"I fratelli Solomon", di Bob Odenkirk

Un film terribilmente fine-eighties (Amy Heckerling?) vittima di una sorta di implosione consapevole, di ricercata “garbatezza sottotono” (che film dolcissimo…!) che si traduce visivamente in una regia totalmente addormentata, una specie di Wes Anderson sotto morfina, sempre in bilico tra piglio malinconico, commozione disperata, stralunato romanticismo.

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i fratelli solomonMette un po’ a disagio trovarsi di fronte a questo film di Bob Odenkirk – e non è il solito “problema” di quanto mai noi non-americani potremo comprendere della comicità delle pellicole derivate dal Saturday Night Live, instancabile fucina di talenti da cui sono passati il regista di Brothers Solomon e il suo attore protagonista Will Forte, che il film se l’è pure scritto: la questione stavolta è che c’è qualcosa che ci sfugge – e sono i tempi comici dello script ad opera dell’attore, che tra le altre cose pare intento a realizzare un film terribilmente fine-eighties (Amy Heckerling?), per personaggi e anche per la messinscena di Oderkirk (notare la stranissima colonna sonora con canzoni molto spesso giusto accennate con effetto enfatico e poi subito dopo fatte sfumare all’improvviso…). Che non sono sbagliati, seppure il film non si dimostri sicuramente una “perfetta macchina da risate”; ma che subiscono una sorta di implosione consapevole, di ricercata “garbatezza sottotono” (che film dolcissimo…!) che si traduce visivamente in una regia totalmente addormentata – la vicenda degli sfigatissimi introversi John e Dean Solomon impegnati nella missione per loro disperata di avere un figlio da offrire come nipote al padre morente, tra appuntamenti disastrosi con l’altro sesso e surreali donazioni di seme per l’inseminazione artificiale, conosce giusto un paio di gag quasi divertenti, assestandosi per il resto su di una specie di Wes Anderson sotto morfina, sempre in bilico tra piglio malinconico, commozione disperata, stralunato romanticismo. Allora il gigante nero che si rivela un ultrasensibile piagnucolone diventa il personaggio-chiave, più dei due fratelli dal sorriso beota a denti bianchi perennemente stampato in faccia (coppia sinceramente di un’antipatia a tratti insostenibile), mentre il finale di punto in bianco si riserva un’apertura cinematografica che non ti aspettavi, ma che a conti fatti rappresenta appieno limiti e peculiarità della scrittura di Forte/Odenkirk: i due fratelli decidono di scrivere una lunghissima lettera alla donna incinta che hanno aiutato con l’inseminazione artificiale, e di farla volare integralmente trascritta su lunghissimi striscioni aerei che solcano il cielo della città: di sotto, diversa umanità metropolitana legge le commoventi parole dell’epistola a voce alta, sino all’esortazione finale – “Janine, guarda il cielo!” Guarda il cielo, e per un attimo in mezzo a tutta questa asfissiante scrittura filmica, possiamo respirare.

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Titolo originale: The Brothers Solomon

Regia: Bob Odenkirk

Interpreti: Will Forte, Will Arnet, Kristen Wiig, Chi Mcbride

Distribuzione: Sony Pictures Releasing

Durata: 91'

Origine: USA, 2007

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