I dati Cinetel sui giovani al cinema
Tra il 2023 e il 2024 si è registrato un aumento di under 35 nelle sale italiane (+13% tra i 15-24 anni), un fenomeno che dimostra che il cinema è nelle mani dei giovani

Maggio 2024. Paolo Sorrentino presenta a Cannes il suo decimo film dallo “stupore spielberghiano”, Parthenope, un mélo su una figlia del mare (e di Napoli) che si scopre nelle pulsioni tra l’adolescenza e la vita dei grandi. Sulla Croisette il target è quello adulto di stampa e industry, ma la sensazione della PiperFilm – neonata casa di distribuzione che esordisce proprio con Parthenope – è che l’opera di Sorrentino possa avere una forte presa sui giovani.
Non a caso, da ottobre, un mese prima dell’uscita in sala, il presidente della PiperFilm Massimiliano Orfei, orchestra una campagna marketing forsennata che lancerà Sorrentino sui feed Instagram e TikTok degli under 30, nuove leve della cinefilia nostrana.
Il regista si fa beffe e insieme partecipa agli sguardi verticali in un reel dei TheJackal, mentre, divertito, si lascia intervistare dai giovani creator di TikTok, seguiti da altrettanti teen. Il risultato? Parthenope diventa il film di Sorrentino con il maggiore incasso (7,4 milioni di euro) e il secondo in Italia nel 2024 dopo Il ragazzo dai pantaloni rosa (9 milioni di euro).
Mai prima della pandemia un film d’autore aveva incrociato così potentemente i gusti dei giovani (il 41 % del pubblico ha meno di 34 anni), che hanno scoperto Parthenope tra gli anfratti algoritmici dei loro flussi; frutto di una promozione attenta che ha raccolto forse quello che la sinergia Sorrentino-Netflix aveva seminato negli anni scorsi.
È ormai un fatto, uno dei tanti miti d’oggi che sorprende forse più del dovuto. Il cinema italiano è nelle mani dei giovani. Lo ha evidenziato molto bene Alan Conti, che in uno stimolante articolo della Gazzetta del Pubblicitario, ha preso i dati Cinetel e ne ha fatto una tesi acuta sull’oggi (e forse anche il domani) delle sale. Tra il 2023 e il 2024 (primi anni post-pandemici in cui la distribuzione è tornata a lavorare in pieno regime) si è registrato un +13% delle presenze tra i 15-24 anni e un +31% per gli Under 14; e nell’ultimo anno il 43% degli ingressi sono under 25.
È il resoconto di un ricambio generazionale: il cinema italiano, soprattutto quello d’autore, diventa la nuova predilezione del pubblico giovane dopo esserlo stato per le fasce adulte negli ultimi vent’anni. Sarà un caso che Perfect Days di Wim Wenders (non proprio un autore da Gen Z) abbia incassato in Italia 5,7 milioni di euro con il 30 % del pubblico under 34?
Eppure, gli andamenti e i caratteri del boxoffice non sono stati sempre questi. C’è un momento che più di tutti ha cambiato la nostra storia spettatoriale e si chiama lockdown. “Durante il Covid mezza Italia ha fatto il DAMS” aveva detto lo sceneggiatore Fabio Bonifacci parlando della reclusione della quarantena che ha moltiplicato i prosumer. Abbiamo (ri)scoperto il cinema, è vero, ma anche nuove forme di rappresentazione (il rito del canto in balcone, la diretta, o le videochiamate in uno schermo dai mille volti).
Poi, il resto lo ha fatto il regno social con i suoi circoli di critici digitali – come Letterboxd – e la tempesta dei meme dal basso a inaugurare non ortodosse campagne di marketing. La lotta manichea targata Barbenheimer e quel murder on a dance floor di Saltburn impazzato su TikTok, sono solo alcune prove che il cinema è la più grande forma simbolica del giovane pubblico.