I sogni alla rovescia: l'altra faccia della commedia di Paul Weitz

Ritratto del regista di "American Dreamz" che si rivelò nel 1999 con il folgorante successo di "American Pie". Autore di film sorprendentemente classici e moderni che lasciano emergere all'interno della commedia la dimensione demenziale, politica, familiare, fantastica, sentimentale. Una delle figure più sorprendenti dell'attuale cinema statunitense

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Non è il risultato di un sondaggio ma neanche una provocazione: Paul Weitz è uno dei cinque più grandi cineasti del recente cinema statunitense. Nei suoi film – demenziali, familiari, sentimentali, politiche – si avverte quella forza della sceneggiatura propria delle commedie classiche ma anche uno sguardo corrosivo, cinico e amaro inconsueto, anzi raro nelle pellicole hollywoodiane attuali. Federico Chiacchiari, non a caso, ha citato nel suo articolo, Blake Edwards e Billy Wilder, ma dentro le pellicole di Weitz ci sono anche quelle tracce di contagiosa follia propria del cinema di Preston Sturges, evidente anche nel personaggio del Presidente interpretato da Dennis Quaid in American Dreamz.  Il cineasta porta in scena il "sogno americano" nelle sue infinite varietà ma poi lo ribalta. Già il titolo del suo ultimo, grandioso film, è indicativo. La "z" in 'dreamz' al posto della 's' è già un chiaro evidente elemento di 'distorsione'. La pellicola infatti appare come la rappresentazione della creazione di un maestoso 'spettacolo' senza fine, e questo elemento di artificio nella costruzione dell'evento era anche quello che caratterizzava L'asso nella manica (1951) di Wilder. E, in maniera simile a quel film, la tragedia irrompe all'improvviso, annunciata, ritardata ma assolutamente negata, anzi, esplosiva nella sua velocità. Una bomba preparata dai terroristi esplode. A farne le spese sono il popolare presentatore Martin Tweed – quasi una reincarnazione del giornalista senza scrupoli interpretato da Kirk Douglas nel film di Wilder – portato sullo schermo da Hugh Grant e William (Chris Klein), il ragazzo dell'aspirante e arrivista Sally.

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"Ero interessato – ha sottolineato Weitz – a fare un film su uno degli aspetti più importanti dell'identità americana, cioè l'idea che tutti noi dobbiamo avere un sogno. Si suppone che noi vogliamo qualcosa di più, o di migliore, di quello che effettivamente abbiamo". Ha poi descritto American Dreamz come "una commedia completamente folle sull'idea che tutti in America hanno un sogno e su come questa cosa possa far impazzire un'intera civiltà.


Paul Weitz nasce a New York nel 1966. Il padre è lo stilista e scrittore John Weitz mentre la madre è l'attrice Susan Kohner, che ebbe la nomination all'Oscar per il ruolo di Sarah Jane in Lo specchio della vita (1959) di Douglas Sirk. A sua volta il nonno del regista era il famoso agente Paul Kohner, che ha rappresentato cineasti come John Huston, Ingmar Bergman e, guarda caso, Billy Wilder.


Ha studiato e si è laureato in cinema alla Wesleyan University e durante l'ultimo anno di studi la sua pièce teatrale Mango Tea è stata portata in scena dall'Ensemble Studio Theatre (EST) di New York con interpreti come Marisa Tomei e Vic Morrow. L'EST ha prodotto altri suoi lavori. Tra questi c'è anche la commedia Roulette con Anna Paquin che il "New York Times" ha definito "un vero e originale gioiello".


Nel 1998, assieme al fratello Chris – più giovane di lui di 4 anni – è tra gli sceneggiatori del cartoon della Dreamworks "Z" la formica e forse già qui si vedono i segni di quella prorompente distorsione puramente cinematografica presente nella citazione della scena del ballo di Travolta in Pulp Fiction. L'esordio dietro la macchina da presa è con il folgorante American Pie (1999) in cui le forme del teenager-movie si mescolano con quelle del miglior cinema demenziale statunitense proprio della seconda metà degli anni '70. Ne esce così un film di straripante scorrettezza (scambiata da una buona parte della critica italiana per volgarità) in cui la gag esplode in tutta la sua essenzialità come nella scena di Jim (Jason Biggs) con la torta di mele. Il film, costato 11 milioni di dollari, ne ha incassati oltre 100 milioni al box office.

Dopo questo successo, fonda assieme il fratello la società di produzione Depth of Fields che ha base a Los Angeles. Insieme sono tra gli sceneggiatori nel 2000 di La famiglia del professore matto di Peter Segal con Eddie Murphy e nello stesso anno recitano come protagonisti in Chuck & Buck di Miguel Arteta. Nel 2001 dirigono il loro primo film insieme Down to Earth, sfortunata commedia fantastica con Chris Rock e Chazz Palminteri, in cui un cabarettista di colore muore prima del tempo per un errore dei suoi angeli custodi. Il film, adattamento della commedia Heaven Can Wait già alla base di Il paradiso può attendere (1978) di Warren Beatty e Buck Henry, ha avuto una gestazione travagliata ed è stato rimontato più volte. L'anno successivo portano sullo schermo il romanzo Un ragazzo di Nick Hornby e scrivono (assieme a Peter Hedges) e dirigono About a Boy, commedia 'speculare' in cui si scontrano le vite di un single ricco e felice (Hugh Grant) e di un ragazzino dodicenne con la madre depressa, che diventa progressivamente più cupa anche con il ritornello della canzone Killing Me Softly ma che guarda anche a forme della commedia 'sofisticata' nella rappresentazione della guerra tra i sessi. Il film ha avuto una nomination all'Oscar per la sceneggiatura non originale.


Da solo, invece, Paul Weitz scrive e dirige In Good Company (Chris figura solo come produttore), una delle migliori commedie statunitensi degli ultimi anni, ancora una commedia speculare ma anche un film sul rovesciamento del sogno americano che vede il responsabile delle vendite della rivista "Sports America" scalzato da un giovane rampante che ha la metà dei suoi anni. Da questo film emerge tutta la forza, la complessità, la ricchezza del cinema di Weitz, straordinariamente confermata anche in American Dreamz, ormai commedia segnata dalla sua presenza anche per l'utilizzo di attori che ritornano come Hugh Grant (da About a Boy), Dennis Quaid (da In Good Company) e Chris Klein (da American Pie).


Assieme al fratello è stato produttore dei sequel di American Pie – American Pie 2 (2001) di J. B. Rogers e American Pie: il matrimonio (2003) di Jesse Dylan. Tra i loro futuri progetti c'è il remake di L'anima e il volto, film realizzato nel 1946 da Curtis Bernhardt con Bette Davis e Glenn Ford che sarà realizzato da Miguel Arteta.


   


 

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