Il misterioso necrologio di cyop&kaf

I muri di Napoli, che in passato erano stati il principale supporto fisico per l’arte del collettivo napoletano, sono oggi il tramite del suo ironico ma misterioso messaggio al pubblico

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“È mancato all’affetto e all’astio dei suoi cari CYOP&KAF (1994-2024). Ne danno l’annuncio, senza aggettivi, gli elementi che ne costituivano l’unità” si legge in un necrologio che negli ultimi giorni riempie i muri di tutta Napoli. Un gesto carico allo stesso tempo di ironia e di mistero, in cui si riconosce la personalissima impronta del collettivo di artisti partenopei, ma del quale non si afferra il significato profondo. Non sono del tutto chiari quindi gli scenari futuri a cui in qualche modo allude il comunicato artistico in forma funebre. Solo una cosa è certa: tutto cambierà da ora in poi e bisogna restare connessi per capire in che modo.

D’altronde è stata inafferrabile per trent’anni la stessa essenza di cyop&kaf, che è sempre sfuggito alle semplici classificazioni e che ha sempre nascosto l’identità dei propri membri, quantomeno quella anagrafica. Quella artistica è invece sempre stata davanti agli occhi di tutti in quella Napoli da cui è impossibile separarne le produzioni artistiche. Autori poliedrici, attivi nel campo tanto della teoria, pubblicando nel corso del tempo diversi tra saggi e articoli, quanto in quello della pratica, soprattutto nell’ambito della street art, il fulcro delle loro attenzioni è sempre stato il capoluogo campano, che hanno sviscerato in tutti i suoi aspetti, mettendone in risalto contrasti e paradossi. È come se le loro opere, disseminate per i quartieri della città, talvolta giganti e parte del panorama, o piuttosto piccole e nascoste, fossero i pezzi di un puzzle a cielo aperto che attendeva di essere ricomposto dallo spettatore. Ci sono poi incursioni non sporadiche in altri campi, dalla videoarte al cinema, in cui si sono cimentati con film come Il segreto (2013) e Lievito (2021).

cyop&kaf

Il necrologio esplica da sé i motivi della sua stessa esistenza: “La mutazione dei contesti nei quali operava, delle persone con le quali interagiva e, non ultima, la sua propria trasformazione, portano inevitabilmente ad una scissione che, ne siamo certi, porterà a nuove forme di vita”. Si parla quindi esplicitamente della fine di qualcosa o quantomeno di una separazione, che si configura per ammissione stessa di cyop&kaf come un vero e proprio atto politico. Sembrerebbe trattarsi di un definitivo scioglimento del gruppo, magari incapace di specchiarsi nella sua Napoli come un tempo. La verità però è che nulla è davvero certo, perché non sono in pochi a ritenere che si tratti di una nuova installazione propedeutica ad una nuova fase della loro carriera, una trasformazione che risponda al mutamento del contesto in cui si muovono. C’è ancora chi crede che “le nuove forme di vita” dell’annuncio siano da intendersi come nuove strade da solisti dei vari membri del collettivo.

Sono tutte speculazioni, si intende, non supportate da effettivi indizi. Cesare Pavese nel suo biglietto di commiato scriveva: “Non fate troppi pettegolezzi”. Una formula che sembra aggiornata nell’ultimo rigo del necrologio di cyop&kaf: “Si dispensa dai commenti social”, un invito forse a non lanciarsi proprio in simili pronostici. C’è quindi da attendere per capire quale sarà (se ci sarà) il futuro del collettivo napoletano. Inafferrabili e riservati, ma mai chiusi rispetto al mondo circostante, saranno loro eventualmente ad informare i propri ammiratori e/o detrattori.


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