Il colpevole – The Guilty, di Gustav Möller

Apprezzabile film di genere dell’esordiente regista danese, che tiene legato alla sedia lo spettatore. Con un’ottima prova d’attore del suo protagonista, Jakob Cedergren.

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Il nord Europa ha scoperto, ormai da qualche anno una vocazione di scrittura cinematografica volta a guardare al thriller, al noir, inteso in una larga concezione, e forse tutto questo trova una causa nel desiderio di proporre una specie di sintesi interpretativa di un malessere che da sempre, nonostante l’esemplare opulenza e benessere, quelle società vivono.
Sta di fatto che questa condizione dà vita a film come questo apprezzabile Il colpevole che, pur restando fedele ad un impianto classico di film di genere, tiene legato alla sedia lo spettatore e anche grazie ad un’ottima prova d’attore del suo protagonista, Jakob Cedergren, sviluppa una traccia narrativa non originalissima, ma sicuramente di efficace presa.
Asger Holm è un agente di polizia, nel suo passato qualche macchia e qualcosa di troppo da farsi perdonare e per questo è stato destinato al centralino per le chiamate d’emergenza. Il suo processo imminente condiziona i suoi comportamenti e quando una telefonata lo terrà legato alla sedia, proverà con ogni mezzo a risolvere la difficile situazione.

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Già Sidney Pollack nel 1965 aveva raccontato, con efficacia e stringente narrazione, il tentativo di salvataggio telefonico in La vita corre sul filo. Ma non per questo il film di Möller perde in potenza narrativa e in adesione completa alla narrazione da parte dello spettatore. Quello che solitamente si definisce come “coinvolgimento” qui viene ulteriormente incoraggiato da una messa in scena che si risolve in ambienti davvero minimi che si riducono alle due stanze e al corridoio del centralino in cui si svolge la vicenda e, soprattutto, dal tempo reale del racconto cinematografico che accompagna, in simultanea quello della scena e quello della platea. Si tratta di due elementi determinanti per restituire al pubblico quella dominante oppressiva che non solo caratterizza la storia raccontata, ma che soprattutto diventa specchio della coscienza del protagonista.

Ma i temi che davvero stanno a cuore all’esordiente regista danese non sono evidentemente questi, che servono solo a dare una struttura resistente al film. Il vero tema dominante della vicenda lo indica lo stesso titolo ed è quello della colpa che caratterizza ogni noir che si rispetti e diventa, comunque, al di là dei generi, spinta morale verso la doverosa e naturale evoluzione psicologica dei personaggi. Anche in questo caso le cose non vanno diversamente e la colpa per gli errori del passato si rimarginano anche con la salvezza di una vita. La colpa, quindi, non solo come scenario della coscienza sul quale si manifestano i comportamenti del protagonista, ma soprattutto, come viatico verso la redenzione e la salvezza di una vita. In questo senso il film si affida ad un ottimo copione e soprattutto ad un ottimo protagonista che fa emergere la tensione necessaria, ma anche le profonde ferite del suo personaggio. Gioca un ruolo non secondario il rapporto con i suoi colleghi, incerti se fidarsi o meno di lui e in questo dissidio, in cui entrano in gioco molteplici fattori, la situazione di Asger Holm si fa davvero complicata.
Gustav Möller ci dimostra come il cinema possa tornare sempre sui propri passi riproponendo vicende e situazioni non nuove e in questo il suo film è un piccolo concentrato di più o meno volontarie citazioni o rimandi. Viene naturale, ad esempio, per lo spettatore, guardando questo film, pensare a Locke di Steven Knight. In altre parole in questo piccolo compendio di cinema e di situazioni estreme che mettono alla prova il protagonista, il film di Möller fila liscio e appassiona e questo è sicuramente un risultato non trascurabile per un’opera di genere che conserva, comunque, proprio in questa non banale rielaborazione di temi, una sua ragione profonda che forse va ricercata, in una redenzione che non è solo personale, ma collettiva. Il cinema resta sempre il mezzo migliore – e Möller evidentemente lo sa – per trasferire nel racconto del particolare, lo sguardo più largo che sappia accogliere un panorama intero.

 

Titolo originale: Den skyldige
Regia: Gustav Möller
Interpreti: Jakob Cedergren, Jessica Dinnage, Jacob Lohmann, Omar Shargawi, Jonah Olsen
Distribuzione: Bim e Movies Inspired
Durata: 85′
Origine: Danimarca 2018

 

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