"Il mio film sarà un tabù solo per le istituzioni". Incontro con Valeria Golino e il cast di "Miele"

jasmine trica e valeria golino sul set di miele
Presentato il primo film da regista di Valeria Golino che avrà la sua anteprima internazionale al Festival di Cannes nella sezione Un certain regard. In Italia uscirà l'1 maggio in circa un centinaio di copie. Un'opera che affronta il tema delicato del suicidio assistito, tratta da un romanzo di Mauro Covacich

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Ha suscitato molta attenzione per il difficile tema affrontato il primo film da regista dell'attrice Valeria Golino. Miele uscirà nelle sale italiane il Primo maggioin cento opie e qualche settimana dopo verrà presentato al Festival di Cannes nella sezione Un certain regard. Alla conferenza stampa erano presenti oltre alla regista, il produttore Riccardo Scmarcio, gli attori Jasmine Trinca e Vinicio Marchioni e le sceneggiatrici Valia Santella e Francesca Marciano.

Da dove parte l'idea di fare un film del genere?

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Sicuramente dalla lettura del libro da cui è ispirato. Lessi A nome tuo di Mauro Covacich tre anni fa e pensai si trattasse di un libro fulminante, doloroso, anche provocatorio sotto certi punti di vista. Mi interessava molto anche questo personaggio femminile inedito. Decisi così di far leggere il libro ai miei soci e di acquistarne i diritti. La storia ci piaceva ma eravamo un po' tutti spaventati dall'idea di farne un film. In fase di sceneggiatura abbiamo fatto alcune modifiche rispetto al libro, come a esempio il finale, altre cose invece sono rimaste le stesse.

Come hai resistito alla tentazione di dirigerti? Nel cinema italiano quasi sempre l'attore che passa dietro la macchina da presa finisce con il recitare nei suoi film.

Che io potessi recitare nel film fu un'idea iniziale, quasi subito accantonata. Io volevo che il mio ppersonaggio avesse l'età di Jasmine Trina, che fosse all'incirca una 28-30enne e non una donna completamente matura. Volevo poi che il mio film fosse libero dalla mia presenza recitativa e lo stesso è avvenuto con Riccardo che avrebbe potuto interpretare alcuni ruoli maschili presenti nel film ma che alla fine ha preferito mantenere la sua posizione di produttore.

Oltre alla lettura del libro quale altro elemento ti ha spinto a raccontare questa storia?

Mi sembravano interessanti storia e personaggi. Mentre scrivevamo la sceneggiatura aumentava gradualmente il mio interessi per queste persone. Sapevamo che l'argomento era tabù, ma io ho sempre pensato che certi temi fossero in Italia soprattutto problematici er le istituzioni e per la politica, mentre tra gli italiani e la gente comune c'è una apertura maggiore, una varietà di posizioni molto più ricca. Volevo del resto fare un film che ponesse delle domnde senza prendere posizioni.

Una domanda a Jasmine: che tipo di donna è Irene?

Non saprei. Molte delle cose che appartengono al personaggio sono uscite direttamente dal set, in questo mi sono affidata comletamente alla regia di Valeria. L'idea principale era quella dello sfinimento fisico che a un certo punto clpisce il ppersoaggio faendole cambiare rotta. Finchè Irene è una macchina perfetta può funzionare e fare il suo "lavoro". Quando incontra il personaggio di Carlo Cecchi, si inceppa e non sarà più la stessa.

Nel film le scene delle morti sono piuttosto lunghe e insistite.

In realtà non si vede mai un personaggio morire. La morte non la filo. Volevo che si percepise tutta la tensione della preparazione alla morte, in modo faticoso e anche estenuante. Volevo che il mio film da un punto di vista formale fosse libero e allo stesso tempo senza troppi fronzoli, ma carico di ratture, incidenti di luce, piccoli spostamenti. Temevo ci fosse una eccessiva tendenza all'estetizzazione. temevo molte trappole in questo film, per quanta riguardava il contenuto ma anche l'aspetto formale.

 

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