Icaros: A Vision, di Leonor Caraballo e Matteo Norzi

Il film è girato nella giungla amazzonica peruviana e racconta il viaggio fisico e spirituale della protagonista Angelina. Opera fortemente condizionata dal messaggio ambientalista

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Presentato a livello internazionale alla 15esima edizione di Tribeca Film Festival a New York, in concorso nella Selezione ufficiale, e selezionato in fase di lavorazione per il progetto Atelier del Milano Film Network nei Milano Industry Days 2015, il film è girato nella giungla amazzonica peruviana e racconta il viaggio fisico e spirituale della protagonista Angelina, una giovane donna americana malata e senza possibilità di cura. Alla ricerca di un miracolo, Angelina arriva in una comunità indigena, dove incontra sciamani che praticano rituali con l’antica bevanda psichedelica Ayahuasca e un gruppo di psiconauti stranieri in cerca di trascendenza e del senso dell’esistenza. Trasformata per sempre dall’esperienza, Angelina imparerà ad accettare e vivere con serenità le sue paure. Le parole del regista Matteo Norzi: “Diversi aspetti del nostro film sono basati sulla reale esperienza della co-regista Leonor Caraballo, che ha scoperto di avere un tumore incurabile prima dell’inizio delle riprese ed ha dedicato al progetto anima e corpo, morendo tristemente prima di poter vedere l’opera finita.

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Icaros: A Vision è una storia sulla paura e il rilascio dalla paura. È ambientato in un centro di medicina tradizionale amazzonica che ospita veri sciamani e non-attori indigeni della comunità Shipibo. Il film è ispirato dalla convinzione che riconoscere il valore delle piante è il modo migliore per cambiare il futuro pregiudicato dell’Amazzonia, anch’essa un paziente in fin di vita”. La storia si svolge a Iquitos, la stessa città in cui Herzog girò Fitzcarraldo più di 30 anni fa, e l’hotel Casa Fitzcarraldo ospita una scena chiave nel film. Per gli autori (Matteo Norzi viene dalla videoarte), al loro primo lungometraggio, si tratta di un’opera fortemente condizionata dal messaggio ambientalista. Tutto sembra girare nel modo giusto, caratterizzazione dei personaggi, l’uso delle immagini più accattivanti dal punto di vista figurativo, la foresta pluviale che fa da cornice in modo impeccabile e senza prevaricazioni visive, il racconto del dolore e del male incurabile fatto con dignità e consapevolezza. Opera difficilmente catalogabile, non fosse altro per la capacità di mostrare un cinema che oggi avrebbe sempre meno spazio in sala, soprattutto se realizzato da autori nostrani.

 


Regia: Leonor Caraballo, Matteo Norzi
Interpreti:
Ana Cecilia Stieglitz, Filippo Timi, Arturo Izquierdo, Guillermo Arévalo
Distribuzione: Lab 80 film
Durata: 91’
Origine: USA, Perù 2016

 

 

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