"Il 7 e l'8" di Ficarra & Picone e Giambattista Avellino

L'ormai celebre duo comico parte da una trovata degna di un film di Capra. Ma la regia pulita e convenzionale non riesce mai a scavare a fondo, nei meandri di una sceneggiatura che si limita al collaudato meccanismo comico. E, ancora una volta, sono gli attori a dare qualcosa in più

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Bisognerebbe partire da C'era una volta in America, dalla la scena in cui i quattro amici scambiano i neonati nelle culle per ricattare uno sbirro e, poi, non ricordando più l'ordine giusto dei bambini, scelgono un numero a caso. Chi ricorda quel numero? Era l'8: "l'8 è un bel numero". Ecco! Sembra che Ficarra & Picone abbiano preso spunto proprio da quella situazione paradossale per imbastire il loro secondo film, sceneggiato e diretto insieme al fido Giambattista Avellino, ormai abituale collaboratore del duo comico. Due trentenni, Tommaso e Daniele, che s'incontrano/scontrano per una fatale combinazione e scoprono di essere nati nello stesso giorno e nello stesso ospedale. Una coincidenza strana, che, accompagnata ad altri indizi, porta a una scoperta sconvolgente: i due, appena nati, sono stati scambiati da un infermiere (Tony Sperandeo), impazzito per aver perso di un soffio il primo premio della lotteria. La mano del Destino ha mischiato le carte, la culla numero 7 con la culla numero 8, segnando per sempre i percorsi della vita. Una trovata che sembra perfetta per un film di Capra e che sarebbe potuta diventare una riflessione paradigmatica sul caso, sulle scelte e sulle seconde possibilità. Ficarra, Picone ed Avellino, invece, scelgono un profilo basso, concentrandosi sui sentimenti, sui legami familiari, sulla paternità naturale e quella sociale. Rimangono, in ogni caso, alla superficie delle cose. La sceneggiatura è un meccanismo preciso e puntuale, collaudato da anni e anni di cabaret e teatro, ed è priva di qualsiasi colpo basso o ammiccamento populista, cosa sempre più rara nella cialtroneria della nostra commedia. Ma è completamente asservita all'effetto comico, all'intesa (innegabile) dei due protagonisti. Limite reso ancor più evidente dalla regia, pulita quanto si vuole, ma spesso priva di ritmo e assolutamente pleonastica rispetto alla storia. Ancora una volta sono gli attori a scavare oltre la superficie. Il contrasto stridente, quasi straniante, tra i volti di Ficarra e Picone, uno mobilissimo e quasi luciferino, l'altro imbambolato, alieno, stralunato, contrasto che s'inserisce con originalità nella tradizione delle coppie comiche. E, soprattutto, Remo Girone, le cui lacrime trattenute per una attimo riescono a oltrepassare i confini della commedia e a far trapelare quel dramma fino ad allora messo fuori campo.  

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Regia: Ficarra & Picone, Giambattista Avellino


Interpreti: Salvo Ficarra, Valentino Picone, Barbara Tabito, Andrea Tidona, Arnoldo Foà, Remo Girone, Tony Sperandeo, Eleonora Abbagnato, Lucia Sardo


Distribuzione: Medusa


Durata: 93'


Origine: Italia, 2006

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