Il caso Life is Strange

Un report di IGN US relativo al celebre videogioco ha evidenziato il clima estremamente tossico e anti-woke che circonderebbe le aziende Deck Nine Games e Square Enix

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È proprio il caso di dirlo: Life is strange. Non più tardi di due settimane fa vi abbiamo raccontato del fenomeno Gamergate 2.0, descrivendovi le preoccupanti tendenze anti-woke diffuse in diverse frange della grande comunità dei videogiocatori. Oggi siamo invece costretti a scavalcare la staccionata e ad appurare che, tristemente, una buona dose di marciume si nasconde anche tra gli addetti ai lavori.

Stiamo parlando dell’assurda vicenda che, da una settimana circa, sta coinvolgendo Life is Strange: True Colors, terzo prodotto della saga lanciata da Don’t Nod nel 2015, da sempre particolarmente attenta a ragionare dell’intero spettro delle relazioni umane – con un occhio di riguardo alle delicate tematiche LGBTQIA+.

In un lungo report datato 5 aprile, pubblicato su IGN US, Rebecca Valentine ha infatti ricostruito un quadro a dir poco allarmante relativo alla presunta volontà, da parte dell’azienda videoludica Deck Nine (responsabile dello sviluppo del gioco), di inserire all’interno di Life is Strange simboli pro-nazisti quali la runa di Hagal, un meme razzista e i numeri 18 e 88. Simboli che, ritrovati dagli sviluppatori in corso d’opera, sarebbero ovviamente stati prontamente segnalati ai capi; i quali, secondo quanto hanno raccontato i dipendenti di Deck Nine, avrebbero tuttavia ignorato qualsiasi tipo di avviso.

Quel che è peggio però, sottolinea il report di IGN, è che i simboli nazisti nascosti tra i meandri del gioco non sono che la punta dell’iceberg di una situazione generale ben più critica. Situazione che coinvolge le aziende Deck Nine e Square Enix – che si occupa della pubblicazione di Life is Strange – e che affonda le proprie radici in un sottobosco di violenze a dir poco surreale.

Sembra infatti che, al di là delle già gravissime inferenze di natura visuale – volte forse ad accaparrarsi il favore delle community anti-woke che bene abbiamo imparato a conoscere, diversi membri del team di sviluppo abbiano aiutato a portare alla luce anche episodi di bullismo, transfobia, discriminazione e sessismo che, ancora una volta, sarebbero però stati trascurati dai dirigenti delle aziende. Trasformandosi dunque in indici ampiamente rivelatori dell’estrema tossicità che avvolgerebbe ambienti tanto rilevanti dell’industria videoludica.

Inoltre, secondo la Narrative Designer di Deck Nine Games Mallory Littleton, tale situazione avrebbe poi avuto conseguenze tangibili sulle strategie promozionali richieste da Square Enix. Che, inizialmente interessata a bloccare le comunicazioni concernenti i contenuti LGBT di Life is Strange, avrebbe poi fatto rapidamente marcia indietro di fronte alle reazioni entusiastiche della stampa specializzata, favorevolmente colpita dall’esplicita bisessualità del personaggio di Alex. La stessa Littleton che, all’interno di un’intervista rilasciata a Gamereactor nel 2021, aveva tra l’altro evidenziato quanto gli sviluppatori volessero “prendere una posizione audace con la sessualità di Alex” e non avrebbero “potuto essere più felici della risposta positiva!”.

Di fronte agli atteggiamenti di cui Deck Nine e Square Enix sono state accusate – e da cui entrambe stanno al momento prendendo le distanze – e in attesa che chi di dovere possa definitivamente fare luce sulla questione, non resta forse che augurarsi che i presentimenti espressi da Littleton ormai qualche anno fa non restino vittima del putridume suprematista che ancora avvelena il mondo dei videogiochi. Del resto “la risposta estremamente positiva ad Alex come donna asiatica bisessuale dimostra che esiste un mercato per questo tipo di personaggi e storie. Se qualcuno là fuori era indeciso sull’opportunità o meno di rendere queer uno dei loro personaggi, spero che Alex possa dargli la fiducia necessaria per farlo. Penso che sicuramente vedremo più personaggi come Alex in futuro, solo il tempo ci dirà se ne vedremo abbastanza per definirlo una tendenza”.


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