"Il matrimonio è un affare di famiglia", di Cherie Nowlan
La relazione tra una madre e un figlio adolescente è il cuore di questa lieve commedia della regista australiana Cherie Nowlan. Troppa tenerezza e poca cattiveria uguale commedia per tutti, per un paio d'ore. Svetta tra gli interpreti la grande Brenda Blethyn; Emma Booth è una sicura promessa.
Prevale il buonismo, anche con le migliori intenzioni. Di Cherie Nowlan, regista australiana, si può dire che incanta parecchio quello stile prettamente femminile che si traduce in sguardo gentile. E allora viene quasi da dedurre che il cinema sia un lavoro per tante persone simpatiche, ognuna delle quali “professionalmente” dà il meglio di sé nel ruolo che gli compete. E se ci fate caso la prima sensazione a pelle è che ogni personaggio e pure l'ambientazione sobria siano articolati per dire quanto basta. Per non osare più del necessario, perché in fondo non è neanche necessario. La vicina di casa di Brenda/Jean può morire di cancro al seno a quarantasei anni, ma è meglio non approfondire che già è molto doloroso solo il pensiero. Però quando il tenero amore adolescenziale tra Tim e Jill è filmato in tutta la sua grazia e tenerezza, ebbene questo sì è anche cinema. D'altra parte abbiamo una vera diva come Brenda Blethyn, capace di interpretare con la dovuta disinvoltura, bravura e carisma l'attrice, la donna di spettacolo al tramonto con tutte le sue inevitabili crisi, il tempo che passa, la vecchiaia, i figli che crescono e per di più il secondogenito arrivato per caso e purtroppo vittima di un parto difficile che lo ha reso per tutta la vita ritardato. Luoghi comuni, differenti paesaggi dell'anima, sia di adulti sia di giovani, Cherie Nowlan coglie con efficacia le varie espressioni, ma la sensazione (confermata) è che sia stata coinvolta in una scrittura troppo serrata. Sarà stata la lunga gestazione del film, più di dieci anni, per cercare i giusti interpreti a bloccare la macchina da presa su tutte le scelte preventive al ciak. Risultato: il rischio di caratterizzare il personaggio con gesti, frasi ad effetto. Certo lo spettacolo è assicurato, è abbastanza fluida la messa in scena, senza tanti paletti, dando l'impressione, ma errata, di prodursi di fronte ai nostri occhi: come la scena iniziale con sequenze brevi, tagliate benissimo, senza fronzoli. Ma la commedia in assenza di quella necessaria cattiveria si trasforma solo in farsa insipida, mancando tutte le relazioni che si vorrebbero con una verità umana più o meno rappresentabile. Ed è tra questi tentativi fissati nella scrittura che bisogna andare a cercare forse un altro film, un film impossibile che sembra fare di tutto per mostrare soltanto la superficie dell'acting. Senza luoghi, ombre o altre enigmatiche presenze. Insomma senza mistero. E questo nuoce al cinema. Dimenticavamo: il titolo italiano è abbastanza indegno.
Titolo originale: Clubland
Regia: Cherie Nowlan
Interpreti: Brenda Blethyn, Khan Chittenden, Emma Booth, Richard Wilson, Frankie J. Holden, Rebecca Gibney, Philip Quast, Russell Dykstra, Katie Wall
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 109'
Origine: Australia, 2007