I premi de Lo Spiraglio – Filmfestival della salute mentale 2025

Riconoscimenti per Il mio compleanno, Hatch e San Damiano. Paolo Genovese premiato per il suo impegno artistico. La salute mentale raccontata tra emozione, trauma e speranza

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OPEN DAY OPERATIVO: A scuola di cinema, a Roma 3/4 maggio (iscrizione gratuita)

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Fundraising per l’audiovisivo: Corso online dal 14 aprile

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Produzione e Distribuzione Cinema: due corsi dal 6 maggio

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Dal 10 al 13 aprile, si è tenuta al MAXXI di Roma la 15ª edizione de Lo Spiraglio – Filmfestival della salute mentale, manifestazione dedicata al racconto cinematografico dei temi legati alla psiche, alla vulnerabilità e alla cura. Un’edizione ricca di contenuti organizzata dal Dipartimento Salute Mentale della ASL Roma 1 e Roma Capitale, con la direzione scientifica di Federico Russo e quella artistica di Franco Montini, in collaborazione con il Museo nazionale delle arti del XXI secolo.

Il Premio Lo Spiraglio – Fondazione Roma Solidale Onlus è stato conferito a Paolo Genovese, regista di Perfetti Sconosciuti e del recente Follemente. Il riconoscimento sottolinea il valore del suo percorso autoriale, capace di unire successo popolare e attenzione ai temi sociali.

A vincere il Premio Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre per il miglior lungometraggio è stato Il mio compleanno di Christian Filippi. Il film esplora il significato del concetto di famiglia, andando oltre i legami biologici. Ambientato nel mondo delle case famiglia, racconta la relazione intensa e spesso dolorosa tra educatori e ragazzi, mettendo in luce la necessità d’amore e stabilità. Le interpretazioni di Zackari Delmas e Silvia D’Amico “conferiscono autenticità a una storia che parla di tanti ragazzi che devono fare i conti con l’impossibilità di crescere nella famiglia di origine e che cercano con difficoltà di trovare la propria strada”.

Il Premio Fausto Antonucci per il miglior cortometraggio è stato invece assegnato ad Hatch del regista afghano Alireza Kazemipour: “un’opera che affronta il tema delle migrazioni come trauma collettivo e personale, restituendo al pubblico un racconto sospeso tra sogno, perdita e sopravvivenza”.

La giuria ha poi assegnato due menzioni speciali: a Il soldato senza nome di Claudio Ripalti, per aver saputo narrare il disturbo da stress post-traumatico attraverso una ricerca archivistica e un linguaggio cinematografico sensibile e curato, partendo dalle memorie del primo conflitto mondiale; e al documentario Alberto Paolini di Anna Maria De Luca, ritratto di un uomo recluso per 43 anni in un ospedale psichiatrico, senza una diagnosi reale.

Infine, il Premio SAMIFO, assegnato da una giuria esperta in transculturalità, è andato a San Damiano di Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes. Il film è stato premiato per la sua forza narrativa nell’affrontare i temi del trauma migratorio e della complessità identitaria, evitando stereotipi e raccontando il protagonista con autenticità.


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