Il cielo è ovunque, di Josephine Decker

Rilegge i codici del teen drama attraverso il lutto, offrendone una blanda interpretazione onirica, che non diviene oggetto né di un’indagine filmica, né di una teorizzazione formale. Su Apple TV+

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Tra tutti i generi popolari in cui si declina il cinema americano contemporaneo, il teen drama è il più propenso a tessere un dialogo extra-cinematografico con lo spettatore di riferimento, adeguando la cornice filmica all’immaginario spettatoriale dei suoi destinatari/consumatori. Un procedimento diegetico dal sostrato omologante, che struttura le sue regole significanti sulla reiterazione di elementi contenutistici – rapporti adolescenziali, primi amori, ricerca identitaria, alienazione giovanile – per presentare i personaggi non in qualità di guide finzionali all’interno di un racconto, ma come superfici/corpi riflettenti, che consentano ai giovani spettatori di riflettere sui propri problemi, grazie al processo di identificazione vicaria. Un approccio da cui Il cielo è ovunque certamente non esula, rileggendone gli esiti attraverso il filtro del lutto.

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Nel contenuto, come nell’immaginario, Il cielo è ovunque dialoga con il genere young adult – in continuità con l’omonimo romanzo di Jandy Nelson – associandone i codici ad una rilettura onirica del cordoglio. Nel raccontare la storia di Lennie (Grace Kaufman) e il suo tentativo di emergere dall’anestesia emotiva del lutto – la scomparsa della sorella maggiore, con cui intrattiene un rapporto di morbosa esclusività, genera in lei un profondo senso di estraniamento – Josephine Decker articola un racconto ibrido, in cui il percorso di risoluzione del lutto (e la conseguente accettazione) assume uno statuto ambiguo, a metà tra realtà e dimensione fantasmatica. Dirigendosi verso orizzonti contamina(n)ti, il film rilegge il conflitto della protagonista attraverso un immaginario fantastico – soluzioni visuali al limite del cartoonesco, sovraespozione luminosa dell’immagine, atmosfere oniriche che dialogano con il linguaggio del musical – completamente privo, però, di una teorizzazione formale. L’insieme di tali elementi non solo decentra il racconto dalla narrazione del lutto, ma non diventa neanche oggetto di un’indagine filmica, di un ragionamento sistematico che ne delinei le funzioni in direzione del percorso catartico della ragazza. Diversamente da un’opera come Amabili resti, dove la cornice metafisica diviene per la protagonista lo spazio unico di riconoscimento della propria condizione, qui le continue incursioni nelle cornici oniriche – che richiamano i linguaggi di Les parapluies de Cherbourg e di La La Land – non assumono mai enfasi drammatica, oltre ad essere prive dell’elettrizzante pomposità tipica di quei film. Quel che resta è un insieme di codici e riferimenti estetici blandi, derubricati al mero grado citazionistico.

Dove Il cielo è ovunque funziona, invece, è nelle sue frazioni più realistiche. Nei momenti in cui il racconto converge su Lennie – e sull’iscrizione del suo conflitto nei reami del reale – il film trova finalmente la sua dimensione ideale, oltre a un sostenuto andamento ritmico. Nel mettere in scena la storia di una ragazza protesa a negare la scomparsa della sorella, la regista articola un interessante discorso sulla percezione di una presenza attraverso il ricordo della sua assenza. Rifiutando di accettare il dolore della perdita, Lennie cerca le tracce della sorella in ciò che la circonda: dorme sul letto disfatto di Bailey, indossa i suoi vestiti, tesse un rapporto con il suo fidanzato/vedovo. E più tende a recuperare il “vuoto” della sua assenza, più rischia di smarrire sé stessa. Prova difficoltà a suonare – è una promettente clarinettista – e ad empatizzare anche con la sua stessa famiglia. Una visione che confluirebbe in una rappresentazione credibile del percorso luttuoso, se non fosse per le continue divagazioni nel territorio dell’onirico, che ammortizzano l’impatto emotivo di un racconto sincero, che nello spazio vacuo di una assenza ricerca ossessivamente le ceneri di una parvenza.

Titolo originale: The Sky Is Everywhere
Regia: Josephine Decker
Interpreti: Grace Kaufman, Jacques Colimon, Jason Segel, Cherry Jones, Pico Alexander, Yoo Ji-young, Havana Rose Liu, Julia Schlaepfer
Distribuzione: Apple TV+
Durata: 103′
Origine: USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.8
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Il voto dei lettori
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