I nuovi direttori artistici de La Biennale – Confermato Alberto Barbera

La Biennale di Venezia nomina i nuovi direttori artistici per il quadriennio 2021-2024. Alberto Barbera ancora a capo della sezione cinema

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La Biennale di Venezia, presieduta da Roberto Cicutto, ha nominato i direttori artistici di settore per il quadriennio 2021-2024.

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Abbandonano Marie Chouinard, Ivan Fedele e Antonio Latella per quanto riguarda i settori Danza, Musica e Teatro che vengono sostituiti rispettivamente da: Wayne McGregor per il Settore Danza, regista e coreografo britannico con all’attivo lavori che tra videoclip musicale, cinema, opera e teatro hanno ridisegnato il linguaggio classico; Lucia Ronchetti per il Settore Musica, compositrice romana molto prolifica, la cui produzione spazia dalla musica strumentale al teatro musicale; Stefano Ricci e Giovanni Forte per il Settore Teatro, allievi di Ronconi e Albee che negli anni sono riusciti ad imporsi sulla scena nazionale ed internazionale grazie al loro linguaggio onirico.

Mentre per il Settore Cinema viene riconfermato Alberto Barbera che con 16 edizioni diventa il direttore che ne dirigerà di più in assoluto in tutta la storia del festival. Direttore artistico per la prima volta nel 1998 fino al 2002 per poi riprendere la carica nel 2012 e non abbandonarla più. Sotto Barbera si è assistito ad una sempre più totale evoluzione del modo di pensare il festival. Quasi in controtendenza rispetto alla purezza ricercata da Cannes, Venezia si è contraddistinta per essere pian piano sempre più aperta ai nuovi panorami linguistici, alle nuove logiche distributive dello streaming e a quel cinema un po’ più commerciale che fregiato con il Leone d’oro, quasi sempre riusciva a ricevere premi pure all’Academy.

Conferma ricevuta anche grazie alla gestione dell’ultima edizione del festival, quella della mascherina e del distanziamento sociale, che nonostante la minor affluenza e meno nomi “dal grande richiamo”, è riuscita a convincere il pubblico e a dare la giusta visibilità a quei registi che operano in un tipo di cinema generalmente fuori dai radar delle masse da multiplex. Registi come Kornél Mundruczó, Cloé Zhao, Michel Franco e Majid Majidi che andavano a sostituire i grandi nomi delle edizioni passate (Del Toro, Chazelle, Gray, Larraìn, Polanski) e con Ferrara, Welles, Wiseman e Lav Diaz hanno formato lo zoccolo duro di Venezia 77.

 

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