""Il cinema d'azione, per me, è il vero cinema" – Incontro con Rob Cohen

Rob Cohen somiglia ai suoi film: simpatico, veloce, giovanile e insieme a Vin Diesel riesce a vivacizzare anche la funerea sala barocca in cui si svolge la conferenza stampa. Attraversando trasversalmente "XXX", ci parla di James Bond, Hollywood e Asia Argento; poi ci conferma che anche tra le immondizie del mercato possono nascere i fiori.

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Roma allagata dalla pioggia, fitta fitta, grigia grigia, a rovesciare il cliché delle ottobrate. Roma/Londra che si spegne appena entrati nel grand' Hotel, tra drappi rossi e stucchi dorati a ricordarti dove sei e le solite facce (grigie grigie) e i soliti discorsi (fitti fitti) con chi sei: Italia, conferenza stampa con divi americani. A priori pensi che se non ci fossero la gentilezza e la professionalità di Cristiana Caimmi e dello staff della Columbia sarebbe preferibile andare da maghrebino ad un convegno della Lega sull'immigrazione.

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Ma Rob Cohen e Vin Diesel sono appassionati di sport estremi…Con disinvoltura, vitalità e simpatia portano nella sala affollata lo spirito dei loro film. Tra risate, informalità e addirittura interventi in lingua indigena (Diesel), parlano "a valanga". Tanto da costringerci, per motivi di spazio, a riportare (per ora) soltanto gli interventi del regista.  


 


A lei piace molto giocare con i generi? Sembra che tutti i suoi film partano da un genere e provino a rinnovarlo.


Io ho il massimo rispetto per il pubblico e da spettatore mi annoio molto facilmente. Perciò, se leggendo una sceneggiatura mi accorgo che ho già visto almeno venti volte quella storia sullo schermo, non riesco neanche a concepire l'idea di passare un anno o due della mia vita a rifare per l'ennesima volta la stessa cosa. Ciò che più mi diverte, nel cinema, è prendere un genere, già ben noto e denominato, volgerlo, stravolgerlo, torcerlo, magari rovesciandone totalmente l'ottica dello spettatore, in modo tale da ottenere la stessa cosa ma completamente diversa. In questo senso si può dire che i miei film siano la realizzazione di questa rifondazione di mondi già conosciuti attraverso i generi. 


In XXX  lei ironizza sul mito di James Bond, che ammazza dopo pochi minuti per farlo poi rinascere identico. Pensa che il personaggio di Sean Connery abbia fatto il suo tempo e sia necessario qualcuno come Vin Diesel per reinterpretarlo?


Credo che il nuovo tipo di energia propagata oggi nel mondo ha bisogno di un passaggio simile a quello intercorso tra la mitologia greca e quella romana. James Bond è la mitologia greca che ci può dare speranze per le persone di oggi.

Le piacciono soltanto i film d'azione oppure sono gli unici che Hollywood  le permette di fare con grandi mezzi?


Io adoro il cinema d'azione perché per me i film trattano del movimento; li chiamiamo motion pictures: immagini in movimento. Il teatro indubbiamente fa meglio alcune cose, la letteratura ne esprime meglio delle altre, ma la cinetica, il movimento, il dinamismo sono espressi al meglio soltanto dall'arte del cinema. Da questo punto di vista il cinema d'azione, per me, è il vero cinema. Per quanto riguarda Hollywood, possiamo dire che è un posto alquanto complesso. Se le corporations multinazionali agissero soltanto a modo loro farebbero come la Coca Cola: fai una bottiglia di coca cola, vende, allora a quel punto vuoi migliaia di bottiglie di coca cola come quella per venderle. A questo punto, per un regista nel mondo delle multinazionali di Hollywood la sfida sta in questo: dare a loro quel qualcosa di cui hanno bisogno, ciò che li fa vendere, e allo stesso tempo dare a se stessi altro perché sai che sei a quel punto per creare qualcosa di fresco, un nuovo eroe, una nuova storia di cui il pubblico ha bisogno. Credo che in XXX io abbia soddisfatto i bisogni delle corporations, che possono farne un videogame o quant'altro, ma contemporaneamente ho dato a me stesso la soddisfazione di consegnare a questa generazione il nuovo eroe, felice e gentile, che voleva. Questa evoluzione dell'eroe e dell'attore simbolo mi fa credere di aver espresso al massimo la mia professionalità.



Ci parli un po' della Revolution, che sembra stia conquistando un posto importante nella Columbia.


Sono felice di poter parlare della Revolution a tutti voi. L'idea di poter lavorare con una compagnia potente ma divertente mi ha sempre attratto. Alla fine, tra noi, il tutto si riduce al rapporto personale con un solo uomo: non ci sono consigli, commissioni e comitati da affrontare, né la politica aziendale da applicare. C'è Joe Roth, regista e produttore, fondatore e mente della Revolution, che è mio amico da venticinque anni. Quando mi ha chiesto di fare XXX gli ho risposto che volevo assolutamente Vin e in più c'erano vari meccanismi che andavano perfezionati, alla fine tutto si è risolto con queste parole di Joe: "OK, avrai Vin ma mi dai il film pronto per luglio!". E' una situazione insolita, unica.

Pregi e difetti di Vin Diesel.


(Ride…) Non voglio che mi si monti troppo… Mr. Diesel ha cose che non si trovano abitualmente, è intelligente e fermo, vulnerabile e dolce; ha un corpo atletico e nello stesso tempo si muove con eleganza. Vin fa l'attore da quando aveva sette anni, è in grado di tenere in mano una pistola ma anche una donna come Asia Argento, che vuol dire donna con la D maiuscola. Oggi, quando le persone giovani cercano un eroe a cui guardare trovano soltanto biondi con gli occhi azzurri da ingurgitare per saziarsi. Per me Vin è l'eroe che ognuno può guardare e dire: è come me e rappresenta il meglio che io possa fare per il mondo e la società.



E Asia Argento?


Ero già da vecchio tempo fan di suo padre. All'inizio la immaginavo come uno di quei demoni folli che brillano nei suoi film, poi Asia mi ha sorpreso per l'assoluta professionalità e l'intelligenza nell'affrontare il ruolo. Sul set non ha mai fatto capricci o avuto pretese, non ha mai mentito ma ha collaborato, studiando profondamente la sua parte. Alcuni non amano il suo essere controverso, io amo Asia Argento.



Sarà anche nel prossimo film?


L'obiettivo di XXX era sin dall'inizio molto chiaro: dare vita ad un personaggio che fosse tanto interessante da spingere a volerlo indagare ancora; un personaggio che potesse essere osservato mentre egli stesso esplora tutta una serie di elementi, quindi pronto a nuove storie e nuove avventure. La nostra idea era di creare un prototipo a cui potersi eventualmente riallacciare. Fa parte di questa formula che nessun altro sia presente nel prossimo XXX2 se non Vin.


 


Finita la conferenza mi avvicino all'elettrizzato Rob (chi precedentemente lo aveva chiamato Mr. Cohen aveva ottenuto come risposta: "Mr. Cohen? E' mio padre, io sono Rob!") per togliermi qualche curiosità sulle sue preferenze musicali. Tra complimenti reciproci per i nostri orecchini, ripassiamo la colonna sonora che a lui naturalmente piace tutta, da qui si arriva a parlare di Dead Kennedys, Germs, Husker Du, e il "fucking great!" Rob lo riserva ai Vandals, che conosce personalmente. Vista la disponibilità e la simpatia gli chiedo la sua opinione sull'anarchia, concetto che attraversa tutto XXX, dal nome dei "cattivi" Anarchy 99 al rapporto di Xander Cage con l'autorità costituita, fino alla sfida che questi ingaggia continuamente con le leggi naturali.


Mentre mi trascina nei meandri del grand'Hotel, il regista apre e chiude un lungo discorso affermando che "l'anarchia è una teoria filosofica molto importante"; nel mezzo aggiunge che disapprova le forme violente e nichiliste "like Oklahoma city" ma allo stesso tempo "non è pensabile che gli individui vivano sotto la pressione di un'autorità. La società si sta trasformando e gli sport estremi sono un esempio del desiderio di libertà dell'uomo e della sua necessità di trovare l'equilibrio con le forze circostanti…but I think that anarchy is a very important philosophical theory!" Thank you Rob, go up!!!


 


 


 


 

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