I Comete – Un’estate corsa, di Pascal Tagnati

Premio speciale della giuria al 50° IFFR, adesso in anteprima allo ShorTS di Trieste, l’esordio di Tagnati è un perfetto affresco sulla noia estiva e la caducità della vita

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Presentato nella Tiger Competition del festival di Rotterdam (50° IFFR) e vincitore del premio speciale della giuria, I Comete di Pascal Tagnati arriva in anteprima alla 22a edizione di ShorTS International Film Festival. Non si racconta la malavita o i cadaveri abbronzati. Non si cerca di lavorare sul genere e inseguire Jean Rollin e Mario Bava, come avevano fatto Cattet e Forzani con Laissez Bronzer Les Cadavres (Let the Corpses Tan). La Corsica che ci viene presentata va più dalle parti di Jean-François Richet che nel 2015 trasmigra Un moment d’égarement (Un momento di follia) di Claude Berri, dalla Costa Azzurra alla Corsica, per raccontare della vacanza estiva di due padri divorziati che si scontrano nel momento in cui uno dei due inizia ad avere una relazione con la figlia dell’altro. Non ci sono toni da commedia e nemmeno Cassel che scappa dal fucile di Cluzet, ma il mondo raccontato da Tagnati è molto simile.

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Tolla è un piccolo villaggio affacciato sul lago omonimo dove le poche abitazioni vengono occupate solo d’estate. I bambini riempiono le strade, gli adolescenti flirtano, gli adulti discutono e gli anziani riflettono sul tempo che passa. Sembra un idillio estivo dove tutto è sospeso, ma c’è qualcosa sotto il sole, i balli e le feste che si nasconde e attende. La camera non scende mai in profondità sui corpi, decide anzi di rimanere distante. Li guarda fissi, senza seguirne i movimenti. Ricompone questi tableau vivant pastorali che trasmettono una strana calma piatta. Tagnati lavora in superficie, restituisce vuoti dove i personaggi bevono, ballano e prendono il sole, ma sembra che da un momento all’altro qualcosa possa all’improvviso esplodere.

È un racconto che non segue una precisa linea narrativa, come se non ci fosse apparentemente nulla da raccontare se non il procedere delle vacanze. I Comete è storia collettiva, flusso di coscienza di un microcosmo che dura pochi mesi. Finite le vacanze tutti abbandoneranno le proprie case per tornare in città e forse non tornare mai più a Tolla. Dove si vive e si muore ad ogni estate e dove i nomi vengono dimenticati. Qualsiasi dialogo, qualsiasi azione è nulla. Si parla di calcio, di fellatio, i bambini litigano nascosti all’ombra dei muretti, mentre gli adulti si affrontano tra i campi. Un’apparente calma costruita sul vuoto che diventa concreta quando ad intermittenza si lascia spazio a brevi cortocircuiti che invadono il privato. Momenti fatti di noia e masturbazione e continui contatti con la morte mentre si dorme vicino una tomba o quando si parla del passato. Il tutto si muove tramite una forma inconsistente di cinismo da noia estiva che consegna nelle mani del pubblico un affresco disseminato da continui sottotesti sulla caducità della vita. Affresco forse da sempre nascosto all’interno delle nostre vacanze estive.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
1 (1 voto)
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