I FILM IN TV – Film della settimana: SPIDER di David Cronenberg

Spider ricerca le radici della sofferenza introducendoci in un luogo buio in cui Cronenberg non tradisce la propria poetica salvaguardando il proprio mondo popolato da corpi (tra)sfigurati e in cui apre i vuoti del personaggio più che riempirne le voragini del ricordo. In prima tv martedì notte su Rete 4.

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Dal dolore trasfigurato al dolore trasfigurante, ovvero: dagli effetti all'origine. Cronenberg, ripropone, ancora una volta (per fortuna) i suoi fantasmi e Spider (ri)apre le porte anche al dolore della memoria, oltre che a quello, necessario, del corpo. L'oggetto della ricerca è quello delle radici della sofferenza che trasforma il corpo in cui si introietta, creando, come i fili tesi nella stanza, un'alterità corporea possibile l'unica che può avere accesso al muto dialogo dell'uomo con il sé stesso del passato. Spider ci introduce in un luogo buio che sovente si illumina con la luce del ricordo e, come nel sogno, le immagini si raddensano e si condensano, assumendo forme identiche per personaggi differenti. Il regista canadese non tradisce la propria poetica e fruendo di una storia che gli è congeniale lascia intatto il suo campo dell'indagine: il dolore, il corpo e gli effetti dell'uno sull'altro (ricordate La mosca?). Salvaguarda il proprio mondo popolato da corpi (tra)sfigurati dal destino, inabissando la ricerca nei conflitti familiari e nel dualismo smisurato tra padre e figlio. Cronenberg procede con una narrazione senza scosse, aprendo i vuoti del personaggio più che riempire le voragini del ricordo. Su questo percorso accidentato viaggia la mente del protagonista che anche da adulto continua a tessere i fili della propria ragnatela che sinistramente, lo ha stretto tra le proprie spire. In questo percorso si annulla ogni distanza temporale (come già le differenze tra i protagonisti) e la vana compresenza di Dennis adulto, durante lo svolgersi degli eventi cruciali del proprio stesso passato, rende manifesto anche il proprio futuro, ma, come nel sogno, lo lascia paralizzato davanti all'accadere degli (immodificabili) avvenimenti. Anche se il ricordo lo irretisce egli avverte anche la necessità di sfuggirgli e liberarsene. Per questo Dennis Cleg/Spider/Ralph Fiennes ha già inventato il dispositivo di salvezza dalla accecante pesantezza del ricordo: la scrittura. Attraverso un procedere altrettanto incomprensibile che il sogno, Spider inventa la propria autoanalisi, una possibile salvezza nel soliloquio misterioso e indecifrabile della propria calligrafia che incide meticolosamente sulla superficie della carta scaricando, attraverso quell'atto così strumentale e così puntigliosamente eseguito, ogni possibile peso del passato. Una finale annotazione per la magnifica interpretazione di Fiennes che ha lavorato sulla voce per renderla sommessa e insinuante (come il ricordo) ma questa fatica e questo piacere, nell'edizione doppiata, andranno perse come lacrime nella pioggia.

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SPIDER di David Cronenberg
con Ralph Fiennes, Gabriel Byrne, Miranda Richardson, Lynn Redgrave, John Neville
Francia, Canada, UK 2002, (98')
Martedì 15 marzo, ore 00.55 Rete 4

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