Il delitto Mattarella, di Aurelio Grimaldi

In sala la rievocazione dell’omicidio di Piersanti Mattarella, diretto da Aurelio Grimaldi, una rappresentazione dei fatti che non si accende mai della tradizione del nostro cinema civile

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Il cinema italiano ha una grande tradizione di impegno civile, una tradizione che ha caratterizzato i film che, soprattutto tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, hanno raccontato il lato oscuro delle vicende italiane, in quel confine non certo labile, ma a volte invisibile, tra politica e malaffare di varia natura e genere, deviazioni istituzionali e saldature con la malavita organizzata. Storie di occultamenti e segreti di cui sono pieni gli scaffali delle Procure italiane, ma anche gli scaffali che contengono i film che queste vicende hanno raccontato. Era forse a questa tradizione, nobile, che avrebbe dovuto fare riferimento Il delitto Mattarella di Aurelio Grimaldi ed è invece, proprio questa tradizione ad essere stata violata con un film che, invece che avere il sapore di una ampia riflessione sul tema, sa essere, solo una messa in scena di una ipotesi narrativa sicuramente nata dal supporto delle carte processuali e delle indagini. Pur con la disponibilità di una schiera di attori di tutto rispetto a cominciare da Leo Gullotta, per proseguire con Tony Sperandeo, Donatella Finocchiaro e caratteristi di qualità come Tuccio Musumeci, il film di Grimaldi, risulta, purtroppo un asfittico racconto senza nerbo e senza struttura.
Il Presidente della Giunta Regionale siciliana, Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, era un politico di area cattolica che aveva come suo fine l’encomiabile intenzione di spezzare i legami antichi e consolidati tra la politica e la mafia, ai quali si aggiungeva, nel caso siciliano, l’ulteriore rapporto con la destra eversiva e le segrete combinazioni che questa aveva con gli apparati deviati dei Servizi, di cui Gladio è stato il segnale maggiormente eloquente. I fatti sono noti e tutti riassunti nel film di Grimaldi, compreso il ruolo del più volte Presidente del Consiglio Giulio Andreotti e dei suoi mai completamente accertati legami con le cosche siciliane.

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Il film racconta la vicenda prima e dopo il 6 gennaio 1980, data in cui venne commesso l’omicidio del Presidente Mattarella. Un omicidio sicuramente dimenticato o comunque meno considerato di altri, quanto a dirompenza, quando invece, al pari, purtroppo di altri omicidi del genere, fu il grimaldello affinché il malaffare potesse proseguire in quel “sacco di Palermo” e della Sicilia cui la fragile, ma perché indifesa, figura di Mattarella e di Pio La Torre, assassinato anch’egli, volevano essere un argine.
Ma purtroppo il film è solo una specie di messa in scena della realtà con la sua imitazione, il che lo distanzia da qualsiasi reale credibilità, poiché, purtroppo le sue immagini non si fanno mai davvero cinematograficamente reali e mai quindi sovrapponibili a quelle vere, con la loro sostituzione nell’immaginario dello spettatore. Un film che nella sua ansia di ricostruzione sembra rimandare a ciò che abbiamo visto sui giornali o in televisione. L’immagine ripetuta dal reale che Grimaldi propone, sembra fiaccare ogni realtà, proponendo un racconto frammentato e disunito, nel quale la consequenzialità temporale funziona soltanto in termini cronologici. Dietro la scrittura sembra esserci solo l’idea di dare rappresentazione ai fatti, in una staticità dell’immagine che ripete solo sé stessa senza sapere attribuire alcuna interpretazione a quella rappresentazione, volendo soltanto mostrare i personaggi in una specie di passerella, quei veri protagonisti della vicenda: Falcone, Sindona, Lima, La Torre, D’Acquisto, Spatola e via elencando. Nessun legame con quella tradizione autoriale, nessun legame con quel passato cinematografico per un film ibrido e solo fatto per essere un illustrativo riepilogo.

Regia: Aurelio Grimaldi
Interpreti: David Coco, Leo Gullotta, Donatella Finocchiaro, Tuccio Musumeci
Distribuzione: Cine 1 Italia
Durata: 97’
Origine: Italia, 2020

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3.5 (2 voti)
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