Il meglio del 2021 cinematografico in streaming

Il 2021 è stato un anno che, in un certo senso, ha segnato una sorta di rinascita per il cinema. Le produzioni sono ripartite a pieno regime e alcuni dei titoli posticipati, finalmente, sono arrivati nelle sale di tutto il mondo. Anche in Italia il pubblico è pian piano tornato alla visione sul grande schermo, soprattutto grazie ad eventi come l’uscita di Spider-Man: No Way Home (fondamentale per riportare le sale cinematografiche a respirare). Molti però sono i titoli che hanno trovato una distribuzione digitale. In questo articolo segnaliamo i film migliori del 2021 usciti in streaming in Italia. Le recensioni dei film le potete trovare su FilmPost.it, insieme alle migliori news su cinema e serie tv.
I film selezionati sono presenti nelle più importanti piattaforme di streaming. Alcuni di essi hanno avuto una breve distribuzione in sala per poi approdare online, come alcuni dei titoli Netflix. Il criterio principale di selezione è stata la varietà: in questo elenco si troveranno opere di formazione, drammi in costume, musical, film d’animazione e controversi biopic. Tutte eccezionali opere che condividono l’uscita in Italia in streaming nel 2021.

Being the Ricardos
Il titolo con il quale inizia questa selezione è anche uno degli ultimi grandi film attesi dal 2021 e che arriva direttamente su Prime Video. Stiamo parlando di Being the Ricardos, scritto e diretto da Aaron Sorkin. Specializzato, se così possiamo dire, nel biopic e la ricostruzione di eventi realmente accaduti, Sorkin riesce sempre a differenziare le sue storie dalle altre. Sono eccezionali, infatti, le sue sceneggiature di prodotti come The Social Network e delle serie tv The Newsroom e West Wing. Quest’ultima fatica racconta le vite dell’attrice Lucille Ball e del marito musicista Desi Arnaz, protagonisti della celebre sitcom degli anni Cinquanta, Lucy and I. Il film prova a condensare, in una settimana, una serie di eventi che hanno caratterizzato la vita della Ball, attraverso la cornice di un falso-documentario: le vicende narrate, infatti, seguono l’ideazione e la messa in scena di un episodio della sitcom.
Grazie a questa trovata, Sorkin riesce a esplorare il mondo della tv americana, i meccanismi la muovono e una precisa epoca storia, dal punto di vista sia dello spettacolo che della politica. Perché due dei temi fondamentali sono, oltre le numerose tensioni sul set della serie e la crisi matrimoniale, una gravidanza non accolta bene dalla produzione e le fortissime accuse di vicinanza al comunismo. Being the Ricardos è un film densissimo di contenuti e dal ritmo incessante, che rinuncia al realismo storico modificando la storia per raccontare meglio ciò che gli interessa. Il tutto condito dalle performance straordinarie di Nicole Kidman e Javier Bardem, pronti a fare incetta di nomination e premi.

Shiva Baby
Forse è un’affermazione importante ma per Shiva Baby, disponibile su MUBI, non è difficile farla. Il film di Emma Seligman è probabilmente l’esordio cinematografico dell’anno. Il primo film della giovane regista è uno dei pochi esempi di come si possa prende un cortometraggio di successo (l’omonimo Shiva Baby del 2018, diretto dalla stessa) e, calibrando ritmi e rapporti, allungarlo per farlo diventare un lungometraggio dalla qualità notevole. A metà tra la follia degenerata di Madre! di Aronofsky e la commedia sofisticata di matrice ebraica, il film è straordinario per tutta la sua, pur brevissima, durata. Fondamentale per la riuscita è l’incredibile capacità della Seligman di costruire il racconto soprattutto grazie all’immagine, di lavorare così bene con la visione e gli effetti che essa provoca. Perché principalmente grazie al formato anamorfico scelto per inquadrare protagonisti e spazi, Shiva Baby diventa pian piano sempre più soffocante, asfissiante e nervoso. Ma anche così dannatamente divertente.
Sono gli spunti visivi (insieme al frenetico montaggio e alla pungente colonna sonora) che, quasi da soli, creano la sceneggiatura. La storia è quella di una giovane donna, interpretata dall’attrice e stand-up comedian Rachel Senott, in uno straordinario stato di forma attoriale. La breve vicenda è quasi totalmente raccontata all’interno di un funerale ebraico, nel quale parenti, amici e conoscenti pressano la protagonista generando un massacro che passa innanzitutto dall’uso della parola. Shiva Baby è un perfetto ritratto di una generazione incapace di trovare una direzione alla propria vita, schiava di una realtà in cui ognuno sembra suggerire (o imporre) dove andare, cosa fare e come farlo. In cui è impossibile reagire senza conquistare la parola, gli spazi e il proprio corpo.

Nomadland
Il catalogo italiano di Disney+ era già molto ricco ma con l’avvento di Star, contenitore di prodotti destinati ad un pubblico più adulto, la quantità di titoli di alto livello della piattaforma è cresciuta notevolmente. Poco dopo l’ultima cerimonia degli Academy Awards, è arrivato sulla piattaforma il vincitore del premio per il miglior film, per la miglior regia e per la miglior attrice protagonista. Nomadland è il terzo lungometraggio della regista Chloé Zhao (Songs My Brothers Taught Me, The Rider – Il sogno di un cowboy) e ormai sembra che sia stato detto tutto a riguardo. I film è una piccola perla cinematografica che, partendo dalla presentazione a Venezia (dove vinse il Leone d’Oro), è riuscita ad ottenere sempre più ammirazione e consensi da parte di pubblico e critica, divenendo uno dei film migliori della stagione a cavallo tra il 2020 e il 2021.
La storia è quella di Fern, donna che, dopo la morte del marito, decide di mettersi in viaggio alla riscoperta di se stessa. Nel suo cammino incontrerà una serie di figure, dei nomadi, che saranno fondamentali per la sua crescita interiore. La grande riuscita del film è data proprio dalla sincerità di questi comprimari: tutti attori non professionisti che generano un’empatia tra spettatore e prodotto cinematografico che raramente si può trovare. Guida in questo percorso è senz’altro l’eccezionale e sempre fuori scala Frances McDormand: un’attrice capace di incidere in un film attraverso poche e semplici espressioni del volto, che comunicano più di ogni dialogo. Anche grazie ad un comparto tecnico di eccezionale livello, Nomadland è uno dei film dell’anno e una delle opere che più importanti da vedere in streaming quest’anno.

È stata la mano di Dio
Un film di Paolo Sorrentino è sempre un evento. Se poi il regista premio Oscar arriva su Netflix con un titolo così autobiografico e intimo, ambientato a Napoli, l’evento allora diventa unico. È stata la mano di Dio è certamente uno dei film italiani dell’anno, una delle opere più sentite e personali del regista napoletano. Non è facile restare impassibili davanti a ciò che ci viene mostrato, dal dramma che vivono i personaggi fino all’analisi grottesca della famiglia meridionale e della società di quegli anni. Perché la storia si sviluppa in un periodo storico importate per la città, gli anni Ottanta: grandi cambiamenti, nuove consapevolezze ma soprattutto una figura che ispira il titolo del film e la cui ombra sembra dominare tutta la durata: Diego Armando Maradona, calciatore che proprio in quegli anni arrivava a vestire la maglia del Napoli.
Un Sorrentino senza Sorrentino, potremmo dire, o almeno quello che conosciamo e abbiamo imparato a conoscere con le ultime opere, tra cinema e televisione. Nonostante sia un film autobiografico, È stata la mano di Dio non è mai egocentrico ma anzi, tutt’altro: l’autore sembra meno interessato a sé e più al contesto, a raccontare cosa smuove certe azioni e certi individui, raccontando tantissimo e immergendo lo spettatore fino a soffocarlo con una miriade di eventi, personaggi e situazioni al limite del grottesco. Tutto per poi colpire al cuore quando ormai è troppo tardi per poterne uscire. Un Sorrentino che si potrebbe definire più pacato, meno manieristico e con un profondo senso di nostalgia che cattura anche lo spettatore.

Due Donne – Passing
Disponibile su Netflix, Due Donne – Passing è una più interessanti sorprese del 2021. L’esordio alla regia dell’attrice Rebecca Hall racconta le vicende di Irene e Clare (le strepitose Tessa Thompson e Ruth Negga), due donne nella New York degli anni Venti. In quello specifico contesto storico-culturale, la libertà di cui gode un caucasico era per un afroamericano un miraggio. L’unico modo per ottenerla era mettere in pratica il racial passing, negando la propria identità e scendendo a patti, facendo finta di essere qualcun altro, di avere caratteristiche fisiche diverse dalle proprie. Ciò che oggi sembra disumano viene esposto dalla Hall senza cadere nella sterile retorica ma, piuttosto, mantenendo una compostezza drammaturgica e formale che esploderà soltanto nel finale. Passing è sempre equilibrato, con pochissime sbavature ed un’identità chiarissima sin dalle prime scene.
Eccezionale è la fotografia di Eduard Grau: un bianco e nero che, da una parte, smorza e attutisce gli effetti del trucco sulle protagoniste e, dall’altra, è estremamente simbolico in relazione agli eventi narrati. Manieristico solo visivamente e asciutto il più possibile nella narrazione, il film si avvale di una colonna sonora (di Devonté Hynes) capace di comunicare più di quello che la sceneggiatura volutamente spesso non dice e di creare un’atmosfera inebriante e coinvolgente. Due Donne – Passing ci parla di identità e ei conflitti legati ad essa, della consapevolezza di chi siamo e di chi vogliamo essere.

Sir Gawain e il Cavaliere Verde
David Lowery è uno degli autori che meglio sa spaziare tra cinema indipendente e grandi major. Il suo ultimo film è un caso cinefilo portato avanti per almeno un anno: più volte rinviato e atteso con ansia, The Green Knight è sbarcato in Italia su Prime Video con il titolo di Sir Gawain e il Cavaliere Verde. Il film è un adattamento, piuttosto fedele, dell’omonimo romanzo cavalleresco del XIV sec. e vede protagonista un giovane (Dev Patel), nipote di Re Artù, non ancora cavaliere ma sempre con un posto a sedere alla tavola rotonda. Quando un giorno uno strano cavaliere dalle forme mostruose lancia una sfida per un gioco, il giovane si propone, inconsapevole del fatto che da quel momento in poi la sua fama diventerà gigantesca ma dovrà iniziare a fare i conti con l’onore e con qualcosa che sta alla base di ogni cavaliere, di ogni uomo.
Sir Gawain e il Cavaliere Verde segue la scia della precedente produzione indipendente di Lowery: qui l’autore sperimenta tantissimo con una narrazione frammentata, scomposta e fuori dal canonico ma soprattutto gioca con le immagini, creando suggestioni e atmosfere incredibili (merito anche della straordinaria fotografia). Un viaggio cavalleresco che non si limita a mostrare gesta, prove e amori ma che osa spingendosi ai confini del reale e del fisico. Forse risulta spesso criptico ma è Sir Gawain e il Cavaliere Verde è un viaggio alla scoperta del mondo ma soprattutto di noi stessi che merita assolutamente la visione, essendo certamente tra i migliori film del 2021 da vedere in streaming.

La vetta degli dei
Basato sull’omonimo manga di Jiro Taniguchi (uno dei mangaka più importanti di sempre), La vetta degli dei è una delle produzioni animate migliori degli ultimi anni. Perché quando un’opera che non sia un documentario – e quindi, a prescindere dalla tecnica adottata, un prodotto di finzione – riesce a dare delle sensazioni di pericolo così forti e riesce a far tremare, temendo per l’incolumità di uno dei protagonisti, c’è da stupirsi. Quando poi a ciò si aggiunge il fatto che l’opera è pure realizzata attraverso una semplice ma precisa animazione 2D – che spesso è risulta più artificiale della moderna computer grafica – allora il risultato è straordinario. C’è una sensazione costante che si fa presente durante tutta la visione del film diretto dal francese Patrick Imbert: che noi esseri umani siamo piccolissimi, non solo davanti ad una montagna, alla natura, ma soprattutto messi difronte alle nostre passioni, aspirazioni e anche debolezze.
Il film racconta di ossessioni, di pulsioni primordiali che vanno soddisfatte e per le quali vale la pena dedicare la vita e addirittura perderla; perché queste sfide sembrano avere senso solo se sono impossibili, se sono tanto difficili da essere stimolanti e permettere a chi le affronta di non smettere mai. La vetta degli dei è uno dei film del 2021 perché prende pochi ma fondamentali elementi e attorno ad essi fa ruotare tutto visivamente e narrativamente (anche se deve moltissimo all’opera originale), quasi ossessionato a sua volta dalle dinamiche dell’arrampicata, descritta con passione, semplicità e sincerità. Su Netflix, tra gli ultimi titoli in uscita, è difficile trovare di meglio.

Tick, tick… BOOM!
In Italia il nome di Jonathan Larson era noto maggiormente a chi conosce il teatro e il musical. Dopo aver visto Tick, tick… BOOM!, disponibile su Netflix, sarà però difficile non volergli bene e non andare a cercare più informazioni. L’autore di Rent è genuinamente raccontato nel primo film di Lin-Manuel Miranda, autore di Hamilton e In the Heights. Come All That Jazz di Bob Fosse (con le dovute e necessarie distanze e proporzioni), il film è una sorta di musical memoriale, nel quale viene raccontato non solo il retroscena di un musical realizzato ma anche un’auto biografia. L’opera nacque negli anni Novanta, dopo che Larson si rese conto di non esser riuscito a sfondare nel musical teatrale prima dei trent’anni. Egli scrive così proprio Tick, tick… BOOM!, piccolo progetto nel quale raccontava la storia per arrivare al successo.
Dopo la sua morte, avvenuta la sera prima del debutto di Rent (che diventerà uno musical di maggior successo di sempre), proprio quel piccolo progetto diventerà un vero e proprio pezzo teatrale fino ad arrivare nelle mani di Miranda che, dopo averlo interpretato, dirige un film proprio su questa piccola grande storia, da una sceneggiatura di Steven Levenson. Il risultato è un omaggio non solo a Larson ma al musical stesso, alla voglia si esprimersi attraverso la musica in un mondo in cui tutto sembra dover andare storto. Un prodotto reso unico anche grazie alla travolgente interpretazione di Andrew Garfield, nel ruolo del protagonista Jonathan Larson.

First Cow
L’uccello un nido, il ragno una tela, l’uomo l’amicizia. La regista Kelly Reichardt (Old Joy, Meek’s Cutoff) sceglie una frase di William Blake per iniziare il suo racconto. E nessun’altra potrebbe andar meglio. First Cow, in streaming su MUBI, è una splendida e sincera storia d’amicizia ambientata nell’Oregon di metà XIX secolo e basata sul romanzo The Half-Life di Jonathan Raymond, che è anche sceneggiatore del film. La storia è quella di due uomini, il cuoco Otis (John Magaro) e King Lu (Orion Lee), del loro rapporto e della volontà di andare avanti grazie alle piccole cose, le piccole gioie quotidiane. First Cow è un western privo di spari e foga, anzi. Tutt’altro è ciò che emerge dall’inizio alla fine di questo piccolo grande gioiello americano, capace di creare forti analogie tra passato e presente non solo della nazione ma anche dello stesso essere umano.
Arma fondamentale è il dolce silenzio, la quiete e la quotidianità: la Reichardt riesce sorprendentemente a coinvolgere con poco, mostrando il percorso di un fiume, di una barca, una frittella che frigge nell’olio o un uomo che cammina. Sono gli elementi in scena, personaggi umani e non, così come i loro legami, ad essere al centro di tutto anche a discapito della storia, che qui ha un ruolo nettamente secondario. Piazzato al primo posto nell’annuale classifica dei migliori film dell’anno stilata dalla celebre rivista francese Cahiers du cinéma, First Cow è una delle rivelazioni dell’anno tra i film da vedere in streaming.

I Mitchell contro le macchine
Netflix, già da qualche anno, sembra intenzionata a spingersi più in là con le produzioni animate, portando al grande pubblico opere di grande valore. I Mitchell contro le macchine è una di queste ed è facile comprendere perché considerando la sua genesi: il film è infatti prodotto da Sony Animation Pictures, Phil Lord e Christopher Miller (produttori di Spider-Man – Un nuovo universo), garanzie per l’animazione nell’ultimo decennio. Vero è che il film Netfix non brilla per originalità e non ha un’idea di base particolarmente ispirata o elaborata ma ciò che lo rende unico è come è strutturata quell’idea, come viene messa in scena e con quali mezzi. I Mitchell contro le macchine è una folle avventura familiare e fantascientifica nella quale la tecnologia è impazzita e si sta ribellando contro il genere umano. Sarà la famiglia protagonista l’ultima speranza per il mondo.
Ci sono tutte le premesse vista negli ultimi decenni di cinema sci-fi ma oltre all’elemento familiare, I Mitchell contro le macchine ha la forza di spiccare il volo grazie ad un umorismo semplice ma estremamente coinvolgente e ad un’animazione che rispecchia perfettamente le premesse della trama. Stile visivo spettacolare che viene enfatizzato da un ritmo esagerato, nel quale ogni parola, personaggio, movimento ed elemento in scena si muovono ad una velocità impressionante, che non lascia mai la possibilità di distrarsi e allo stesso tempo tiene incollati allo schermo per tutta la durata. Uno dei film dell’anno da poter vedere in streaming e uno di quelli che sarebbe stato bello vedere in sala.

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