo film per lo schermo grande, prodotto dalla celebre casa, è Buon Natale, buon anno (1989), di Luigi Comencini: "Costo della produzione: sei miliardi di lire; incasso totale nelle sale: cinquecento milioni lordi", ricorda Goffredo Lombardo. La Titanus decide di smettere col cinema cinema, e di puntare sul cinema per la televisione. Tre anni prima aveva cessato di operare nella distribuzione, cedendola al gruppo Acqua Marcia, ed alle porte degli anni Novanta finì per indirizzare tutte le sue forze alla produzione televisiva di fiction.


Una scelta imprenditoriale corretta, che ha evitato ai Lombardo il rischio di estinguersi dal pianeta cinema e che li ha condotti a misurarsi col "nuovo linguaggio cinematografico", come ancora Goffredo lo definisce: il linguaggio delle fiction, con i suoi climax misurati col cronometro, le pause ficca-spot, i ritmi auditel-dipendenti e così via. Ma, per noi che il cinema lo guardiamo, è pur sempre e solamente una scelta imprenditoriale. I Lombardo fanno da cento anni cinema per passione: auguriamoci che credano ancora nel mezzo cinematografico "vero", quello che fa uscire la gente di casa e mettersi in fila al cinema, perché – per dirla con Giorgio Gaber – "in casa ti allontani dalla vita" e, soprattutto, "in casa non si sentono le trombe": neanche quelle della Titanus.


"Un secolo di cinema e televisione", da un'idea di Enrico Lucherini
Regia: Nunzio Bertolami
Montaggio: Alessandro Corradi
Produzione: Guido Lombardo
Distribuzione: Titanus
Durata: 90'
Origine: Italia, 2004

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