I FILM IN TV – Film della settimana: GOOD MEN, GOOD WOMEN di Hou Hsiao-hsien

Domenica notte a "Fuori Orario", uno dei più grandi cineasti dell'Estremo Oriente capace di viaggiare negli spazi e nei tempi cinematografici delle origini, dei classici e del moderno. Cinema dal moto circolare, che si muove nel suo interno e proprio per questo non può essere di questa terra imperfetta e corruttibile.

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Uno dei più grandi cineasti dell'Estremo Oriente, che anche quest'anno ha estasiato Cannes con il suo ultimo Three Times. Autore capace di viaggiare negli spazi e nei tempi  cinematografici delle origini, dei classici e del moderno. Cinema che sconvolge il limite immobile dello schermo che abbraccia i suoi corpi: dove non c'è corpo non manca lo spazio che nega l'assenza del vuoto e sublima l'essenza del tempo come misura del movimento secondo il prima e il poi. Oltre l'unico mondo esistente: poveramente geocentrico, eterno e finitamente rettilineo, dove il suo inizio non coincide con la sua fine. Cinema dal moto circolare, che si muove nel suo interno e proprio per questo non può essere di questa terra imperfetta e corruttibile. Solo Fuori Orario (e alcuni festival accorti) negli anni ha reso visibili i suoi film, ad eccezione del magnifico Millennium Mambo,  distribuito anche in Italia nel 2002, ma in una versione assurdamente ridotta da 105 minuti a 90 minuti.       

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In Good Men, Good Women, il rapporto con il tempo cambia: in quasi tutta la cinematografia dell'autore taiwanese non esiste più e quindi le sue storie si muovono in una sorta d'aura un po' romantica, simile a quella del teatro o a vecchie fotografie che riportano al ricordo. C'è distacco da questa atmosfera, per riappropriarsi di quel rapporto diretto con le cose: non coltivare un'atmosfera, ma confrontarsi direttamente a quella che è davanti a tutti. Entrare nella vita privata di una giovane donna, la cui identità sociale (a differenza di quasi tutti i personaggi precedenti e successivi) eccede la dimensione quotidiana e ordinaria (di professione è attrice cinematografica) e che, proprio per le esigenze del suo lavoro, dovrebbe immedesimarsi nell'esistenza di un'altra donna, dovrebbe confrontarsi con la sua personalità e diventare un'altra. La giovane donna sta girando un film sulla vita di una patriota taiwanese veramente esistita e morta prima della conclusione delle riprese del film, che fu perseguitata dal regime nazionalista per le proprie convinzioni comuniste. Attraverso vite parallele del presente e del passato, si sviluppa un'indagine nelle maglie oscure della storia di Taiwan, arrivando a far coincidere la memoria individuale e collettiva. La struttura narrativa del film, per la verità è assai complessa, perché si muove su tempi diversi e intreccia i percorsi di due donne. Ma, quasi per magia, lo sguardo sprofonda nella de-personalizzazione, nello straniamento del senso comune che unifica in un'unica rappresentazione quanto giunge dai singoli sensi in forme intelligibili, eterne, immutabili, indivisibili.

GOOD MEN, GOOD WOMEN


Regia di Hou Hsiao-hsien


Con Annie Shizuka Inoh, Lim Giong, Jack Kao, Vicky Wei, King Jieh-wen, Ah Nan, Lan Bo-chow, Lu Li-chin


Taiwan/Giappone, 1995, 108'


Domenica, 10 Luglio, Rai 3, ore 01:20

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