Il crollo in borsa di Netflix e l’ombra di un epocale cambiamento

La recente perdita di abbonati e il conseguente crollo in borsa ha messo alle corde il re Mida dello streaming, sempre più incline a cambiare le proprie strategie di marketing.

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Sembrava impossibile solamente pensare di accostare parole come “crisi” o “crollo” vicino a Netflix, da più di dieci anni ai vertici assoluti della produzione e distribuzione cinematografia mondiale, ma recentemente sembra non essere più un accostamento così fuorviante ed impossibile. Ebbene sì, il gigante dello streaming sembra che si stia pian piano arenando per via della forte crisi di abbonati e, di conseguenza, anche economica che ha subito nelle ultime settimane, portando a pensare ad un apocalittico ma non tanto irreale disgregamento della piattaforma. Ma andiamo a vedere esattamente quali sono i motivi di questa inaspettata e incontrollata crisi.

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Il motivo principale della crisi totale del re Mida dello streaming, è la perdita di ben 200.000 abbonati a partire da novembre 2021, registrando dopo dieci anni esatti la prima flessione in negativo della curva degli abbonamenti di Netflix, da un po’ di tempo coi costi in netto aumento. Un dato quasi illogico, vista anche la grande e consolidata diffusione della fruizione online che negli anni ha anche, come ben sappiamo, diminuito  quasi interamente la presenza del pubblico nelle sale cinematografiche. Forse per la fine delle restrizioni, quindi con la quasi scomparsa del lockdown, ci si poteva aspettare un piccolo diminuimento degli spettatori ma sicuramente non di tale portata per le tasche di Netflix, che ha voluto attribuire questo calo nella volontà di sospendere il servizio in Russia per via della guerra, anche se sembra il classico capro espiatorio della situazione. Un altro motivo può essere la concorrenza spietata delle nuove leve dello “Streaming game”, ovvero le agguerrite Amazon Prime Video e soprattutto Disney+, anche loro in lieve calo ma non ai livelli di Netflix. Se la prima con la prossima serie ambientata nell’universo creato da Tolkien e la recente acquisizione della MGM sta avendo una notevole visibilità, Disney+ con il catalogo Marvel ha praticamente quasi del tutto sbaragliato la concorrenza, ottenendo in tre anni dalla sua nascita ben 200 milioni di abbonamenti, 22 in meno solamente di Netflix.

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Netflix perde abbonati: “Le nuove piattaforme propongono temi più accattivanti” – LiveUnict

La perdita sostanziosa di abbonamenti e la concorrenza spietata, hanno portato inevitabilmente Netflix a fare i conti con nefasto crollo delle sue azioni del 40% alla borsa di Wall Street. Una perdita epocale per una delle aziende più proficue della modernità che adesso, messa alle corde dal suo mercoledì nero, vede all’orizzonte un probabile ed epocale cambiamento. Infatti Netflix sembra voglia agire su vari fronti, andando a sdoganare le oramai passate strategie di marketing. La più gettonata sembra essere la presenza di inserti pubblicitari all’interno dei prodotti streaming, a detta dell’amministratore delegato Reed Hastings, per permettere agli spettatori una fruizione ad un costo più basso ma col sacrificio di accettare gli spazi pubblicitari. Una scelta che va controcorrente con le passate strategie di casa Netflix, ma ormai necessario per risollevarne le redini. Un’altra via che potrebbe intraprendere la piattaforma è quella del gaming, con all’attivo già 17 prodotti Netflix sembra voglia aprire anche in questo settore delle nuove frontiere, sfruttando il fatto di essere la matrice e la proprietaria dei diritti di film e serie Tv molto affini con il mondo videoludico, tra tutti Stranger Things, già protagonista di ben due videogiochi dedicati.

Insomma con il crollo di Netflix ,che potrebbe addirittura perdere nel prossimo trimestre 2,5milioni di abbonamenti, si sta aggirando intorno in maniera sempre più insistente l’ombra di un epocale cambiamento.

 

 

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