Il mio compleanno, di Christian Filippi

Racconta un disagio pieno di vita questo ritratto sorprendente e iperrealistico di un neo-diciottenne di una casa-famiglia alla prese con una madre complessa. VENEZIA 81. Biennale College Cinema

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Riccardino, quasi diciott’anni ed una sfrontatezza adolescenziale esponenzialmente decuplicata da una coattagine romanesca micidiale, minaccia di suicidarsi ballonzolando pericolosamente da un ponte. Più che un vero tentativo di uccidersi, però, questo appare subito come un pretesto per mantenere alta la tensione nella casa-famiglia in cui vive da quattro anni: Don Ezio e gli educatori in questo periodo gli hanno fatto vedere la madre, donna affetta da forti disturbi della personalità, solo 5 volte. All’avvicinarsi della maggiore età, il ragazzo sente pulsare l’amore per la genitrice in maniera ancora più viscerale. Così decide di scappare dall’istituto, liberare la madre dalla clinica psichiatrica di Castel Gandolfo in cui si trova attualmente e vivere alla giornata con lei. Ma il ricongiungimento non andrà come previsto e Riccardino, proprio il giorno del suo diciottesimo compleanno, dovrà prendere la prima decisione matura della sua vita.

Il mio compleanno è un esordio miracoloso, sorprendente e vivissimo nonostante racconti, come fa la più bella serialità italiana degli ultimi anni, il difficile percorso di “chi sta cercando il proprio posto” nel mondo (la carezzevole dedica finale). Mostrando di aver appreso ottimamente la lezione etica ed estetica dei maestri del genere – il fermo-immagine truffautiano – ma senza scadere in sterili compiacimenti, Filippi si dedica anima e corpo alla scrittura dello straordinario protagonista (Zackari Delmas, eccezionale). Così questo cinema di grandi sentimenti, urla disperate, turpiloquio giovanile (raramente capita di sentire in un film una così alta percentuale di dialoghi ed espressioni naturali) che rischia sempre di implodere su sé stesso per il carico espressionistico, qui si incista nel cuore piano piano ma in maniera inesorabile. Il mio compleanno asseconda senza giudicare il furore, l’ingenuità e l’ostilità di Riccardino dandogli quello che nemmeno l’educatrice Simona – forse il personaggio più narrativo del film – gli concede: la libertà di sbagliare. Perché, come scriveva il poeta, noi siamo la somma dei nostri errori. Soprattutto a diciott’anni.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
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Il voto dei lettori
3.36 (11 voti)
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