I FILM IN TV – Film della settimana: LA VEDOVA NERA di Bob Rafelson

Il cinema di Rafelson è sospeso tra innovazione e classicismo con predilezione delle atmosfere noir. Così La vedova nera, storia dove il conflitto/seduzione tra personaggi femminili costituisce il motore della vicenda, è un esempio di un cinema romanticamente legato ad una discendenza autoriale. Venerdì 15/7 ore 23:10 Rete 4.

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Bob Rafelson è la dimostrazione di una possibile sintesi tra il classicismo hollywoodiano e la corrente degli indipendenti. Il suo cinema, caratterizzato non soltanto dalle storie di tipico impianto classico, ripercorre anche nello stile quel cinema dei padri che lo stesso Rafelson non ha mai rinnegato, anzi ha apertamente amato, ma le sue produzioni non appartengono, per cultura realizzativa e per scelta, al sistema rappresentato da Hollywood. Proprio a conferma di queste sue radici culturali va detto, che non a caso il suo cinema, dopo il magnifico esordio rappresentato da Cinque pezzi facili (1970) e dal Re dei giardini di Marvin (1972), entrambi girati con l'amico Nicholson, vive anche di rifacimenti più o meno espliciti: Il postino suona sempre due volte (1981) remake dichiarato e Marlowe: omicidio a Poodle Springs  (1998), film girato per la tv ma passato anche sugli schermi, o questo La vedova nera (1987) esempi di un rifacimento più libero e che traduce in termini necessariamente più attuali i luoghi del cinema del passato.

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La vedova nera ci trasporta tra le acque torbide del noir arricchito da una venatura erotica, in verità non estranea al genere, sebbene Rafelsono gli conferisca autentica originalità trasformandola forza motrice del film. La peculiarità conferita sta tutta nel rapporto tra le due protagoniste, molto lontane dai personaggi geneticamente inquieti del primo Rafelson. La vicenda tutta al femminile si muove sul pericoloso terreno della seduzione che sostituisce lo scontro classico tra antagonisti, ma Rafelson, che conosce i rischi mantiene la guardia alta senza mai cadere mai nel luogo comune, anzi non si lascia sfuggire occasione per un colpo di scena. Così la forza e l'ambiguità di fondo che legano le protagoniste, nella rilettura delle coordinate del noir, diventano valori aggiunti non trascurabili. La sensualità della storia è delegata alle due protagoniste: Theresa Russell (Chaterine), non estranea, per l'aggressiva bellezza che la distingue, ad un cinema trasgressivo e Debra Winger (Alexandra Barnes) che traduce con gli sguardi e l'intensità emotiva della seduzione subita, la propria inusitata e sotterranea sensualità.


 


In ogni caso così nel film, come più in generale nel cinema di Rafelson, le regole del gioco non risultano mai sconvolte e il suo non è mai un cinema estremo, ma sempre compreso tra una discendenza autoriale di tutto rispetto e la volontà di attualizzarlo attraverso l'introduzione di elementi che non snaturano mai il canovaccio principale già collaudato. La vedova nera, rivisto a quasi vent'anni di distanza dalla sua uscita nelle sale appare, forse per tutte quete ragioni, come un esempio di un cinema romantico e malinconico, pulsante e accattivante e che per raggiungere il risultato si avvale di un cast di autorevole. Ma Rafelson, dov'è finito? Ci mancano oggi le sue storie che ci fanno amare il cinema e forse la sua poliedrica e originale personalità, al di là di ogni altra considerazione sullo spazio produttivo che il cinema di oggi lascia ad autori come lui, ha sofferto di una eccessiva costrizione all'interno di un genere quando invece il suo genio avrebbe potuto egregiamente scandagliare altri percorsi romanticamente presenti tra i sentieri del cinema. 


 


LA VEDOVA NERA (Black widow) di Bob Rafelson
con Debra Winger, Theresa Russel, Samy Frey, Dennis Hopper
USA 1987 (95')
Venerdì 15 luglio ore 23:10 Rete 4.

 

 


 


 

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