Il Cinema dell'Estremo Oriente: CINA

Dongfang, associazione culturale napoletana, che opera nella cura dei rapporti di interscambio fra Italia e Cina, presenta la prima edizione della rassegna sul cinema dell'Estremo Oriente, dedicata alla Repubblica Popolare Cinese. Napoli, Castel Sant'Elmo, 26 – 29 ottobre 2005.

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 Il Cinema dell'Estremo Oriente: CINA

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                                       film / mostre / incontri /musica


 

Napoli, Castel Sant'Elmo, 26 – 29 ottobre 2005

 


 


con il patrocinio di :


Regione Campania, Provincia di Napoli, Comune di Napoli, Camera di  Commercio di Napoli, Ente provinciale per il Turismo di Napoli, 


e il patrocinio morale dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", RAI_sede Regione Campania, e in collaborazione con il Coordinamento del Comitato Governativo Italia-Cina Ministero degli Affari Esteri.


 


Dongfang, associazione culturale napoletana, che opera nella cura dei rapporti di interscambio fra Italia e Cina, costituita da studiosi e accademici di materie orientalistiche, sinologi, esperti di arti visive estremo-orientali è lieta di presentare la prima edizione della rassegna sul cinema dell'Estremo Oriente, dedicata alla Repubblica Popolare Cinese.


 


L'associazione, il cui nome in cinese significa Oriente, intende realizzare una rassegna cinematografica dedicata, ogni anno, a un singolo paese (o gruppi di paesi) appartenenti all'area dell'estremo oriente: Cina, Hong Kong, Taiwan, Giappone, Vietnam, Corea, Indonesia, Thailandia, Malesia, Filippine, Mongolia…


Lo scopo principale è quello di offrire alla città di Napoli uno spaccato culturale di questi paesi evidenziando e rafforzando l'antico legame che unisce questa città all'Estremo Oriente. Punto di fondamentale rilievo è l'antica tradizione orientalistica di Napoli. Infatti, nel 1732 Matteo Ripa, religioso e sinologo vi fondò il Collegio dei Cinesi, primo istituto orientalistico della storia europea, oggi divenuto l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale". Attualmente, migliaia di studenti si dedicano ogni anno alla conoscenza e all'approfondimento delle lingue e culture dell'estremo oriente.


Napoli è, pertanto, il luogo ideale per una tale iniziativa.


 


Il cinema del FarEast, negli ultimi anni, è stato il modello scardinante e di fascinazione che ha riportato in Occidente l'immaginario di quella realtà lontana ed esotica che comprende paesi dalle tradizioni millenarie come la Cina, la Corea, il Giappone fino a tutta la variegata area del Sud Est asiatico.


Tutto è iniziato più di venti anni fa con l'esplosivo affacciarsi sugli schermi della NewWave Hongkonghese, a ruota, sono arrivati i grandi autori di Taiwan, le nuove generazioni cinesi, la rinascita del cinema giapponese, la sorprendente primavera di quello sudcoreano, la scoperta di quello thailandese. A questa apparentemente inesauribile vitalità ha fatto seguito un'adeguata (per quanto a volte tardiva) attenzione prima critica e poi di pubblico in Europa e America. I  film di John Woo, Kitano Takeshi, Tsai Ming-liang, Wong Kar-wai, Hou Hsiao-hsien hanno cominciato a circuitare dai festival (ricordiamo il FarEast Film di Udine, l'Asiatica Film Mediale di Roma, il Festival del cinema coreano di Firenze, le edizioni taorminesi di Enrico Ghezzi, ai Festival di Locarno o di Pesaro, le ultime edizioni veneziane dirette da Marco Muller) fino allo "sdoganamento"ufficiale, con i successi di botteghino nelle sale cinematografiche.


 


"Dongfang" punterà ogni anno l'attenzione su un singolo paese, col proposito di comporre – in prospettiva – tessera per tessera, un mosaico del cinema estremorientale. 


Per la prima edizione l'attenzione è stata puntata sulla Cina, immenso sub-continente, attualmente al centro dell'attenzione mondiale per la sua tumultuosa crescita economica e urbanistica. Il cinema della Mainland China è stato per lungo tempo una sorta di oggetto misterioso, prima che i cineasti della cosiddetta Quinta generazione (Zhang Yimou, Chen Kaige, Tian Zhuangzhuang), nata alla scuola di cinema di Xi'an, lo rivelassero al mondo con film di grande eleganza formale sulla storia cinese, dall'era feudale alla rivoluzione culturale, all'inizio osteggiati dalle autorità, poi convertiti all'ufficialità con le epopee storiche di Hero o The Promise. Restava, ancora, da raccontare la Cina contemporanea: le città freneticamente modernizzate e le campagne quasi immobili, il capitalismo che avanza e la povertà che persiste, le miniere e Tian'anmen, l'omosessualità e l'Aids. Ci hanno pensato i giovani ribelli della Sesta generazione a puntare cineprese e poi videocamere digitali su questi angoli oscuri, su questa materia incandescente.


La nostra rassegna, accosta gli autori più celebrati (Zhang Yuan e Jia Zhangke, le voci femminili come Li Yu e Emily Tang) ai nuovi talenti (Li Yang e Liu Hao), nuove tendenze e una sezione di classici, scelti tra quelli acquisiti dall'Istituto Luce su indicazione del sinologo e direttore della Mostra di Arte Cinematografica della Biennale di Venezia Marco Muller per celebrare i 100 anni del cinema cinese. I film di Sun Yu e Xie Tian, Xie Teli e Xie Jin dimostrano come non di sola propaganda vivessero gli anni Cinquanta e Sessanta, ma di commedie, melodrammi, incursioni storiche di notevole inventiva.


 


 


La rassegna si terrà negli spazi di Castel Sant'Elmo, dal 26 al 29 ottobre, si articolerà in più momenti:


 


– L'inaugurazione, il 26 ottobre,  sarà un vero e proprio 'evento'che sancirà l'incontro tra Napoli e Cina: lasciare alle note scritte e eseguite dal vivo da Daniele Sepe, uno dei più apprezzati musicisti partenopei, il compito di tradurre in musica la grandezza drammatica di un attrice come Ruan Lingyu – icona per eccellenza del cinema muto di Shanghai – attraverso la sonorizzazione di The Goddess, capolavoro di Wu Yonggang.


 


          Una selezione di film delle avanguardie della nuova (sesta)generazione del cinema cinese


 


          Una selezione di Classici del Cinema Cinese degli anni '50-'60


 


– Tavole rotonde che ospiteranno personalità del mondo culturale e cinematografico, autorevoli ospiti cinesi e diversi ospiti italiani


 


– Due mostre fotografiche sulla Cina: personali di Rhodri Jones e Alessandro Digaetano


I fotografi Alessandro Digaetano e Rhodri Jones, da molti anni puntano i loro sguardi a Est in una sorta di vera e propria "personale cronaca fotografica": Alessandro Digaetano con le sue immagini a colori sulla rivoluzione urbanistica in Cina e il gallese Rhodri Jones con i suoi scatti rigorosamente in bianco e nero sulle minoranze etniche, hanno un comune punto di vista: fornire un ritratto attendibile di una società complessa e stratificata, di un paese che non finisce mai di sorprenderci.


 


Ospiti della rassegna saranno: la regista Li Yu (Fish and Elephant) insieme ai colleghi, Li Yang (regista, Blind Shaft); Liu Hao (regista, Two Great Sheep); Liu Bingjan (attore); Wang Yu (produttore); Zhang Xianmin (accademico); Li Zhenhua (critico); Marco Muller (sinologo e direttore artistico della Mostra di Arte Cinematografica della Biennale di Venezia ) e molti nomi della cultura, registi e attori napoletani in un confronto aperto con il mondo culturale cinese. Segnaliamo soprattutto la mattina di sabato 29 ottobre ore 11:30, tavola rotonda coordinata da Marco Muller con gli ospiti cinesi a colloquio con: Iaia Forte e Teresa Saponangelo, Stefano Incerti, Antonio Capuano, Vincenzo Marra, Angelo Curti e Nicola Giuliano, Nina Di Maio, Andrea Renzi e Roberto De Francesco.


 


La serata di inaugurazione si terrà presso l'Auditorium di Castel Sant'Elmo; le mostre fotografiche e le altre proiezioni, nelle sale minori del castello. L'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", metterà a disposizione l'aula delle mura greche di Palazzo Corigliano per le tavole rotonde.


 


 


contatti:


e.mail dongfang@libero.it; ufficio stampa: Rosalba Ruggeri (cell.338.8218803; e.mail rosalbaruggeri@yahoo.com)


 

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    con il patrocinio di :


    Regione Campania, Provincia di Napoli, Comune di Napoli, Camera di  Commercio di Napoli, Ente provinciale per il Turismo di Napoli, 


    e il patrocinio morale dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", RAI_sede Regione Campania, e in collaborazione con il Coordinamento del Comitato Governativo Italia-Cina Ministero degli Affari Esteri.


     


    Dongfang, associazione culturale napoletana, che opera nella cura dei rapporti di interscambio fra Italia e Cina, costituita da studiosi e accademici di materie orientalistiche, sinologi, esperti di arti visive estremo-orientali è lieta di presentare la prima edizione della rassegna sul cinema dell'Estremo Oriente, dedicata alla Repubblica Popolare Cinese.


     


    L'associazione, il cui nome in cinese significa Oriente, intende realizzare una rassegna cinematografica dedicata, ogni anno, a un singolo paese (o gruppi di paesi) appartenenti all'area dell'estremo oriente: Cina, Hong Kong, Taiwan, Giappone, Vietnam, Corea, Indonesia, Thailandia, Malesia, Filippine, Mongolia…


    Lo scopo principale è quello di offrire alla città di Napoli uno spaccato culturale di questi paesi evidenziando e rafforzando l'antico legame che unisce questa città all'Estremo Oriente. Punto di fondamentale rilievo è l'antica tradizione orientalistica di Napoli. Infatti, nel 1732 Matteo Ripa, religioso e sinologo vi fondò il Collegio dei Cinesi, primo istituto orientalistico della storia europea, oggi divenuto l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale". Attualmente, migliaia di studenti si dedicano ogni anno alla conoscenza e all'approfondimento delle lingue e culture dell'estremo oriente.


    Napoli è, pertanto, il luogo ideale per una tale iniziativa.


     


    Il cinema del FarEast, negli ultimi anni, è stato il modello scardinante e di fascinazione che ha riportato in Occidente l'immaginario di quella realtà lontana ed esotica che comprende paesi dalle tradizioni millenarie come la Cina, la Corea, il Giappone fino a tutta la variegata area del Sud Est asiatico.


    Tutto è iniziato più di venti anni fa con l'esplosivo affacciarsi sugli schermi della NewWave Hongkonghese, a ruota, sono arrivati i grandi autori di Taiwan, le nuove generazioni cinesi, la rinascita del cinema giapponese, la sorprendente primavera di quello sudcoreano, la scoperta di quello thailandese. A questa apparentemente inesauribile vitalità ha fatto seguito un'adeguata (per quanto a volte tardiva) attenzione prima critica e poi di pubblico in Europa e America. I  film di John Woo, Kitano Takeshi, Tsai Ming-liang, Wong Kar-wai, Hou Hsiao-hsien hanno cominciato a circuitare dai festival (ricordiamo il FarEast Film di Udine, l'Asiatica Film Mediale di Roma, il Festival del cinema coreano di Firenze, le edizioni taorminesi di Enrico Ghezzi, ai Festival di Locarno o di Pesaro, le ultime edizioni veneziane dirette da Marco Muller) fino allo "sdoganamento"ufficiale, con i successi di botteghino nelle sale cinematografiche.


     


    "Dongfang" punterà ogni anno l'attenzione su un singolo paese, col proposito di comporre – in prospettiva – tessera per tessera, un mosaico del cinema estremorientale. 


    Per la prima edizione l'attenzione è stata puntata sulla Cina, immenso sub-continente, attualmente al centro dell'attenzione mondiale per la sua tumultuosa crescita economica e urbanistica. Il cinema della Mainland China è stato per lungo tempo una sorta di oggetto misterioso, prima che i cineasti della cosiddetta Quinta generazione (Zhang Yimou, Chen Kaige, Tian Zhuangzhuang), nata alla scuola di cinema di Xi'an, lo rivelassero al mondo con film di grande eleganza formale sulla storia cinese, dall'era feudale alla rivoluzione culturale, all'inizio osteggiati dalle autorità, poi convertiti all'ufficialità con le epopee storiche di Hero o The Promise. Restava, ancora, da raccontare la Cina contemporanea: le città freneticamente modernizzate e le campagne quasi immobili, il capitalismo che avanza e la povertà che persiste, le miniere e Tian'anmen, l'omosessualità e l'Aids. Ci hanno pensato i giovani ribelli della Sesta generazione a puntare cineprese e poi videocamere digitali su questi angoli oscuri, su questa materia incandescente.


    La nostra rassegna, accosta gli autori più celebrati (Zhang Yuan e Jia Zhangke, le voci femminili come Li Yu e Emily Tang) ai nuovi talenti (Li Yang e Liu Hao), nuove tendenze e una sezione di classici, scelti tra quelli acquisiti dall'Istituto Luce su indicazione del sinologo e direttore della Mostra di Arte Cinematografica della Biennale di Venezia Marco Muller per celebrare i 100 anni del cinema cinese. I film di Sun Yu e Xie Tian, Xie Teli e Xie Jin dimostrano come non di sola propaganda vivessero gli anni Cinquanta e Sessanta, ma di commedie, melodrammi, incursioni storiche di notevole inventiva.


     


     


    La rassegna si terrà negli spazi di Castel Sant'Elmo, dal 26 al 29 ottobre, si articolerà in più momenti:


     


    – L'inaugurazione, il 26 ottobre,  sarà un vero e proprio 'evento'che sancirà l'incontro tra Napoli e Cina: lasciare alle note scritte e eseguite dal vivo da Daniele Sepe, uno dei più apprezzati musicisti partenopei, il compito di tradurre in musica la grandezza drammatica di un attrice come Ruan Lingyu – icona per eccellenza del cinema muto di Shanghai – attraverso la sonorizzazione di The Goddess, capolavoro di Wu Yonggang.


     


              Una selezione di film delle avanguardie della nuova (sesta)generazione del cinema cinese


     


              Una selezione di Classici del Cinema Cinese degli anni '50-'60


     


    – Tavole rotonde che ospiteranno personalità del mondo culturale e cinematografico, autorevoli ospiti cinesi e diversi ospiti italiani


     


    – Due mostre fotografiche sulla Cina: personali di Rhodri Jones e Alessandro Digaetano


    I fotografi Alessandro Digaetano e Rhodri Jones, da molti anni puntano i loro sguardi a Est in una sorta di vera e propria "personale cronaca fotografica": Alessandro Digaetano con le sue immagini a colori sulla rivoluzione urbanistica in Cina e il gallese Rhodri Jones con i suoi scatti rigorosamente in bianco e nero sulle minoranze etniche, hanno un comune punto di vista: fornire un ritratto attendibile di una società complessa e stratificata, di un paese che non finisce mai di sorprenderci.


     


    Ospiti della rassegna saranno: la regista Li Yu (Fish and Elephant) insieme ai colleghi, Li Yang (regista, Blind Shaft); Liu Hao (regista, Two Great Sheep); Wang Yu (produttore); Zhang Xianmin (accademico); Li Zhenhua (critico); Marco Muller (sinologo e direttore artistico della Mostra di Arte Cinematografica della Biennale di Venezia ) e molti nomi della cultura, registi e attori napoletani in un confronto aperto con il mondo culturale cinese. Segnaliamo soprattutto la mattina di sabato 29 ottobre ore 11:30, tavola rotonda coordinata da Marco Muller con gli ospiti cinesi a colloquio con: Iaia Forte e Teresa Saponangelo, Stefano Incerti, Antonio Capuano, Vincenzo Marra, Angelo Curti e Nicola Giuliano, Nina Di Maio, Andrea Renzi e Roberto De Francesco.


     


    La serata di inaugurazione si terrà presso l'Auditorium di Castel Sant'Elmo; le mostre fotografiche e le altre proiezioni, nelle sale minori del castello. L'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", metterà a disposizione l'aula delle mura greche di Palazzo Corigliano per le tavole rotonde.


     


     


    contatti:


    e.mail dongfang@libero.it; ufficio stampa: Rosalba Ruggeri (cell.338.8218803; e.mail rosalbaruggeri@yahoo.com)

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