I vincitori del Premio Ermanno Olmi
Martedì 3 dicembre a Bergamo si è tenuta la sesta edizione dell’evento dedicato a cortometraggi di giovani registi under 30. Il vincitore è Mamo, del polacco Jan Ziewiecki
Martedì 3 dicembre a Lo Schermo Bianco di Bergamo si è tenuta la sesta edizione del Premio Ermanno Olmi, la manifestazione dedicata a cortometraggi di finzione, documentari o d’animazione diretti da registi under 30. L’evento è stato promosso dal Comune di Bergamo con il supporto organizzativo di Bergamo Film Meeting Onlus e con la collaborazione di FIC – Federazione Italiana Cineforum.
Ad aggiudicarsi il premio per il miglior cortometraggio in questa edizione è stato il lavoro del polacco Jan Ziewiecki, Mamo, considerato “delicato, rispettoso ed empatico” dalla giuria, tra cui figuravano disparate maestrie, come Chiara Cremaschi (sceneggiatrice e regista), Rossana Galimi (dottoranda di ricerca), Massimo Lastrucci (critico cinematografico e giornalista), Elisabetta Olmi (produttrice) e Stefano P. Testa (regista).
Di Mamo è stata apprezzata anche “la profondità con cui viene raccontata la relazione madre/figlia”, mentre il secondo premio, assegnato a We should all be futurists di Angela Norelli, ha avuto i favori dei giurati per la sua allusione primonovecentesca dove “il materiale antico, del cinema muto, viene usato per una storia deliziosamente attuale”.
Il terzo riconoscimento invece, se l’è aggiudicato la spagnola Èlia Lorente Estopañan con Provocadora, che “con una regia sorprendentemente matura affronta il passaggio dall’infanzia all’età adulta con una notevole consapevolezza del mezzo cinematografico”.
La giuria, però, ha voluto assegnare anche una menzione speciale sul tema “L’esercizio della pace” tra i lavori in concorso; è il caso di VOCE di Andrea La Puca, storia di un monologo femminile di voci inascoltate nato da un form anonimo centinaia di denunce di esperienze di violenza. “Il corto – ha motivato la giuria – si distingue per l’intensità espressiva della recitazione e per la potenza della costruzione coreografica, che insieme trasmettono con forza un messaggio di resistenza attraverso il corpo e la voce”.